giovedì 15 febbraio 2024

Quanto è realistica una bomba atomica italiana?

 

È bastato che ieri un deputato, Michael R. Turner, repubblicano dell’Ohio e presidente della House Intelligence Committee, rendesse pubblica la richiesta rivolta all’amministrazione Biden di declassificare le informazioni su una presunta nuova arma russa, per scatenare questi titoli dei principali quotidiani italiani.



Una richiesta, quella di Turner, “senza dire specificamente di cosa si trattasse” (scrive il New York Times). Una presunta arma che “se impiegata potrebbe distruggere le comunicazioni civili, la sorveglianza dallo spazio e le operazioni militari di comando e controllo da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati”.

Solo i quotidiani italiani riprendono da par loro la notizia e la pompano come titolo principale delle loro edizioni on-line, perché gli altri principali quotidiani europei (Le Monde, El pais, Welt, ecc.) non danno questo rilievo, anzi nessun rilievo, a questa perla coltivata senza alcuna enfasi dallo stesso New York Times.

Il Welt, per esempio, uno dei principali quotidiani tedeschi, nella sua pagina on-line apre con un articolo in cui si chiede retoricamente: Quanto è realistica una bomba atomica tedesca? Il quotidiano tedesco sottolinea che si tratta di una domanda urgente.


Solo The Telegraph ha un articolo, in tono minore, con questo titolo: La Russia si prepara a lanciare un’arma nucleare nello spazio, temono gli Stati Uniti. Una notizia che verosimilmente ha la stessa pregnanza delle variegate fake sulle forme di cancro, demenza senile, diabete, disfunzione erettile e follia cui sarebbe affetto quel delinquente inveterato di Putin.

Scrive ancora il NYT: «ABC News ha riferito in precedenza che l’intelligence aveva a che fare con le armi nucleari antisatellitari russe basate nello spazio. Funzionari attuali ed ex hanno affermato che il lancio dell’antisatellite non sembra imminente, ma che c’è una finestra di tempo limitata, da loro non definita, per impedirne il dispiegamento».

Precisa con involontario senso umoristico il quotidiano newyorchese: «Le preoccupazioni circa il posizionamento di armi nucleari nello spazio risalgono a 50 anni fa; era addirittura un sottotema degli episodi di “Star Trek” alla fine degli anni ’60, proprio mentre il trattato [di divieto] stava entrando in vigore. Gli Stati Uniti hanno sperimentato versioni della tecnologia ma non le hanno mai implementate. La Russia sviluppa le sue capacità spaziali da decenni».

Ecco il nocciolo della notizia: “La Russia sviluppa le sue capacità spaziali da decenni”, mentre gli Stati Uniti sviluppano una cippa guardando la luna nel pozzo.

Tutta qui la notizia del NYT? Tutta qui, signore e signori. In attesa che anche il governo Meloni (il Presidente sta scrivendo un nuovo libro: Autobiografia di un protone) si faccia promotore di un appello rivolto all’orbe terracqueo per rivendicare il sacrosanto diritto della nostra nazione, al pari della Francia e sulla scorta di ciò che rivendica la Germania, di avere uno scudo nucleare fatto in casa. Dunque la domanda che ci appassonierà nei prossimi mesi è la seguente: l’Italia avrà finalmente il suo Piano Manhattan? La maggiore difficoltà tecnico-scientifica sarà trovargli un nome, sul tipo del Piano Mattei. Suggerisco: Piano Rigatoni (con la pajata?).

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Sulla mia agenda ho trovato questo promemoria: ricordarsi di pagare la bolletta Tim-fibra.

3 commenti:

  1. Prima che qualcuno me lo faccia notare: so bene che non si trattava di Piano Manhattan bensì di Progetto.

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  2. Beh....quando ci abitui alla precisione, poi noi la pretendiamo.
    Io comunque non ci avevo fatto caso.
    Ciao cara baci

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  3. Allora, preso atto che i militari russi non combattono con le baionette e non saccheggiano le lavatrici per ottenere microchip, cambiano radicalmente la narrazione e ci dicono che stanno per predisporre ed eventualmente utilizzare una super arma che accecherebbe le difese della NATO e ne ridurrebbe a ferraglia tutte le fantastiche evolutissime armi.
    Detto questo una classe politica intelligente penserebbe a trovare degli spazi diplomatici per alleggerire la tensione con un vicino che, di punto in bianco, sembra diventato temibilmente più forte di noi,
    Invece la nostra intellighenzia cosa suggerisce? Armarsi ancora di più, intraprendere un inseguimento per accorciare le distanze (che fino a ieri erano raccontate nel modo diametralmente opposto) prima che sia troppo tardi.

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