lunedì 3 agosto 2015

Al sugo di bischero


Certe "ricette" di sedicenti comunisti m’inducono a un breve intervento a chiarimento. Quando si ha a che fare con simili questioni è necessario un approccio scientifico, altrimenti si alimenta la poesia del luogo comune e, peggio ancora, si offre un facile bersaglio alle forme mentali più reazionarie per vantare cappotto su Marx, il marxismo, il comunismo e simili.

Una delle questioni che appassionano maggiormente la cosiddetta “sinistra” e il movimentismo sociale di ogni tendenza riguarda la contraddizione fra il carattere privato dell’appropriazione e quello sociale della produzione. C’è chi attribuisce senz’altro una valenza positiva alla socializzazione del processo di produzione poiché essa segnerebbe un progresso della storia verso il socialismo o comunque una società più giusta, equa, eccetera.



Tuttavia, se si esamina tale socializzazione dal punto di vista del processo produttivo immediato, un’interpretazione di tal genere è del tutto scorretta. Infatti, lungi dall’essere un fatto “in sé” positivo, la socializzazione delle forze produttive costituisce una sempre più profonda penetrazione del dominio del capitale nella produzione e, di conseguenza, un approfondimento della subordinazione e dell’espropriazione reale dei produttori separati dalla conoscenza e dal controllo tecnologico e dell’organizzazione scientifica del lavoro. Che poi questa sia una tendenza oggettiva alla quale non ci si può opporre con delle belle parole è tutt’altro paio di maniche.

Inoltre, la socializzazione della produzione non assume di per sé un carattere immediatamente antagonistico, poiché si è ben visto in questi ultimi decenni come la centralizzazione di capitali e concentrazione di interi settori e branche produttive abbia ridefinito le forme ormai inadeguate del mercato (concorrenziale “puro”) e della proprietà giuridica. Perciò, anche in tal caso, con delle belle parole non si combina nulla.

Ne consegue che rappresentare la nazionalizzazione e pianificazione come la massima socializzazione possibile, e che tale soluzione sia preclusa al capitale dall’esistenza della proprietà privata (a cui viene contrapposta quella statale o collettiva, arbitrariamente identificata con la proprietà delle condizioni della produzione da parte dei produttori) è uno dei tanti abbagli della sinistra di cui sopra.

La formula della contraddizione tra socializzazione delle forze produttive ed appropriazione privata esprime un movimento interno, e quindi non antagonistico, al modo di produzione capitalistico. Tale concezione interpreta il nesso tra forze produttive e rapporti di produzione come una relazione fra entità esterne l’una nei confronti dell’altra. In altri termini, la contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione è vista come una contraddizione esteriore tra una forma (la forma giuridica della proprietà privata o la forma dello scambio) ed un contenuto (la produzione intesa come dato “naturale”).


Per semplificare ancora: è necessario distinguere le categorie inerenti alla produzione dalle categorie inerenti alle forme della distribuzione ed i rapporti che ne derivano. Nella società capitalistica la socializzazione intesa alla Marco Rizzo (ed intelligenze affini) trova una barriera insormontabile nella diversa finalità a cui la produzione soggiace, laddove le finalità sociali sono alienate dalla forma entro cui esse si realizzano: il profitto.

4 commenti:

  1. la società, il sociale, è fenomeno del Capitale, è il Suo terreno di caccia e al contempo Cacciatore (con muta di cani feroci e latranti). Per alcuni critici la società, prima del Capitale, neanche esisteva nel senso di forza sociale coesa. Allora naturalmente bisogna capire che si intende per "socialismo" ed in questo senso gli abbagli sembrano non finire più

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    1. per il momento è sufficiente stabilire che cosa non può essere socialismo dal lato della necessità/possibilità. non già dunque dal punto di vista delle ipotesi e delle speranze, ma da quello dell'indagine

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    2. è un po' difficile stabilire che cosa non può essere socialismo se prima non si è definito cosa sia il socialismo. Diciamo pure impossibile, via.

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    3. è un po' difficile stabilire che cosa non può essere socialismo se prima non si è definito cosa sia il socialismo. Diciamo pure impossibile, via.

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