lunedì 22 aprile 2024

L’onorevole Peppone e i fascisti


Pare si sia fatta una scoperta: il partito che fu di Almirante, poi di Fini e ora di Meloni è impregnato di fascismo. Nessuna ossessione classificatoria (le classificazioni sono comunque e ovunque necessarie), ma è un fatto che i fascisti in Italia (ma non solo) esistono e sono tanti. Perché i conti con il fascismo non sono mai stati fatti realmente e seriamente? Non solo, ma anche per tale motivo.

Quando l’onorevole Peppone, nella rappresentazione filmica, si desta dal suo torpore e s’alza dallo scranno parlamentare e grida “fascisti”, senza sapere il motivo della bagarre in atto, in cuor suo sapeva di non sbagliare, perché i fascisti non se ne sono mai andati. Dimenticava, per spirito di appartenenza, che l’amnistia del 1947 fu promossa da Togliatti. Certo, invocata da tutti gli altri, e fu un colpo di spugna che lasciava impuniti molti protagonisti di quel regime fino al punto di riciclarli in ruoli chiave dell’amministrazione statale.

Di là di questo, nella sua realtà storica e sociale, l’Italia in non piccola parte è stata e rimane fascista. Non semplicemente nostalgica e conservatrice, ma proprio fascista. Con ovvie mutazioni situazionali, si tratta delle stesse componenti sociali eredi del regime, che, vale sempre la pena ricordare, non si stabilì al potere nel 1922 per via elettorale, ma con la violenza. Saccheggi, incendi, torture e omicidi punteggiarono l’offensiva fascista, che fu tollerata e anche favorita dalla classe padronale e dirigente d’allora (compresi molti intellettuali prestigiosi).

Dunque, con l’appoggio monarchico, dei cattolici e dei liberali di allora. Ed è per certi aspetti comico vedere i liberali odierni, che hanno costruito una carriera e un patrimonio sulla retorica dei valori democratici e sulla lotta al “totalitarismo”, tornare culo e camicia nera con i fascisti (e i nazisti) non appena è stata l’ora di difendere i “valori” e il primato planetario dell’Occidente. Dov’è la novità, non solo nell’”anima”, rispetto alla “dottrina” di un Franco Freda o di un Giuseppe Pozzo di Borgo? Aveva ragione Peppone: fascisti! Soggiungo: spudorati.

Nel dopoguerra l’Italia non è diventata immune al fascismo per natura ma per circostanze (che sia in vigore la Costituzione firmata da Terracini e non quella di un Carlo Alberto Biggini). Si tratta di cogliere le novità, che sono il frutto di una situazione, ma la sostanza di base resta quella di Salò, nelle sue motivazioni di classe. A livello di rappresentanza politica, il programma, esplicito o semplicemente sottinteso, è di rivendicazione (il regime fattivo e bonario), di vendetta (contro il “tradimento”) e di conquista (lo stiamo vivendo e lo vedremo ancor più con l’istituzione di un Capo dell’Italia fraterna).

Dopo la conferma referendaria, il passo successivo, se il vento di destra prevarrà in Europa, sarà quello di dichiarare che il parlamentarismo non è l’unica, esclusiva e necessaria forma di democrazia.

La soluzione socio-economica: “riconciliazione nazionale” (quando fa comodo), corporativismo (anzitutto fiscale, non più quello statale à la Mussolini), sindacati “domestici”, pace sociale invece di scioperi, gerarchia invece di uguaglianza, paternalismo invece di potere negoziale delle classi salariate, promozione del made in Italy (le antesignane “merende a pane e marmellata nazionali”), ripristino dell’armonia tra le diverse categorie della società, migliorare le condizioni morali, riportare la famiglia al suo luogo primordiale, inibire da buoni cattolici l’aborto, uno Stato custode delle tradizioni, eccetera.

Nello psicodramma nel quale siamo immersi e con questa dottrina sociale (con tanti elementi dilatori, astuzie e propaganda), è come usare una rete a strascico in un acquario. Quanto alle responsabilità della “sinistra”, che vanno ben al di là di aver favorito Meloni e i suoi caricaturali gregari, ebbene non si tratta più di analisi politica, ma di materia psichiatrica. 

7 commenti:

  1. Finchè ci sono stati gli assolutismi il controllo sociale era ottenuto con la violenza.
    Oggi, in democrazia, si ottiene con l'ottundimento di menti e coscienze e la guerra tra poveri.
    Il fascismo è il braccio armato del capitalismo.

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  2. senza sapere il motivo della bagarre in atto, in cuor suo sapeva di non poteva sbagliare

    senza sapere il motivo della bagarre in atto, in cuor suo sapeva di non poter sbagliare.

    Al netto dell'inghippo di battitura indubbiamente è un corso un tentativo di restaurazione culturale del ventennio ma mancano gli italiani di un tempo e la propensione alla politica. Siamo una massa gelatinosa di menefreghismo e cellulare a cui interessa principalmente consumare senza un motivo apparente.
    L'economia italiana va molto male, è in corso una selvaggia de-industrilizzazione degli ultimi settori in cui ancora contavamo qualcosa (siderurgico e automotive) e in Europa regnano i tecnocrati (un'altra forma di fascismo).
    Difficile capire cosa succederà ma se un paese si impoverisce chi sta al potere non può solo occupare la Rai e promettere riforme istituzionali mirabolanti quando i cittadini fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Prima o poi ti punteranno il dito contro e siamo i campioni del mondo di salto da un carro ad un altro, come già visto nella seconda guerra mondiale.

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    1. avevo già corretto prima di leggere il commento, comunque molte grazie, un correttore mi serve proprio.
      quanto al resto, tira una bruttissima aria, se ne accorgerà troppo tardi la massa gelatinosa di menefreghismo e cellulare

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    2. L'ignoranza non ha mai portato a buone cose ma sono convinto che solo un durissimo bagno nella realtà possa aiutare a formare nuove generazioni più attente a cultura, senso critico e civico. Tutto è ciclico.

      Da scrivente a scrivente gli errori di battitura sono una sciagura, sono come anguille che scappano sempre, condividiamo la fatica di trovarle ;)

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  3. Il fascismo in Italia si è sempre mantenuto imperante nella convenzione privata, dentro alle famiglie, dentro agli affari, mentre ha imparato a farsi schermo di una rappresentazione pubblica sempre più alta, vuota e retorica, fino a diventare antistorica, quando non ridicola, nelle rappresentazioni attuali.
    Oggi viviamo uno stato impiccato di debiti dove infine pagano imposte solo i lavoratori e non c’è limite alcuno ai conflitti d’interessi, anzi, contano solo quelli. Proprio come 80 anni fa e indietro nella notte dei tempi dello stivale. Non si capisce fino a che grado possano ancora scendere (ci vuole una guerra) ma da un punto di vista politico la seconda repubblica è stata, finora, un capolavoro del gattopardo.

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  4. Il fascismo in Italia si è sempre mantenuto imperante nella convenzione privata, dentro alle famiglie, dentro agli affari, mentre ha imparato a farsi schermo di una rappresentazione pubblica sempre più alta, vuota e retorica, fino a farsi antistorica, quando non ridicola, nelle rappresentazioni attuali.
    Oggi viviamo uno stato impiccato di debiti dove infine pagano imposte solo i lavoratori e non c’è limite alcuno ai conflitti d’interessi, anzi, contano solo quelli. Proprio come 80 anni fa e indietro nella notte dei tempi dello stivale. Non si capisce fino a che grado possano ancora scendere (ci vuole una guerra) ma da un punto di vista politico la seconda repubblica è stata, finora, un capolavoro del gattopardo.

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