giovedì 1 ottobre 2015

Consigli per la mente


Personaggio assai curioso Henry de Monfreid, dapprima piccolo borghese fallito ma poi straordinario e spregiudicato avventuriero, nonché narratore di talento asciutto, a tratti profondo. Ne traccia un’intrigante biografia Stenio Solinas (Il corsaro nero, Henry de Monfreid l’ultimo avventuriero, Neri Pozza, 2015). Si legge d’un fiato, compresa la nota bibliografica che contiene ogni informazione di cui un lettore avido può aver bisogno.

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Nei suoi numerosissimi libri, Henry de Monfreid ci offre un quadro di prima mano sulla situazione politica e sociale di un’area cruciale tra Africa e Asia nel periodo che precede la prima guerra mondiale e che si spinge fino alla seconda: Corno d’Africa, Mar Rosso, Yemen, e più segnatamente Gibuti, Somalia, Etiopia e dunque la Dancalia, il triangolo di Afar o depressione di Afar. Quella Dancalia che ha visto la spedizione italiana di Raimondo Franchetti (*), già proprietario dell’omonima villa nei pressi di Treviso, la più bella del Terraglio (la strada che congiunge Mestre a Treviso), poi divenuta sede dello IUAV, quindi sede di una fondazione bancaria e ora non mi è noto quale destino l’attenda. Gli ambienti della villa furono descritti da Canova, Denon e Byron, e Ugo Foscolo pare che proprio qui ebbe l’ispirazione per i suoi Sepolcri. Anch’io, più banalmente e in epoca meno lirica, ho avuto occasione di frequentarla.

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In Avventure di mare (edizioni Magenes), de Monfreid racconta come gli inglesi interpretassero il loro ruolo di imperialisti, ossia in modo non dissimile da quello poi degli Usa. Nel capitolo XXXIII si legge:

“Passo al largo di Berbera, di cui vedo danzare all’orizzonte gli edifici bianchi. È la capitale del Somaliland e la residenza del governatore inglese. Non è più legata all’impero delle Indie come Aden, ma è una colonia che dipende da Londra.

Questo particolare è molto importante: quando gli inglesi foanno massacrare tra loro due tribù sotto la direzione di Lawrence [Thomas Edward] forniscono le armi ai due belligeranti, ma uno le riceve da Berbera, l’altro da Aden.

Quando il primo si lamenta del fatto che vengono fornite armi al suo avversario, gli viene risposto che il governo delle Indie è assolutamente libero di fare ciò che vuole, e viceversa.

In questo momento il malmullah [sorta di capo religioso che saccheggia e depreda le tribù somale sottomesse agli inglesi] massacra e saccheggia con fucili Leemetford. Le tribù somale chiedono naturalmente protezione agli inglesi i quali approfittano dell’occasione per annetterli al Somaliland dopo averli lasciati spossare duramente dalla guerra”.


Ricorda nulla questo modo d’agire riguardo anche all’attualità?

(*) Personalmente non ho alcun dubbio che R. Franchetti sia stato vittima di un'attentato ordito dai servizi inglesi.

1 commento:

  1. Ricorda nulla questo modo d’agire riguardo anche all’attualità?

    L'Isis?

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