giovedì 22 febbraio 2024

Á la guerre comme à la guerre

I "primi piani" di Repubblica

L’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) nacque ufficialmente nel dicembre del 1922 e cessò di esistere nel dicembre del 1992. Per trent’anni è stata governata da un georgiano, Stalin, e per i successivi trent’anni (29 per l’esattezza) è stata governata da due ucraini di nome Chruščëv e Brénev. Nell’elenco dei segretari generali del PCUS c’è n’è addirittura un altro di ucraino, tale ernenko.

Non deve stupire che Chruščëv e Brénev riempissero di fabbriche e di “città chiuse” l’Ucraina, perché fare una fabbrica nel paese che era stato il loro villaggio era una prova di attaccamento alle loro origini. Né deve stupire che fu Chruščëv ad unire amministrativamente la Crimea alla repubblica ucraina.

Quanto a Brénev, il suo errore è stato quello di alimentare il nazionalismo etnico, concedendo ad alti funzionari di nazionalità non russe di diventare primi segretari del partito della propria repubblica (il caso di Nazarbaev è il più noto, ma ve ne sono altri), ossia una concessione che fece nascere un ceto politico professionale di etnia non russa che sarebbe salito alla ribalta come dura opposizione nel parlamento di Gorbaëv.

C’è tuttavia da chiedersi come sia possibile che Gorbaëv abbia potuto mettere in atto riforme come l’autofinanziamento per cui le repubbliche sovietiche non erano più tenute a versare gli introiti fiscali allo Stato centrale e potevano in tal modo autofinanziarsi. Come poteva pensare Gorbaëv che questa misura non disgregasse l’Urss?

Questa è una delle tante cose che si devono addebitare a Gorbaëv. Con i suoi errori ha destabilizzato il paese perché le repubbliche volevano veramente l’autonomia dal comitato centrale. Ha fatto una quantità di errori, forse in buona fede, sicuramente perché si è rivelato un incapace.

Con El’cin gli americani erano riusciti addirittura a entrare nelle città chiuse dove c’erano gli stabilimenti e gli istituti di ricerca legati all’industria militare. La prova della ostilità occidentale contro Mosca i russi l’hanno avuta quando i paesi dell’ex patto di Varsavia sono stati accolti nella Nato e finanziati dall’Unione Europea, di modo da essere circondati da basi della Nato e da governi ostili.

Putin è di tutt’altra scorza rispetto a Gorbaëv e El’cin. Quando nel 2004 il presidente della Georgia, Saak’ashvili, uno che veniva direttamente dall’America, ha fatto richiesta di entrare nella Nato e in Occidente gli hanno fatto capire che era possibile, questa mossa venne letta da Putin come un segnale di guerra, di ritorno della guerra fredda.

Putin deve riscattare la Russia dall’umiliante fine dell’Urss e da ciò che per oltre un decennio ne è seguito. Vuole che la Russia sia presa sul serio, nonostante che rispetto all’Urss sia un paese di soli 150 milioni di abitanti. E questo non va proprio giù all’Occidente. Il dramma ucraino nasce proprio da qui.

Va anche detto che per i russi gli ucraini sono dei contadini che non lavorano e si ubriacano soltanto, menano le mogli, tanto è vero che esse se ne sono venute in Occidente a fare le badanti. Lo so, a molti che non conoscono la situazione reale sembrerà un insoluto, ma è grossomodo la verità. D’altra parte, finché non è arrivata una legge che nessuno rispettava, anche all’ambasciata ucraina in Italia si parlava russo (è un fatto); l’ucraino è come da noi un dialetto; adesso c’è la legge e la guerra e sono obbligati ufficialmente a parlare in ucraino.

Una testimonianza, raccolta in un’intervista dopo i fatti del 2014, di Rita Di Leo, che di Russia e Ucraina ne capisce molto più di tanti “esperti”: «Rossana Rossanda aveva una badante ucraina, che era stata deputata alla Duma, naturalmente parlava benissimo l’italiano eccetera, e mi diceva: “non è vero che c’è un rapporto di odio con i russi, Mosca è piena di ucraini e Kiev di russi. Sono i ragazzi a scendere in piazza perché vogliono andare a Parigi, perché vogliono andare a Tenerife ... noi anziani non ci pensavamo nemmeno. Noi stavamo in pace, ma ora, da quando è successo quello che è successo io sono stata costretta a venire qui ... Mi fa piacere stare con Rossana, però ho dovuto lasciare la mia famiglia e sono certa che in questo momento mio marito si sta ubriacando”. Non so se questa testimonianza si possa raccontare, ma è andata proprio così» (Slavia, 1/2022, p.158). 

5 commenti:

  1. https://it.topwar.ru/220353-prezident-ukrainy-reshil-povysit-status-anglijskogo-jazyka-vladet-im-objazhut-vseh-gossluzhaschih-i-oficerov-vsu.html
    "lapis": 25/12/1991

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  2. Il paradosso (fino a un certo punto) che a attizzare il nazionalismo posticcio ucraino siano spesso esponenti dell‘antinazionalismo in Occidente, come i sorosiani, i globalisti, gli europeisti senza frontiere e simili. Di sinistra e di destra.
    Massimo

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  3. Dal 1922 al 1992 sono 70 anni?

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  4. Mi scusi non avevo capito bene

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