giovedì 11 aprile 2024

Il pendolo di Clausewitz

 

Nuove e imponenti spese per armamenti ed eserciti. Qualcuno le giustifica dicendo che il pendolo si è spostato dal “dividendo della pace” al debito di guerra. Vero, ma perché?

Putin il cattivo, il mostro? Possiamo negare che gli hanno portato la Nato sull’uscio di casa, sabotato in ogni modo il gasdotto Nord stream2, fomentato l’Est Europa contro ... Oppure la Cina? Gli Stati Uniti riconoscevano una sola Cina, ora di fatto non più. Sanno bene che Taiwan è cinese quanto lo sono l’Elba o le Egadi per l’Italia, le Baleari per la Spagna, le Òrcadi per la Scozia, eccetera.

A proprio fondamento la guerra ha sempre gli stessi motivi: la competizione economica e geostrategica. Una guerra che non potrà essere solo convenzionale, sia pure ad “alta intensità”, come pronostica (e auspica) Joseph Borrel. No, di convenzionale non c’è più nulla a questo mondo, a parte l’idiozia.

La stabilità strategica in Europa, ha affermato il vice segretario di Stato americano Kurt Campbell, è “la nostra missione più importante, storicamente”. Non è vero: la missione più importante degli Stati Uniti, storicamente dopo l’Inghilterra, è stata quella di dividere l’Europa, nello specifico storico dividerla dalla Russia.

È lo stesso Campbell che minaccia la Cina per le sue relazioni con Mosca, perché ciò è “antitetico agli interessi” americani. Washington vede solo i propri interessi e nega quelli degli altri. Se non fosse drammatico sarebbe comico. Cambell ha chiesto di includere il Giappone nell’alleanza Australia-Regno Unito-Stati Uniti (AUKUS), poiché ciò potrebbe essere la chiave per vincere una guerra con la Cina su Taiwan.

Vogliono aumentare le spese militari perché le tensioni stanno andando fuori controllo, e al fondo c’è il fatto che la Cina è un’economia da 17,5 trilioni di dollari che è il più grande o il secondo partner commerciale per la maggior parte delle principali economie del mondo. L’88% del commercio mondiale e il 60% dei depositi bancari sono denominati in dollari statunitensi, anche se nel 2022 gli Stati Uniti rappresentavano solo il 15% della produzione economica globale e l’8% delle esportazioni globali. Dunque una delle prossime mosse di Washington sarà quella di bloccare l’accesso cinese al dollaro statunitense. La classica goccia che farà traboccare il vaso.

Quanto ai casi nostri, Washington, Parigi, Londra e Berlino non vogliono perdere la faccia in Ucraina, checché ne dica Trump. È ovvio che, al momento opportuno, avranno bisogno di un “incidente”, di un casus belli. Il resto lo faranno, come sempre, i media. Dopotutto nessuno ci punta una pistola alla tempia per costringerci a comprare un prodotto di cui non abbiamo bisogno. Ma questo è un grosso errore crederlo.

Non solo funziona statisticamente, ma esiste un’enorme asimmetria tra i mezzi e le conoscenze delle agenzie pubblicitarie riguardo al funzionamento del cervello umano e la nostra ignoranza sulle tecniche di manipolazione e sui meccanismi universali del pensiero e del comportamento umano (nel 2002, lo psicologo ed economista israelo-americano Daniel Kahneman ha ricevuto il premio Nobel per l’economia per aver confutato l’idea che gli individui facciano scelte razionali per il proprio bene). Ciò che vale per il marketing, vale per la politica, la guerra e tutto il resto.

Non serve innestarci nessun chip sottopelle. La risonanza magnetica funzionale (MFRI) ha reso possibile misurare con precisione il flusso sanguigno a diverse aree del cervello. La Sony, per esempio, ha effettuato una campagna di misurazione dell’imaging cerebrale per progettare un nuovo modello di newsletter, in grado di raddoppiare la percentuale di clic da un giorno all’altro. I cosiddetti esperimenti di “eye-tracking” consistono nel seguire il percorso inconscio dello sguardo sottoposto a stimoli, permettono di analizzarne l’efficacia leggendo annunci pubblicitari in una metropolitana o su un sito web.

È sufficiente guardare le immagini e soprattutto ascoltare il sonoro del discorso di Mussolini il 10 giugno 1940 per farsi un’idea del grado di manipolazione delle masse. E da allora ne sono successe di cose. Il Covid-19 è stata l’occasione per studiare ancora meglio gli effetti delle tecniche di persuasione basate sul sentimento di paura, è stato un banco di prova gigantesco di cui non sono pubblici i risultati. Semplicemente non se ne parla più, quel fenomeno è stato rimosso nell’opinione pubblica ed il resto è diventato segreto di Stato.

La guerra psicologica per mobilitare l’opinione pubblica verso determinati obiettivi ha oggi assunto una nuova forma legata al progresso tecnologico. Le operazioni psicologiche o psyops sono fatto quotidiano. Si chiama guerra preventiva. Non si tratta più di giustificare la punizione di chi detiene la “pistola fumante”, cioè l’arma del delitto appena commesso. È necessario giustificare la punizione di un potenziale criminale che intende acquisire una pistola.

Stesso discorso quando si vuole anestetizzare l’opinione pubblica, per esempio per garantire che l’opinione pubblica non disapprovi le azioni intraprese contro il nemico: si dice che si sta facendo un’indagine su quanto accaduto, facendo le più variegate ipotesi ma in realtà ben sapendo che cosa è effettivamente accaduto. Ciò per evitare una simpatia istintiva per le vittime dei bombardamenti. Dopo un paio di settimane, semmai si presentano delle scuse formali per l’“errore” o il “danno collaterale”, ma ormai ciò che è accaduto non interessa quasi più a nessuno.

Durante la guerra contro la Serbia, la dottrina della Nato, volta a generare la massima frustrazione tra la popolazione civile, prevedeva bombardamenti aerei strategici che distrussero soprattutto le installazioni civili e industriali, lasciando intatta la maggior parte del potenziale militare.

La Nato ha deliberatamente cercato l’effetto Dresda, cioè l’esaurimento morale di un popolo che vede bombardati i suoi edifici, i suoi ponti, i suoi ospedali, le sue centrali elettriche, le sue fabbriche, le sue centrali telefoniche, la sua televisione. Se ti svegli la mattina e in casa tua non c’è elettricità, né gas, il ponte che prendi per andare al lavoro è distrutto, inizierai a chiederti: “Ehi, cosa significa? Per quanto tempo dovrò sopportare tutto questo?”.

L’effetto Dresda: è la stessa cosa che hanno fatto gli ucraini nel Donbass e che ora stanno facendo i russi in Ucraina. Ciò che non ci viene raccontato o che filtra appena, è che la popolazione civile è disperata per la rovina del Paese e i militari scoraggiati dalla supremazia delle forze russe, nonché dalle diserzioni.

Un aneddoto: un aereo C 130 Hercules, denominato Commando Solo, era equipaggiato con una stazione che trasmetteva programmi radiofonici e televisivi in lingua serba. Questo studio volante trasmetteva giorno e notte alla Serbia immagini compatibili con il sistema televisivo jugoslavo e capaci di sostituire i programmi ufficiali. Quasi tutto ciò che sappiamo in Occidente di come è stata condotta quella guerra è falso o manipolato nell’essenziale. E ciò che vale per la Serbia vale per tutti gli altri conflitti.

Per quanto riguarda l’invasione irachena del Kuwait, nota è invece la vicenda dell’incubatrice: una giovane donna testimoniò di aver visto soldati iracheni irrompere in un ospedale del Kuwait e uccidere bambini prematuri nelle incubatrici. Questa testimonianza aveva commosso l’opinione pubblica internazionale ed è stata utilizzata per scopi di propaganda. Si trattava però di una falsa testimonianza e la giovane era la figlia dell’ambasciatore del Kuwait a Washington.

La propaganda di guerra americana si basa su una struttura complessa che opera in reti, civili e militari, pubbliche e private, ideologiche e industriali. Le agenzie federali, le agenzie di comunicazione private, la lobby militare-industriale, i gruppi di pressione, i think tank, l’industria dell’intrattenimento di Hollywood, agiscono in sinergia per influenzare l’opinione americana e straniera.

Naturalmente si tratta di reti estese anche nei Paesi occidentali (con propaggini in quelli ritenuti ostili), com’è constatabile semplicemente aprendo un giornale o accendendo un televisore. Ne siamo così assuefatti che si fa fatica ad accorgersene. La “metapropaganda” è l’arte di denunciare pubblicamente e ad alta voce la presunta propaganda del proprio avversario al fine di negare ogni credibilità alle sue dichiarazioni.

Le strutture di “influenza” militare fanno parte degli organi ufficiali di disinformazione. L’Office of Strategic Influence (OSI) era responsabile di “fornire dati potenzialmente falsi” ai leader mondiali, ai media e al pubblico. È stato formalmente rimosso nel 2002 per aver fatto sapere che era disposto a mentire al suo popolo e ai suoi alleati. Ma è stato subito sostituito dall’Office of Global Communication (OGC), responsabile della intossicazione informativa. Questo ufficio ha anche la missione di screditare qualsiasi informazione proveniente da un paese ostile, sistematicamente accusato di sviluppare un apparato per diffondere menzogne (Apparatus of Lies). Anche i gruppi complottisti sono favoriti, lo scopo è quello di creare ridondanza e confusione.

Quanto agli embarghi economici, l’Occidente è specialista: prendono in ostaggio un intero popolo e ne organizzano le carenze, privando i più indigenti di beni di prima necessità, come generi alimentari e medicinali. L’embargo contro l’Iraq ha causato più morti della bomba di Hiroshima, tenendo conto delle rispettive conseguenze mediche.

Il vero messaggio di questa campagna non è che il Big Mac sia “senza tempo”, ma che noi siamo sempre considerati gli idioti che gli inserzionisti abuseranno, manipoleranno e ridicolizzeranno spingendoci a seguire le loro orribili mode.

9 commenti:

  1. https://tinyurl.com/33msnpcb

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  2. Rimango sempre stupito dalla vastità dei tuoi interessi, dalle pistole ai pistola, per così dire.
    Pietro

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  3. https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/centrale-zaporizhzhia-putin_2xkIOo46mdE2EMVurxHopI
    Fino a ieri lo stesso giornale scriveva che i russi bombardavano la centrale facendo intendere che era in mano agli ucraini. Ora scrivono (oggi) che i russi controllano la centrale loro (i russi) e non gli ucraini.
    Si contraddicono da soli. Questo è l'arte del giornalismo in Italia!

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  4. Secondo stime NATO/ OTAN le spese militari italiche dal 2019 al 2023 sono cresciute esponenzialmente da 19 mld€ a 31 mld. (in lock down), siamo al V posto per spese militari che vanno a discapito di noi poveracci,perché non vanno calcolate rispetto al PIL, ma secondo il bilancio dello stato, della serie ma chi to fa fa'?

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  5. La propaganda assume anche forme più terra terra (non nel senso missilistico).
    Basta ad esempio fare un servizio di 10/15' sull'attacco iraniano senza nominare, se non di sfuggita o con una mezza allusione, l'ambasciata di Damasco.

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    1. Come se un attacco missilistico a una ambasciata fosse la cosa più normale del mondo. Se fosse successo il contrario?

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    2. Un qualsiasi attacco, anche simbolico, una semplice manifestazione davanti a un'ambasciata israeliana è prima di tutto "inaccettabile manifestazione di antisemitismo!", figuriamoci tirarci un missile contro.
      Comunque anche ieri stesso spettacolo, con l'aggiunta del trionfalismo per il funzionamento delle difese, tutto impreziosito da stralci di discorso di Mummiarella che deprecava l'attacco iraniano senza nessun cenno alla (quasi) inedita violazione israeliana.
      Si vede che da un giorno all'altro bombardare le ambasciate è diventato accettabile.

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    3. ormai diventa tutto incommentabile

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