mercoledì 29 maggio 2024

"Quanti tra voi sono froci?"

 

In cielo, a bordo dell’aereo che li riportava dall’Irlanda, un giornalista chiede al Papa cosa può dire a un padre cattolico quando suo figlio gli dice che è omosessuale. Risposta del Padre Santo: «Gli direi innanzitutto di pregare, di non condannare, di dialogare, di comprendere.» Che apertura! Ma poi Bergoglio s’affretta ad aggiungere che se questa situazione si manifesta nell’infanzia, «ci sono tante cose da fare attraverso la psichiatria, per vedere come stanno le cose».

E se quel figliolo vuole farsi prete? Eh no, cazzo, in tal caso ci vuole una maggiore selezione negli accessi ai seminari, ossia basta con l’eccesso di “frociaggine”. Così s’è espresso Bergoglio nell’incontro a porte chiuse con gli oltre 200 vescovi italiani, ossia davanti a un consesso di preti che non credono in dio e quasi più nel diavolo.

Che cos’è successo dopo la “dichiarazione dottrinale” del dicastero per la dottrina della fede, cioè l’organismo che emana le “leggi” della Chiesa cattolica, che rendeva “possibile benedire le coppie in situazione irregolare e le coppie della stessa sesso”? Perché questo voltafaccia sul tema dell’omosessualità? Prima di essere “progressista”, Francesco è innanzitutto un gesuita pragmatico: la Chiesa cattolica sta perdendo fedeli, molti fedeli sono omosessuali, non perdiamo anche quelli.

Tuttavia, l’omosessualità resta agli occhi del Vaticano una condotta “intrinsecamente disordinata”. Insomma, una perversione. Il Papa stesso ha ricordato all’inizio del 2023, durante un viaggio nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sud Sudan, che l’omosessualità, se non deve essere considerata “un crimine” (tante grazie), resta “un peccato”.

Tra parentesi: crimine resta comunque l’aborto. Francesco, lo scorso settembre, durante un suo discorso a Marsiglia, aveva nuovamente denunciato il diritto all’aborto come “una regressione”, e nell’ottobre 2018 aveva definito i medici che lo praticano come dei “sicari”.

A “porte chiuse” il discorso sull’omosessualità cambia. Il sovrano pontefice avrebbe dovuto chiedersi perché tanta “frociaggine” è orientata a farsi prete, ma ciò implicherebbe risposte imbarazzanti. E chiedere poi all’assemblea dei vescovi: quanti tra voi, ex seminaristi, sono froci?

Il problema non sono solo i preti pederasti, anche le suore aguzzine. Sull’aereo che lo riportava in Vaticano dal Canada, Bergoglio arrivò addirittura a pronunciare la parola “genocidio” per descrivere ciò che le brave suore avevano fatto a migliaia di bambini indigeni fino all’inizio degli anni Novanta.

È affascinante il coraggio con cui la Chiesa dimostra di inventare concetti, per esempio quello di “pellegrinaggio penitenziale”, che le permettano di restare sempre in piedi. Qualsiasi istituzione che commettesse direttamente o indirettamente atti criminali vedrebbe la propria credibilità e la propria aura distrutte per sempre. Non la Chiesa. Per secoli ha ucciso i suoi nemici, liquidato i cosiddetti eretici, costretto i popoli colonizzati alla conversione.

Quando è costretta dalle situazioni storiche a farsi perdonare per i suoi crimini clericali, la Chiesa lo fa con arroganza e trova il modo di esserne fiera. In ogni circostanza, la Chiesa deve sempre trionfare, perché la questione ovviamente non è spirituale, ma politica. Niente deve indebolire la posizione dominante che ha nel mondo, perché la fede è soprattutto un potere sulle persone, sulla loro coscienza e sul loro modo di vivere (stesso discorso per l’islam e altre religioni). Di fronte al potere della Chiesa, che peso possono avere qualche migliaio di ragazzini indiani o irlandesi uccisi, o qualche decina di migliaia di bambini stuprati?

4 commenti:

  1. Post da incorniciare.

    A. S.

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  2. https://tinyurl.com/4vzwjrsn

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  3. "... la fede è soprattutto un potere sulle persone, sulla loro coscienza ..." Grande e per me verissimo. Ciascun umano non ha bisogno di intermediari per il rapporto tra sé e il tutto, tanto meno di organizzazioni che finiscono sempre a perseguire scopi inconfessabili e comunque distruttivi dell'individuo. Per questo invoco un nuovo Martin Lutero e la fine del medioevo attuale: fede in un Dio bastonatore, fede in una "scienza" spesso cervellotica, fede in tecniche da Stranamore, fede in media raccapriccianti e via così.
    Grazie per l'eroismo nel tenere vivo il pensare, Morvan.

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  4. Il mio personale sentimento nei confronti della religione è di indifferenza. In particolare, se la chiesa cattolica decide di avere una dottrina morale, e in base a questa proclama che l'omosessualità è peccato, ritengo faccia il suo mestiere, e che non siano fatti miei. Faccio presente che anche scopare una donna è peccato, se fuori dal matrimonio cattolico. Per cui, la differenza di trattamento per i -come si chiamano? ah sì, froci- consisterebbe esclusivamente nel negargli il matrimonio cattolico. Messa così (ed è così che va messa) le persone con IQ superiore a 80 capiscono che non è il caso di indignarsi, e neanche di soffermarcisi a lungo.
    Invece un po' mi indigna il fatto che il Vaticano sguinzagli migliaia di preti nelle parrocchie e altrove, i quali preti appena arrivati a destinazione si mettono subito a cercare di mettere le mani nelle mutande dei bambini a loro affidati da genitori privi di discernimento. La maggior parte dei bambini molestati è composta di maschi, mentre i preti sono tutti maschi. Ne derivano due conseguenze, in punta di statistica: primo, la pedofilia e l'omosessualità sono, per quel gruppo sociale, una cosa sola. Secondo, hanno cominciato in seminario. La seconda conseguenza è validata da due fatti: primo, che la grande maggioranza dei preti ha fatto il seminario.Secondo, che persino il Papa è d'accordo.
    A questo punto, ribadisco, come forse dicevo qualche giorno fa, che l'unico rimedio è di aprire i seminari alle donne. Però è un consiglio gratuito, e come tale poco autorevole. Diciamo anche, come specificavo all'inizio, che in realtà non me ne frega un cazzo.

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