martedì 6 febbraio 2024

Vorrei vedere chi ha il coraggio di dirgli ...

 
Dove sono sparite le armi, pacifica
produttiva Italia che non importi al mondo?
Nella schiava bonaccia che giustifica

oggi la ristrettezza come ieri il benessere - dal profondo
al ridicolo - e nella più perfetta solitudine -
j’accuse! No, calma, non il Governo, o il Latifondo,

o i Monopoli - ma solo i loro drudi, 
gl’intellettuali italiani, tutti,
anche coloro che giustamente si giudicano

miei forti amici. Saranno stati questi i più brutti
anni della loro vita: PER AVERE ACCETTATO
UNA REALTÀ CHE NON C’ERA. I frutti

di questa connivenza, di questo ideale peculato,
sono che la realtà reale ora non ha poeti.
(Io? Io sono inaridito e superato.)

[...]

Tornano, e nessuno li ferma. Non nascondono

le armi – che stringono senza dolore né gioia –
e nessuno li guarda, come accecato dal pudore
per quell’osceno brillare di mitra, quel passo d’avvoltoi,

che scendono al loro oscuro dovere, nella luce del sole.

[...]

Vorrei vedere chi ha il coraggio di dirgli
che l’ideale che arde segreto nei loro occhi
è finito, appartiene ad altro tempo, che i figli

dei loro fratelli da anni ormai non lottano
più, e la storia crudelmente nuova,
ha dato altri ideali, li ha quietamente corrotti ...

Toccheranno, rozzi come barbari poveri,
le nuove cose che in questi due decenni l’uomo
crudele si è dato, cose inette a commuovere

chi cerca giustizia ...

Ma facciamo festa, prendiamo le bottiglie
del buon vino della Cooperativa...
A sempre nuove vittorie, e nuove Bastiglie!

Il Refosco, il Bacò ... Evviva, Evviva!
Salute, vecchio! Forza, compagno!
E tanti auguri alla bella comitiva!

Viene da oltre le vigne, da oltre lo stagno
delle Fonde, il sole: dalle tombe vuote,
dalle lapidi bianche, dal tempo lontano.

Ma adesso che violenti, assurdi, con ignote
voci di emigranti, sono qua,
impiccati a lampioni, straziati da garrote,

chi, alla nuova lotta, li guiderà?

[...]

Quelli di voi che possiedono un cuore
votato alla maledetta lucidità,
vadano nei laboratori, nelle scuole,

a ricordare che nulla in questi anni ha
mutato la qualità del conoscere, eterno pretesto,
forma utile e dolce del Potere, NON MAI VERITÀ.

[...]

vadano, tanto per cominciare, dai Crespi, dagli Agnelli,
dai Valletta, dai potenti delle Società
che hanno portato l’Europa sulle rive del Po:

è giunta per ognuno di loro l’ora che non ha
proporzione con quanto ebbe e quanto odiò.
Coloro poi che hanno sottratto al bene comune

capitale prezioso, e che nessuna legge può
punire, ebbene, andate, legateli con la fune
dei massacri. In fondo a Piazzale Loreto

ci sono ancora, riverniciate, alcune
pompe di benzina, rosse nel quieto
solicello della primavera che riviene

col suo destino: è ora di rifarne un sepolcreto.

[...]

Pier Paolo Pasolini, Vittoria, in Poesia in forma di rosa (1964), (il maiuscolo è nel testo).

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