Imporre la virtù al mondo dei media è una lotta coraggiosa, quanto apparentemente o realmente stupida, in un mondo dove trionfa il potere simbolico e quello finanziario (strettamente legati, questo mi ha rivelato in sogno la buonanima di S.B.).
Nonostante il nostro esibito ateismo e agnosticismo a riguardo della “pubblica informazione”, quando c’è da compare qualcosa o scegliere di votare per una merdaccia o per l’altra, nessuno di noi resta intonso agli effetti del “messaggio”. Lo scoprì tra i primi l’onorevole Peppone, fino ad arrivare agli amministratori delegati odierni che si rivolgono a società specializzate, tipo Weborama e tante altre, per profilare la community di lettori che ruota attorno alle testate e ai social del proprio gruppo per renderli più appetibili agli investitori pubblicitari.
Non c’è un solo giornalista (uno solo) che non riceva lo stipendio (o “gettoni di presenza”) da un filantropo tipo De Benedetti, Elkan, Angelucci, Cairo, da un’azienda pubblica che non sia controllata da camarille politiche o enti partecipati dallo Stato e con particolari interessi, o altrimenti non riceva contributi pubblici (sia pure per la “carta”) e cospicui introiti da inserzionisti pronti a revocare contratti se appena si accenna a qualcosa che non garba loro.
Certo, nessun direttore di giornale riceve “telefonate” dal proprio editore o finanziatore diretto o indiretto. Non c’è n’è bisogno. Come qualunque salariato o stipendiato, ogni direttore e giornalista sa ciò che deve fare e dire e ciò che non può fare e dire se non vuole ricevere un calcio in culo.
A dare lustro alla presunta indipendenza della stampa ci pensano anzitutto le grandi firme, gli editorialisti e gli opinionisti noti al grande pubblico, che i giornali e le televisioni si contendono a colpi di cospicui contratti d’ingaggio, di gettoni di presenza, di promozione dei loro libri e riviste.
La parte cospicua del lavoro giornalistico, è svolta nelle redazioni, nella stiva dei giornali. Spesso si tratta di un mero lavoro di copia-incolla, di “foraggio” che passano le agenzie, di redazionali pubblicitari camuffati da articoli specialistici, veline lobbistiche, annunci governativi contraddittori e birichine smentite, di prove tecniche di confusione per sondare le reazioni del popolo sovrano.
Quella editoriale, giornali e televisione, un’attività economica come un’altra. Resta da spiegare perché un’attività economica, con bilanci perennemente in rosso, interessi tanto i capitani coraggiosi dell’imprenditoria e della finanza. Risposta facile: l’informazione è uno dei gangli vitali di questo sistema dominato da “un’oligarchia dinamica incentrata sulle grandi ricchezze ma capace di costruire il consenso e farsi legittimare elettoralmente tenendo sotto controllo i meccanismi elettorali” (Luciano Canfora, La democrazia, p. 331).
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RispondiEliminaE' un fenomeno che si verifica da ormai molto tempo, ma che a mio avviso è degenerato e diventato molto fastidioso soprattutto a partire dal 2020, peggiorato molto con la campagna vaccinale. Per arrivare al degrado definitivo -speriamo- a febbraio 2022.
RispondiEliminaI giornali su posizioni fotocopia, in particolare sulle scelte in politica estera. Almeno nel 1998 e 2003 c'erano, più o meno credibili, voci discordanti, disallineamenti e opinioni differenti.
Adesso i servizi sui tg e sui giornali online ex cartacei sono assolutamente indistinguibili. Indistinguibile è come certe notizie siano ignorate del tutto o quasi (non so quanto spazio hanno ricevuto i 7 volontari che 'hanno perso la vita' a Gaza), altre brutalmente distorte con lo stesso stampo ('Putin minaccia l'Europa!' per la faccenda delle piste degli F16).
Le elezioni in Russia diventano per tutti 'truccate', il video dei soldati nei seggi, un evidentissimo tarocco, viene trasmesso in pompa magna. Salvo la premessa, sussurrata, 'non possiamo garantire dell'autenticità del video', che poi sarebbe il primo dovere del giornalista. Ovviamente quando il video è scomparso nessuno ha rilasciato nemmeno un accenno di rettifica a chiarire che il video era farlocco.
La stampa è diventata propaganda, controllata con mezzi meno brutali ma in modo forse più coercitivo di quanto non avvenga nelle 'autocrazie'.
Ci stanno portando in guerra. Proprio stamani nugolo di caccia "alleati" hanno sorvolato in lungo econ largo tra Ghedi e Aviano. Tutti con top di armamento. Ci preparano. Degli idioti dicono che siamo noi gli idioti che lo crediamo. Poi viene fuori (non a caso) che alle Hawaii si esrcitano per la guerra con la Cina...
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