... dei trentamila e più assassinati, un terzo bambini e adolescenti, un altro terzo di donne? Come si può chiamare guerra questa spietata selezione dei viventi attuata con il fuoco e la fame?
Le guerre non sono tutte uguali, ma lo sono le loro logiche letali. Vendiamo e inviamo nuove armi a Israele e in Ucraina, perché il massacro continui. Del resto quanto abbiamo fatto caso che nel cuore dell’Europa, a qualche centinaio di chilometri da dove abitiamo, nei territori dell’ex Jugoslavia, aveva luogo una guerra con 100.000 morti, più di 2 milioni di profughi, tra 20.000 e 50.000 donne violentate? Semmai ce ne siamo accorti, ce ne siamo dimenticati presto, e così faremo per Gaza, per l’Ucraina e poi ancora e ancora.
Imprigionati nel flusso degli algoritmi e degli altri assetti reticolari, la nuova comunicazione è solo un altro nome del controllo e implica una nuova interpretazione dell’uomo, della conoscenza umana e della società. Sperimentiamo una spoliazione radicale, sia sociale (chi non si “aggiorna” è considerato rifiuto), relazionale (accarezziamo gli schermi) e intima (discorso atrofizzato). Non siamo più in un’epoca, ma in una scadenza.
dai Bonobo ai sex toys!
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