In un altro secolo furoreggiava una canzonetta il cui ritornello faceva così: “... se potessi avere mille lire al mese”. Oggi, fosse in vigore ancora la lira, si dovrebbe cantare: “... se potessi avere 5.808.810.000 al mese”, vale a dire 193.627.000 il giorno! Festivi e prefestivi compresi. Sono 70.673.855.000 l’anno. Miliardi!
Se 25 anni or sono ci avessero detto che nel 2023 un amministratore delegato avrebbe guadagnato una somma pari a oltre 70 miliardi di lire l’anno, non ci avremmo creduto.
So che questi raffronti lira/euro fanno storcere la bocca alle rane. A me invece sembra utile ricordare che l’economia non comincia con lo scambio, come vorrebbero farci credere gli apologeti di un’economia di predazione, ma con la produzione. Inoltre, l’economia riguarda i rapporti di potere. Padrone contro schiavo. Multinazionale contro Stato (salvo chiedere generose sovvenzioni in nome della “creazione di posti di lavoro”).
Ogni giorno media e scienziati ci parlano del collasso materiale della nostra civiltà, ma nessuno indica il capitalismo come responsabile effettivo di tale catastrofe. Così come per la povertà, la disoccupazione e il precariato, le soluzioni non si trovano in un sistema economico disfunzionale.
Vi fu un tempo in cui i bugiardi e gli imbroglioni si nascondevano, almeno per quello che potevano. Adesso ingannano spudoratamente tutto e tutti. Mentre questi criminali sociali si riempiono le tasche di fruscianti banconote europee, gli schiavi di questo sistema si alzano la mattina con la paura di perdere il lavoro e corrono tutto il giorno in quella che gli americani, il popolo più assetato di alcol e idiozie del mondo, chiamano simpaticamente “la corsa al successo”.
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