martedì 22 febbraio 2022

Quel criminale di Putin

 

La manipolazione dell’informazione ha assunto aspetti patologici tali che non è più possibile distinguere tra informazione e comunicazione, tra distorsione, falsificazione e pressappochismo. Prima degli articoli sulla stampa scritta, le informazioni passano attraverso le immagini. Basta inquadrare un carro armato, un camion militare, dei profughi, una bomba appena esplosa, ripresi chissà dove, quando e da chi, e il gioco è fatto. Quelle immagini ubique si possono trattare in modo diverso secondo ciò che si vuole dimostrare in modo inoppugnabile. I falsi clamorosi sono noti. Che possiamo fare noi anime comuni, posto che sono le nostre stesse emozioni che si vogliono influenzare? Non è dunque facile dare un senso alle cose in questa situazione dove la disinformazione amplifica le paure, l’odio e la confusione.

Prendiamo il caso del gas, della sua fornitura e del suo prezzo. Tutto dipende dal gioco sporco che è stato fatto, sostengono molti dei media occidentali, dalla Russia, da quel criminale che ne sta a capo, ossia Putin.

Gazprom, il più grande produttore mondiale di gas e il più grande esportatore al mondo, per quanto riguarda le esportazioni di gas verso paesi non CSI nel 2021 dichiara che esse sono aumentate di 5,8 miliardi di metri cubi, fino a 185,1 miliardi di metri cubi. Notizia che non è stata smentita dai media occidentali e che anzi trova conferma.

50,2 miliardi di metri cubi di gas sono stati consegnati alla Germania nel 2021 in base al contratto. Tra gli altri paesi, le cui consegne hanno superato le cifre del 2020, c’è l’Italia, Turchia, Bulgaria, Serbia, Danimarca, Finlandia e Polonia.

15 paesi hanno aumentato i loro acquisti di gas: Germania +10,5%, Turchia +63, Italia +20,3, Romania +221, Serbia +85,8, Bulgaria +43,8%, Polonia +7,5, Grecia +12,2, Slovenia +53,9, Finlandia +9,1%.

Secondo le stime dell’ente statistico tedesco, nel terzo trimestre del 2021 circa il 40% del gas russo è stato consegnato in Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1, il 27% attraverso il gasdotto Ukraine Transit, il 24% attraverso il Belarus Trans pipeline e il 9% attraverso il TurkStream-Pipeline.

Ai Paesi verso i quali Gazprom ha già esportato più gas rispetto a tutto il 2020 si sono aggiunti nella seconda metà di novembre Slovenia, Svizzera, Macedonia del Nord, Bosnia ed Erzegovina.

Gazprom continua a immettere il proprio gas in cinque depositi sotterranei europei.

Le riserve di gas negli impianti sotterranei ucraini sono inferiori rispetto allo scorso anno del 38,7% (di 10,3 miliardi di metri cubi) e si stanno già avvicinando al livello dell’inizio della fornitura.

Pertanto non sembra vi sia stata alcuna reale sottrazione di volumi nelle forniture russe. Che cosa è successo? Un po' di tutto, anche ciò che segnala Bloomberg.

Alcuni clienti europei, in particolare Francia e Germania, hanno prenotato i loro volumi contrattuali annuali nel 2021 e in seguito non hanno presentato più richieste di forniture di gas, per cui Gazprom ha riservato le proprie capacità di trasporto in base alle richieste esistenti.

Alla fine di dicembre i prezzi spot del gas naturale in Europa hanno raggiunto il massimo storico, superando per la prima volta i 2.000 dollari per 1.000 metri cubi. Ciò è accaduto dopo che Gazprom ha smesso di pompare gas attraverso il gasdotto Yamal-Europa. Da allora, l’azienda russa ha ripreso solo da poco le consegne su questo gasdotto per la mancanza di domanda da parte degli acquirenti di gas europei.

Bisogna dare atto a Bloomberg, che citando fonti, ha affermato che la mancanza di ulteriori forniture di gas russo all’Europa non è dovuta alla manipolazione dei prezzi da parte russa, ma al fatto che le controparti europee, che hanno superato in anticipo i limiti di fornitura contrattati, non hanno voluto superare quei limiti. Bloomberg ha contattato alcuni importanti acquirenti che hanno confermato che Gazprom ha adempiuto a tutti i suoi contratti.

Il CEO della tedesca Uniper (11.000 dipendenti), Klaus-Dieter Maubach, dichiarava nell’autunno scorso: “Tutti i contratti che abbiamo firmato con il gruppo russo Gazprom sono stati rispettati”. Ed è così da molti decenni.

Gazprom e i suoi appaltatori preimpostano il volume minimo di gas, che viene acquistato ad un prezzo determinato con una formula prestabilita. Se l’acquirente intende acquistare più gas di quanto concordato in anticipo, deve pagarlo al prezzo di mercato, che è aumentato di circa nove volte nell’ultimo anno. Mentre i prezzi del gas di gasdotto sono fissati in contratti a più lungo termine, il gas liquido (GNL) è venduto sul mercato libero e suo il prezzo è determinato essenzialmente dalla domanda e dall’offerta.

Tra il 2000 e il 2020, le esportazioni globali di GNL sono aumentate da 140,5 miliardi di metri cubi a 487,9 miliardi, con un aumento di quasi il 250%. Nel 2020 il GPL rappresentava già il 39% di tutto il commercio mondiale di gas. In Europa, la quota di gas liquido sulle importazioni totali di gas è stata del 26,% nel 2020 e si prevede una quota crescente nei prossimi anni.

La produzione di shale gas negli Stati Uniti è aumentata notevolmente e in pochi anni. Gli USA sono diventati il maggior esportatore di gas liquido e hanno aumentato le proprie esportazioni di gas sul mercato europeo e sono quindi concorrenti della Russia.

La Gazprom dichiara ufficialmente di essere pronta a fornire ulteriori volumi di gas all’Europa in base ai contratti a lungo termine esistenti e i prezzi di tali forniture saranno inferiori ai prezzi spot.

2 commenti:

  1. Lia Quartapelle, deputata PD, stamattina ha detto che "I princîpi atlantici della integrità territoriale (dell'Ucraina) vengono prima di tutto, e se per questo dovremo soffrire, ebbene soffriremo.

    Integrità territoriale.

    Bene, subito dopo la caduta della Unione Sovietica nel 1991, la NATO ha aggredito la Jugoslavia e l'ha fatta a pezzi. Disintegrata.

    Poi, nel 2001, la NATO ha aggredito l'Afghanistan e l'ha ridotto in miseria dopo 20 anni di occupazione.

    Nel 2003 una variante della Nato (i volenterosi), aggredì l'Iraq con una scusa poi rivelatasi falsa e lo disintegrò.

    Nel 2011, sempre la NATO, aggredisce la Libia e la divide in almeno tre parti e chissà quante tribù.

    Subito dopo, un'altra variante della Nato ci riprova con la Siria, utilizzando perfino i jadisti. L'intervento russo impedì che la Siria fosse disintegrata.

    Il guaio è che i media deformano, mentono nascondono, amplificano gli avvenimenti in modo da presentare al pubblico versioni di comodo. Ma il guaio peggiore però è che il pubblico è distratto, oppure non ricorda.

    E poi Lia Quartapelle, in caso di bollette alle stelle, con il suo stipendio da deputata soffrirà molto meno di un pensionato con la minima.

    Renato Cadei

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  2. Grazie per aver esposto così chiaramente la reale situazione. Appare palese il dolo dei governi "democratici" europei da tempo in guerra coi loro cittadini.
    (Peppe)

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