Comprendo le preoccupazioni per il caso Falcinelli, ma del resto è noto che gli Stati Uniti sono un regime a larghi tratti fascista (sì, proprio fascista). E la cosa è ben rappresentata dai 2500 arresti di manifestanti del Gaza Solidarity Encampment e altre organizzazioni studentesche. Del resto, la storia degli Stati Uniti è la storia di un regime di segregazione razziale, di linciaggi, di assassinio di popolazioni autoctone e poi di oppositori interni ed esterni, eccetera. Dunque non c’è da stupirsi. Semmai ci sarebbe da stupirsi perché Repubblica dia così ampio risalto al caso Falcinelli e tratti i manifestanti dei campus universitari dapprima alla stregua di terroristi e poi copra i loro arresti col silenzio. Stupore in realtà immotivato se si considera la proprietà del giornale e la sua direzione.
In molti casi, studenti e docenti sono stati accusati di “violazione” per essersi seduti sull’erba o aver occupato gli edifici del campus, mentre sono stati incarcerati anche i giornalisti che hanno filmato gli studenti arrestati. In molti casi si parla di “rivolta” quando invece si tratta di pacifiche manifestazioni o semplicemente di presenza nei campus. Quanto al presidente Joe Biden, in molteplici dichiarazioni continua a ripetere la grande balla secondo cui l’opposizione allo sterminio sionista del popolo palestinese è un’espressione di antisemitismo. Tutto ciò sta avvenendo da mesi senza che la libera stampa (salvo eccezioni) dell’occidente democratico sollevi sopracciglio, senza che la UE si pronunci per delle sanzioni contro Israele, nel silenzio di molti che diventa complicità.
Di fronte alla tragedia palestinese, di quale antisemitismo stanno parlando? Oggi nessun uomo politico può sognarsi di esprimere pubblicamente posizioni antiebraiche, se non forse in qualche zona dell’Europa centrale e nella sfera islamico-nazionalista. Nessun organo di stampa credibile accetterà di propagandare frottole antisemite, nessuna casa editrice degna di questo nome è disposta a pubblicare autori che predicano l’odio nei confronti degli ebrei. Nessuna emittente radiofonica e nessuna rete televisiva, pubbliche o private che siano, concedono spazio a opinionisti ostili alla popolazione ebraica. Se ogni tanto capita che i mass-media lascino passare per sbaglio frasi diffamatorie nei confronti degli ebrei, l’errore viene immediatamente rettificato, senza eccezione possibile.
Dunque? Sopravvivono sacche di odio antiebraico, residui di un passato remoto che bisbigliano nel segreto, figure marginali o di spostati, ma il grande pubblico si guarda bene dall’attribuire a quelle parole la benché minima plausibilità. La giudeofobia imperante di un tempo nelle civiltà cristiane occidentali fino ad anni recenti era, purtroppo per chi l’ha patita allora, tutt’altra cosa. Il termine stesso di “antisemitismo” è stato coniato da uomini che odiavano gli ebrei: la qualifica di “semita”, chiaramente razzista, è priva di qualunque fondamento storico.
Allora, perché tanta ferocia repressiva, che cosa motiva questo clima ideologico? D’accordo, il solito appoggio al sionismo, che tanta parte ha nella finanza e nei media, ma c’è dell’altro. Serve a stoppare preventivamente l’emergere di un’opposizione politica all’imperialismo occidentale e alle sue guerre.
Il 4 maggio 1970 quattro studenti della Kent State University, nel nord-est dell’Ohio, manifestanti disarmati furono assassinati e altri nove rimasero feriti sotto il fuoco della Guardia Nazionale. Protestavano contro la decisione del presidente Richard Nixon di intensificare la guerra in Vietnam inviando truppe statunitensi nella vicina Cambogia.
Quegli omicidi hanno strappato la maschera della “democrazia” e della “libertà” dal volto dell’imperialismo americano, mostrando che la classe dirigente americana era disposta a usare in patria contro l’opposizione politica gli stessi metodi feroci che stava usando nei suoi massacri nel sud-est asiatico.
I quattro studenti uccisi avevano tra i 19 o 20 anni. In quel momento i loro assassini non stavano reagendo ad un attacco improvviso o ad una carica da parte degli studenti, o in risposta al lancio di sassi, bottiglie o altri oggetti. Due degli assassinati erano addirittura dei passanti, si trovavano a 130 metri dalle truppe. La maggior parte dei feriti si trovava a decine di metri e il più lontano a 200 metri dagli assassini in divisa, i quali spararono a raffica. Nessuno degli assassini, né i loro comandanti, né il governatore dell’Ohio, James A. Rhodes, che ordinò loro di occupare il campus e li incitò, fu mai assicurato ai tribunali. Anzi, Rhodes, al suo secondo mandato (1963-1971), fu poi rieletto per altri due mandati (1975-1983).
Il governatore descrisse i manifestanti come “peggio delle camicie brune e degli elementi comunisti. Sono il peggior tipo di persone che ospitiamo in America. Penso che ci troviamo di fronte al gruppo più forte, ben addestrato, militante e rivoluzionario che si sia mai riunito in America”.
Erano gli anni in cui il Dipartimento di Stato, attraverso la CIA, con la complicità del comando Nato in Italia e la rete Gladio, organizzava la strategia della tensione avvalendosi della manodopera fascista. Erano gli anni delle bombe e delle stragi.
Il bilancio della difesa degli Stati Uniti ha raggiunto i 1000 miliardi di dollari mentre la situazione economica degli statunitensi peggiora ogni giorno.
RispondiEliminaPiù della metà del bilancio militare annuale degli Stati Uniti va ad appaltatori privati, e il Pentagono permette loro di gonfiare i prezzi per i contribuenti per quasi tutto ciò che acquista, afferma l’americano The Hill.
Gli appaltatori militari finanziano potenti think tank per dare alle loro richieste una parvenza scientifica. Prima del voto sul bilancio militare di quest’anno, ogni membro della Camera dei Rappresentanti ha ricevuto in media 20.000 dollari in donazioni politiche. I membri della Camera che hanno votato a favore del disegno di legge hanno ricevuto in media quattro volte più soldi dall’industria militare rispetto a quelli che hanno votato contro. I senatori che hanno sostenuto il disegno di legge hanno ricevuto in media cinque volte di più.
Mentre ogni anno il bilancio per la difesa raggiunge sempre nuovi record lo statunitense medio è sempre più in difficoltà. Il 62% degli statunitensi vive di stipendio in stipendio, Il 36% ha difficoltà a coprire le spese correnti della famiglia e Il 23% non riesce a pagare integralmente le bollette elettriche.
Ma la situazione del credito alle famiglie è ancora più preoccupante.
https://www.occhisulmondo.info/2024/05/07/nuovo-record-per-il-bilancio-della-difesa-usa/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR3ONXvkEFzpzFxSIIl4VVRL8Me9pssyK-15ijMeoOVFdQZhHzqxnSJZBe4_aem_AQUQqDvrYCRM9s954wS338xj4Rshg-AzuieKXEiPazKVCJApY1MPXzdzaNaAO0vRBahfvm6Oy4eTZNB_JGPwagkr
A proposito di "antisemitismo" le chiedo la sua opinione. Mi è capitato di far notare che a rigor dei termini anche perseguitare i palestinesi sarebbe antisemitismo, essendo questi una popolazione semitica (per quanto la definizione possa valere sia per gli uni che per gli altri). Mi è stato obiettato che il termine è stato definito per la prima volta nel XIX secolo in Germania indicando proprio l'avversione verso gli ebrei e che quindi la mia considerazione sarebbe un trucco.
RispondiEliminaChe ne pensa?
L’ebraismo è una religione, non proprio una etnia, tantomeno una “razza” (che forse, per es., i falascia o falasha sono semiti?).
EliminaLa maggioranza degli israeliani è tutt’altro che “semita”.
Vedrò di scrivere un post perché mi pare che la confusione, in generale, sia massima. Tale confusione è favorita proprio dai sionisti (e, paradossalmente, dai nazisti).
Ad ogni modo il termine più esatto è antigiudaismo.
fatto. spero sia esauriente come risposta, ma ne seguirà forse un altro, semmai la cosa suscitasse un qualche interesse più largo (ahimè)
EliminaLetto, grazie.
EliminaRimane l'atteggiamento violentemente "antisemita" - anche nel senso arbitrariamente ristretto - dei governi Israeliano e USA nei confronti di ebrei a tutti gli effetti che manifestano la loro solidarietà verso il popolo palestinese.
Certo è così
EliminaQuelli che hanno la mia età conoscono una bella canzone di Neil Young , Ohio appunto, che denuncia i fatti che tu ci riferisci.
RispondiEliminaUna volta tanto le cose le sapevo anch'io.
Del testo in Italia a quei tempi e nel mio ambiente le notizie arrivavano spesso in modo indiretto
😉
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