venerdì 16 febbraio 2024

Il diritto di difesa d'Israele

 

Se mi fosse concessa l’occasione vorrei chiedere al cardinale Parolin, il quale ha detto che “30 mila morti sono sproporzionati rispetto al diritto alla difesa di Israele”, quanti morti tra i civili sarebbero stati, secondo sua eminenza, l’equa proporzione per la rappresaglia di Israele.

C’è chi sostiene che la distruzione di ospedali, scuole, luoghi di culto, infrastrutture produttive e commerciali, abitazioni e l’assassinio premeditato di decine di migliaia di persone, prevalentemente donne, adolescenti e bambini, rientra nel “diritto alla difesa”, ossia nella lotta al terrorismo che ha provocato la strage del 7 ottobre scorso.

Vorrei ricordare che tutto ciò è contrario al diritto bellico, sempre che la rappresaglia israeliana sia inquadrabile sotto il profilo di tale diritto.

Nel comunicato stampa dell’ambasciata dello Stato di Israele presso il Vaticano, si afferma che la morte di tre civili per ogni “terrorista” ucciso rappresenta un rapporto ottimale rispetto a quello di 1 a 9 tipico delle rappresaglie delle forze della Nato e di quelle occidentali in Siria, Afghanistan e Iraq.

Reputo inutile e futile perdersi in chiacchiere se si tratti o no di genocidio. Ciò che è avvenuto e sta avvenendo è un crimine contro l’umanità. Complici di tale crimine sono tutti coloro che l’hanno sostenuto in qualsiasi forma. Rivendicare una simile ecatombe con quanto è avvenuto il 7 ottobre, mi ricorda una vicenda avvenuta il 16 febbraio di 81 anni fa, rimossa e rimasta nell’oblio fino a pochi anni fa: la strage di Domenikon.

Dall’aprile del 1941, due terzi della Grecia finirono sotto amministrazione militare italiana. Nel solo inverno del 1941 la carestia provocata dagli occupanti causò tra i 40 e i 50 mila morti. Ad Atene la popolazione moriva per strada dallo sfinimento. Nell’intero periodo di occupazione morirono di fame e malattie tra i 200 e 300 mila greci su una popolazione di pochi milioni. Migliaia di donne greche, prese per fame, furono arruolate come prostitute.

Alla fine della guerra, il ministero della previdenza sociale greco calcolò che almeno 400 paesi avevano subito distruzioni parziali o totali. Duecento di essi per mano di unità italiane affiancate da truppe tedesche; circa altri duecento per mano delle sole truppe italiane. Perfino il comando tedesco della Macedonia intervenne per protestare sul ripetersi di episodi di violenza (anche sulle donne) commessi dalle truppe italiane nei confronti della popolazione.

Quello che non dice Wikipedia a proposito della strage di Domenikon è il fatto che prima che fossero uccisi gli abitanti con le mitragliatrici, l’aviazione italiana bombardò radendo al suolo il villaggio. Il diritto di difesa degli italiani contro i “terroristi” locali.

(A quando una giornata della memoria?)

2 commenti:

  1. La domanda finale è ovviamente retorica. Le foibe si devono ricordare, tutto il resto non è mai avvenuto.
    Pietro

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  2. Sembra che l'Occidente abbia un nuovo martire, un certo A. Navalny 😁
    https://www.occhisulmondo.info/2024/02/16/chi-e-alexei-navalny/?fbclid=IwAR3l38Iec1CUo4l66EAd1StelmxFx1ZneHKyVONvOZuRJCTrUjDIgsw71y4

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