Chi
segue questo blog da un po’ di tempo sa bene quante volte ho ribadito che le rivoluzioni non si fanno in parlamento.
In quella sede si fanno le riforme, perciò scrissi più volte, testualmente, che
Grillo aveva perso un’occasione storica rifiutando e non cercando un accordo
con il Pd. Pensava forse di vincere queste elezioni dopo aver spaventato
pensionati, pubblico impiego e “garantiti”?
Non
serve aver letto Sun Tzu o aver frequentato i felpati ambienti dell’Aspen
Institute, bastava avesse assunto come consulenti politici ed elettorali, fin
dall’anno scorso, i vecchi Di Mita o
Cirino Pomicino, oppure perfino Mastella, oggi Grillo non avrebbe perso 2,5
milioni di voti dopo averne messo 8,5 in frigorifero per 14 mesi. Sarebbe al
governo, avrebbe eletto un nuovo presidente della repubblica, fatto una legge
elettorale meno pazzesca di quella cassata dalla Consulta, cambiato delle
“cose” da rivendicare come merito proprio, fatto fare tirocinio ai suoi con i bottoni della famosa stanza.
Il successo elettorale di Renzi sta
tutto negli errori strategici e tattici
di Grillo, il quale ha confuso la strategia con lo stratagemma e la “rete”
con la democrazia. Le rivoluzioni si fanno con le armi (roba da esperti, non da
ragionieri), mentre in “transatlantico” si possono stabilire dei compromessi
tra le parti, da tradire e rinegoziare il giorno dopo. Egli, peraltro, è convinto
che una proposta di legge, piovuta dall’alto, possa passare o essere respinta
con un clic del mouse. Questa non è democrazia, è una cazzata.
Come
già scrissi, Grillo ha mancato di realtà
politica e troppo tardi se n’è accorto, cosa paradossale per un uomo di
spettacolo scafato come lui. Se avesse abbandonato l’utopia e perseguito un
approccio pragmatico, avrebbe perso qualche frangia estrema, ma guadagnato
altri consensi più moderati (e solo Dio sa quanto siano moderati gli italiani).
Se non avesse disdegnato i media (Casaleggio si metta in testa che non è nella
posizione intellettuale e culturale di Guy Debord) e li avesse assecondati, non si sarebbe
trovato con le braghe in mano a compiacere l’ego di Vespa.
Quanto a Renzi, egli è uno che ha
imparato la lezione pur non avendo letto Debord (altri per lui l’hanno fatto), sa
intuitivamente che la politica-spettacolo è la vera dimensione del maneggio
politico, perciò lancia l’osso alla pubblica opinione e poi segue per la sua
strada. La sua fortuna politica dipenderà, più che dagli agguati interni che
gli tenderanno certi ambienti del suo partito, dalla capacità della destra
politica di darsi una leadership, di mandare finalmente a casa il vecchio
porco, di trovare un proprio showman da contrapporre alla “sinistra”.
Di
là di queste considerazioni di carattere locale e tutto sommato marginali, sta
il quadro internazionale della disputa, della crisi, di ciò che all’improvviso,
ma non come cosa imprevedibile, potrà succedere di qui alla prossima primavera,
in ogni momento.
Prima regola, non sottovalutare mai le 'beghe' interne (Civati e company sono moschini sulla cravatta, c'è ben altro). Intanto deve ultimare le nomine,chi,dove piazzare e da chi. Poi ci sono i direttori generali. Poi la Finanza (non c'è nessun potere forte o debole o i vari complotti : c'è il Potere e basta) Poi c'è Palazzo Giustiniani. ..... In tutto ciò la quintessenza dell'ecologia, prima di rottamare don Matteo attento!
RispondiEliminaOgnuno peraltro ha le sue fisime, io le mie, se molla Giorgio arriva Romano. Vedremo.
PS Mastella sta a Pomicino come don Abbondio sta a Mazarino.
Non possiamo essere invecchiati invano per commettere errori nel
casting. Pazienza il Beppe, lui è ancora giovane.
Pur rifiutandomi di votare, sono stato al seggio come scrutatore. Nel cuore elettorale del PD. Lo spettacolo di una marea di anziani, molti dei quali non benestanti, non pochi così vecchi che tirano la vita coi denti, che dopo una vita passata a votare PCI e Democrazia Cristiana ora votano PD qualunque cosa accada e facessero pure segretario un cavallo è stato molto istruttivo.
RispondiEliminaL'astensionismo al 42% sarebbe un buon segno - del tutto insufficiente, certo, se si pensa che altrove in Europa neanche un astensionismo al 60% (fosse anche al 99%, se è per quello) schioda i vecchi e nuovi banditi dalle loro poltrone.
Sarebbe un buon segno se non sapessimo che alle politiche il dato calerà nettamente. Nessun gregge è tanto gregge come quello italiano. Il fattore psico-etnologico, o etno-psichiatrico, in Italia è determinante.
Per il resto l'analisi di Olympe, al solito, è perfetta.
Mi accodo al perfetta.
EliminaSono così moderati gli italiani?
RispondiEliminaCuriosità: ma quali sono gli altri europei che distinguendosi dagli italiani non hanno il "vizio" di essere moderati?
XXX
L'Italia è l'unico paese ad essere alleate della Germania contro il resto d'Europa. Ricorsi storici.
EliminaL'Italia soffre di fondamentalismo moderato.
UK e Francia guidano un plotone di paesi in cui il populismo nazionalista avanza. E valli a chiamare moderati
In Portogallo e Spagna le sinistre radicali avanzano.
L'astensione dilaga. E valli a chiamare moderati
In Grecia una sinistra socialdemocratica, ma non i socialisti, primo partito, kke al 6,5,
L'Italia con la % più bassa d'astensione, ma soprattutto è il gregge d'indole moderata pure nel segreto dell'urna.
Certo che la disponibilità umana nel nostro paese è a dir poco mortificante, e alla fine si sublima tutta in un gregge indistinto : giovani amebe 'informaticamente' devastate e vecchi poveri e irrimediabilmente rincoglioniti, con l'indirizzo di casa appuntato sulla giacca, non si sa mai.
RispondiEliminaRimangono ,e ci contiamo, solo pochi giovani o maturi, tutti fisicamente integri, sufficientemente istruiti e ideologicamente orientati - ovvio dalla parte giusta -
Sono perfettamente d'accordo: quella gente che fatica a distinguere le specie animali e plagiata da tessere obsolete, prima si toglie dalle palle meglio è.
Chiunque avesse indovinato la mossa di dare 80 € al mese, già da subito a maggio, avrebbe preso il 41%. Ed all'annuncio ufficiale (già largamente anticipato) di darli anche a disoccupati e pensionati ... prenderà il 50 e passa %'. E ti dico di più. Se a Natale annuncia panettone e spumante per tutti, una bonus card di 50 €, struffoli e pastiera, la colomba a Pasqua, lo sconto alla cassa, la dentiera, la pensione a 800 € .... beh insomma ... prenderà la corona da re. Ed i vecchietti, dai letti delle case di riposo, si alzeranno con ritrovata vigoria per recarsi alle urne a votare.
RispondiEliminaIl popolo aspettava il suo re. E l'ha trovato.
Ciao cara.
Il limite di Grillo è stato quello di seguire lo stesso schema delle elezioni politiche: "O noi o loro... Tutti a casa", "Noi siamo il nuovo, voi siete vecchi". Il problema è che stavolta davanti non aveva appunto il vecchio ceto politico ex Pci/pds/ds ma Renzi, cioè qualcosa di diverso e di molto ma molto più pericoloso meno prevedibile di Bersani.
RispondiEliminaIn più Renzi è cresciuto culturalmente a 2 scuole: quella della dc e quella della tv commerciale berlusconiana di cui sa usare linguaggio e di cui conosce le regole. In più ha messo sul piatto il carico da briscola degli 80 euro. Per cui ecco passare da un parte all'altra 2 milioni di voti.
In più ha sbagliato toni e linguaggio, ha sopravvalutato l'impatto degli ultimi scandali- gli arresti per expo, Carige...- e poi con la storia dei processi popolari in rete ha spaventato e fatto scappare elettori, ha perso credibilità cortocircuitando i ruoli tra politico e showman. In tanti avranno pensato" Bella trovata per il suo spettacolo il plastico e i processi, stavolta però meglio mettersi in saccoccia 80 sacchi e risparmiare i soldi del biglietto"
Bel commento.
EliminaRenzi ha portato a compimento una trasformazione antropologica del partito(ormai i più onesti intellettualmente e spesso giovani tra i piddini lo riconoscono). Se il ragazzo voleva entrare nella Storia ci è già entrato. Vediamo come ne uscirà, io intanto compro popcorn