Tutti devono sparire, non solo gli operai, anche i contadini. Resteranno solo loro, sfiniti a contare i propri soldi.
Scrivevo il 2 febbraio:
«La superficie complessiva utilizzata per la produzione agricola nell’UE non è cambiata tra il 2005 e il 2020 (un aumento dello 0,3%), ma sono scomparse il 37% delle aziende agricole, da 14,7 a 9,3 milioni in tutto. L’87% delle aziende agricole scomparse (4,6 su 5,3 milioni di aziende agricole) aveva dimensioni inferiori a 5 ettari di superficie agricola utilizzata, mentre l’unica categoria di aziende agricole di cui si è osservato un aumento del numero di aziende è quella delle imprese con almeno 100 ettari.
«Forse in molti casi è bene così, aziende troppo piccole hanno costi insostenibili e non reggono sul mercato. E però le aziende di dimensioni maggiori, con almeno 100 ettari, rappresentavano, nel 2020, il 3,6% del numero totale delle aziende ma al contempo più della metà (52,5%) della superficie agricola totale utilizzata in UE».
Sono i numeri che parlano: l’obiettivo è quello di espropriare la piccola-media proprietà per offrirla a prezzi stracciati alla grande proprietà. Il gioco è sempre quello, idem per quanto riguarda la formazione ideologica di questa gente che in poco più di trent’anni ha disarticolato tutto.
La maggior parte delle persone non conoscono la storia economica, finanziaria e monetaria, e del resto sappiamo chi e come organizza gran parte del discorso pubblico (la benevola egemonia dei grandi interessi), tuttavia è ormai chiaro a chiunque che la nascita di una nuova era di mobilità dei capitali, finanziarizzazione, privatizzazione del patrimonio pubblico, disuguaglianza, deindustrializzazione, smantellamento delle tutele dei lavoratori, precariato e disoccupazione su larga scala, fa parte di disegno inteso a favorire il grande capitale.
Se ci interessa capire effettivamente come siamo arrivati dove siamo, si deve tener presente la configurazione più o meno nascosta d’interessi, ossia il nesso interno tra potere politico e finanziario, che ha come base il trattato Nord Atlantico, gli interessi interconnessi della finanza privata, le pressioni delle lobby, eccetera.
Per venire al nostro particolare, anche quando la sinistra ha governato non si è mai usciti della logica operativa di base di un’economia guidata dalla mano invisibile e dalla forza dell’interesse personale, semmai auspicando, in una ripetizione infinita degli stessi temi, un sistema finanziario globale più ordinato e una più equa tassazione.
E per quanto riguarda lo scenario internazionale, gli unici cambiamenti notevoli sono il numero dei morti e la quantità delle sofferenze. Per fortuna c’è Sanremo questa settimana e l’ultimo di carnevale quella prossima.
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