Il 22 maggio Spagna, Irlanda e Norvegia hanno annunciato di aver riconosciuto ufficialmente lo Stato palestinese. Tra pochi giorni la Slovenia dovrebbe fare lo stesso. 146 paesi membri delle Nazioni Unite sostengono la creazione di uno Stato palestinese, il quale, per il momento, esiste solo nella forma vaga di una “Autorità” di cui ha solo il nome, guidata da una cricca di vecchie croste corrotte, in aperta e bellicosa concorrenza con un gruppo terroristico che regna su un’enclave in via di polverizzazione da parte dalle forze armate del democratico stato d’Israele.
Da tempo considero la “soluzione” della questione israelo-palestinese con due Stati una fallacia. Per esistere, uno Stato palestinese indipendente ha bisogno preliminarmente di diverse cose. Qualcuno alla guida di Israele che lo accetti, quindi sia in grado di controllare i coloni armati fino ai denti e altre bagatelle come i sionisti. Quale Stato, in quale forma, entro quali confini? Se con a capo la screditata “autorità” palestinese, ciò significherebbe lo sradicamento di Hamas (li vedo i suoi leader proclamarne lo scioglimento in un’assemblea generale!) e degli Hezbollah libanesi.
I palestinesi, che patiscono una dura prova da troppo tempo, meritano di meglio di questi falsi amici a cui non importa nulla della loro libertà e indipendenza. Non è al loro fianco che otterranno l’emancipazione dalla loro condizione di reietti sottoposti a un regime di apartheid.
Quanto a Israele, presto ci saranno più paesi nel mondo che riconosceranno il fantomatico stato palestinese che paesi che riconosceranno lo stato israeliano. Si dice a causa di Netanyahu e del suo governo, ma in realtà a polverizzare i palestinesi sono d’accordo quasi tutti gli israeliani (e i loro amici annidati ovunque). Per loro la soluzione è quella di mettere fine all’esistenza dei palestinesi.