lunedì 19 febbraio 2024

Meritano solo disprezzo

 

Cerchiamo, per quanto possibile, di stare ai fatti. Abbiamo notizia che Alexei Navalny è deceduto in un carcere russo. Siamo in attesa di conoscere gli esiti dell’autopsia, sempre che le autorità politiche russe ci vogliano dire la verità sulla sua morte. E c’è da chiedersi se egli sia stato ucciso, come sostiene la canea mediatica occidentale, oppure se sia morto per altre cause, anche legate alle condizioni di detenzione. Nel caso sia stato assassinato, chi aveva interesse ad ucciderlo?

Chi era Alexei Navalny? Un “campione della democrazia”, ha dichiarato il comitato editoriale del Washington Post. “Il più grande sostenitore della democrazia russa è morto”, ha scritto il British Telegraph. Su ciò che scrivono i giornali italiani, tutti e senza eccezione, non c’è da far conto (bene che vada scopiazzano ciò che scrivono gli altri).

Navalny non era un rappresentante di una fazione “democratica” del sistema politico russo. Non in origine almeno. È entrato in politica nell’estrema destra, unendosi al partito del libero mercato Yabloko e alla sua Unione delle forze di destra nel 2000. Nel 2007, ha co-fondato il Movimento nazionale di liberazione russo, un gruppo sciovinista anti-immigrati. Nel 2021, Amnesty International ha temporaneamente privato Navalny della designazione che gli aveva dato come “prigioniero di coscienza”, per aver sostenuto le uccisioni razziali di persone provenienti dall’Asia centrale e dal Caucaso, che chiamava “scarafaggi”.

Solo dopo essere entrato in opposizione a Putin, Navalny ha deciso di trovare un’altra base politicamente più appetibile, di scegliere la bandiera universale della “lotta alla corruzione”. Chi non è contro la corruzione? Nel contesto degli aspri conflitti all’interno dell’oligarchia russa, Navalny rappresentava una fazione dell’oligarchia russa che desidera relazioni più strette con gli Stati Uniti. Anche in prigione, Navalny ha avuto un sostegno sufficiente all’interno a tale fazione da consentirgli di avere un accesso regolare ai social media.

Se Navalny è stato assassinato, ci sono altri possibili sospetti oltre a Putin, tra cui alcune agenzie dello Stato russo, che potrebbero aver agito anche senza l’approvazione di Putin. Negli ultimi mesi il Cremlino ha attaccato numerosi esponenti dell’opposizione, anche se non avevano prospettive di successo alle elezioni presidenziali del mese prossimo. È stato condannato il sociologo Boris Kagarlitsky e il candidato stalinista Sergei Udaltsov, ed è stata impedita la candidatura del liberale filo-NATO Boris Nadezhdin.

Tuttavia, ci si dovrebbe chiedere: perché Putin dovrebbe agire contro Navalny proprio adesso? Il presidente russo ha lavorato per ingraziarsi una fazione dell’establishment politico negli Stati Uniti. La sua recente intervista con l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson è stata dedicata in gran parte alla richiesta di una soluzione negoziata sulla guerra in Ucraina. All’indomani dell’intervista, Putin ha fatto di tutto per lodare Biden, dicendo che avrebbe preferito la sua elezione a quella di Trump.

Se vogliamo restare al gioco dei media occidentali, secondo i quali Navalny è stato sicuramente assassinato, ci sono altri che potrebbero esserne responsabili, compresi gli oppositori di Putin che vedono la morte di Navalny come utile per la propria causa.

Tutto ciò è del tutto speculativo. La morte di Navalny viene strumentalizzata dagli Stati Uniti e dai paesi satellite della NATO, soprattutto dall’amministrazione Biden, per intensificare la campagna per un’escalation della guerra contro la Russia.

La richiesta immediata da parte dell’amministrazione Biden, dei democratici e di fazioni del partito repubblicano è che il Congresso approvi un disegno di legge contenente decine di miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina. Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha approfittato della morte di Navalny per chiedere maggiore assistenza militare, nel mezzo di una crisi sempre più palese del suo governo di estrema destra.

Qui ciò che più colpisce è la sconcertante ipocrisia. Biden e i suoi alleati della NATO, nonché i soliti utili idioti, denunciano furiosamente il trattamento riservato dal regime di Putin a Navalny, mentre sottopongono Julian Assange, un autentico paladino dei diritti umani, alle condizioni più brutali e pericolose per la sua vita. E che dire dei tanti prigionieri che ancora marciscono a Guantánamo, senza processo e dopo decenni di illegale e brutale detenzione e tortura?

L’amministrazione Biden, contrariamente a quanto vogliono far credere i media, sta supervisionando, armando, sostenendo finanziariamente e continuando a difendere l’omicidio di massa compiuto da Israele contro la popolazione palestinese. Coloro che lodano la memoria di Navalny, che si dicono indignati per il suo presunto omicidio, mentre per mesi hanno sostenuto le forze armate israeliane nella campagna genocida contro uomini, donne e bambini indifesi rannicchiati negli ospedali, nelle case bombardate e nelle tendopoli in tutta Gaza, non meritano altro che disprezzo.

6 commenti:

  1. https://www.wsws.org/es/articles/2021/04/22/pers-a22.html
    https://www.voltairenet.org/article195817.html
    https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/02/19/caso-assange-ingerenze-e-niente-trasparenza-cosi-laccusa-ha-costruito-la-sua-trappola/7451092/

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  2. Disprezzo profondo però, profondissimo!

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  3. Non ci credevo quando ho letto un coccodrillo commosso pubblicato sul Manifesto, "un eroe del nostro tempo".
    Non me lo aspettavo minimamente, mi immagino i fondatori che si rotolano nella tomba. Un "eroe", d'altronde anche i dirottatori delle torri gemelle possono essere definiti "eroi".
    Personaggio squallido, nazionalista e razzista. Vero è che non ci possiamo più stupire delle 'democrazie occidentali' che applaudono il nonnino nazista in Canada e applaudono alla santificazione dell'altro "eroe", Bandera.

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  4. Qualche giovane con cervello (re)esiste e lotta insieme a noi

    https://youtu.be/Ks1oWVmmqvQ?feature=shared

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