sabato 10 maggio 2014

Non si può partire dal nulla


La politica ha sempre rappresentato poco il punto di vista e gli interessi di chi lavora, e nei nostri anni dobbiamo prendere atto che è scomparso anche quel poco. Ben oltre un secolo di lotte, d’idee, di coscienza di classe e di definizione consapevole degli scopi, sono stati dichiarati estinti. Dicono morta perfino la storia, quella nostra of course.

Un unico linguaggio, quello neoliberista, domina tutto il discorso pubblico, e il linguaggio non è neutrale, è la coscienza reale.

Conosciamo le promesse del mercatismo: le privatizzazioni, la concorrenza e i vantaggi derivanti in termini di servizi e di tariffe, le nuove “opportunità”, e bla-bla-bla. Infatti constatiamo i livelli, inediti nel dopoguerra, della disoccupazione e del precariato, soprattutto giovanili, le ansie, le frustrazioni, le spinte alla disperazione, le chiusure individualistiche, le illusorie evasioni …..

Basterà la promessa di un aleatorio reddito sociale a salvarci? Vivere d'elemosina? E il lavoro, quando non è semplice schiavitù, abbiamo pensato a quanto è importante?



Qui sta il fondamento della controrivoluzione sociale e culturale che ha scavato con metodo ormai da molti anni. Controllando i principali mezzi di comunicazione sociale, la borghesia e i suoi rappresentanti-mandatari hanno imposto la loro visione del mondo e ci hanno convinti che i loro interessi coincidono esattamente con quelli collettivi, che fuori dal mercato c’è solo stagnazione e miseria, inefficienza e burocrazia, che il Bene lotta contro il Male e infine vince. E il Bene è lo status quo.

Nella formazione sociale capitalistica la produzione di sapere è sempre produzione di senso ideologico contro le classi subalterne, condizione della riproduzione del dominio della borghesia. Ed è proprio perché quel sapere come potere politico sugli altri ha vinto che ci troviamo in questa situazione. Come possiamo produrre un sapere del possibile, un progetto di alternativa sociale radicale, imprigionati come siamo in rapporti di produzioni alienati che sentiamo propri come la nostra pelle?

Come fai a rendere credibile il progetto di un socius evoluto diverso dall’attuale quando la prima obiezione che ti senti fare riguarda i soliti luoghi comuni di fallimento troppo a lungo protratto e che fu chiamato socialismo reale? Come uscire da tale morsa, da un equivoco così madornale? Abbiamo avuto torto nel scorgere all’orizzonte prospettive nuove di ricomposizione delle vecchie antinomie, di possibilità tutte da reinventare?


No, non abbiamo avuto torto, ma non possiamo compiacerci di aver avuto ragione laddove i risultati, almeno per il momento (che dura ormai decenni) sono questi. Del resto le idee non cadono dal cielo, e, come diceva quel tale, è l’essere sociale a determinare la coscienza. Proprio partendo da questa premessa, credo che le nuove generazioni, se non vorranno restare inghiottite in nuove tragedie che già si preparano per il controllo del pianeta e delle sue risorse limitate, dovranno inventarsi qualcosa di nuovo e alla svelta, qualcosa che non può avere come presupposto gli stessi rapporti sociali e internazionali di adesso. Come fare? Siete voi che dovete trovare la risposta. Quanto a noi, ci sentiamo già troppo vecchi e al massimo possiamo suggerire di dare un’occhiata sugli scaffali più alti e polverosi: non si può partire dal nulla.

14 commenti:

  1. Dopo avere letti testi non proprio di attualità, se ne viene condiviso il senso bisogna altrettanto comprenderne il programma e lo stile di vita che la teoria presuppone,qui sta il punto: questo non significa accettare per intraprendere la via della Trappa. La sola attuale condizione economica e geo politica costringe ma non persuade. Può essere più convincente quella ambientale (per i meno giovani un buon esempio anche se episodico il Kippur del ’73) e delle risorse in generale.
    Ci sono anche altri brevi testi :
    Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, 1974

    Gli attuali vecchi comunque non possono chiamarsi fuori.
    Cerchiamo di non essere troppo pessimisti, molti giovani con idee trasversali, hanno compreso che è più importante la qualità della vita.

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  2. Nella neonata trasmissione AnnoUno (servizio pubblico) ho assistito a dei diverbi tra giovanissimi (23 anni) che per dimostrare di non essere figli di papà si declinavano in faccia, arrabbiatissimi, i loro curriculum, i tanti lavori fatti sin dalla più tenera età, il 110 e lode a 22 anni con 3 borse di studio, l'aver messo su una start up con 4000 € e di aver sempre lavorato e studiato sin da quando allattavano. In contrasto con altri giovanissimi ragazzi presenti in studio che si lamentavano (con Renzi ospite in studio) del lavoro che non c'è. Dei perfetti schiavi che invitavano gli altri schiavi più debosciati a darsi da fare per costruirsi in fretta la loro gabbia senza aspettare che il buon Renzi di turno regalasse loro catene e palle al piede. La schiavitù bisogna volerla, amarla, conquistarla. Nessun boia verrá mai a tagliarti la testa a casa tua! Sei tu che devi andare da lui e metterti in fila per fartela tagliare.
    Quasi tutti gli umani sono di discendenza aliena con il DNA modificato ad hoc. Programmati alla schiavitù ed all'obbedienza. Traduco: la coscienza (sia individuale che di gruppo) si forma con quanto si riceve nel proprio habitat (quindi dai mass media). È generalmente un processo semplice e lineare e sono in pochi a farsi domande diverse dalle risposte preconfezionate fornite dalla società. L'individuo schiavo, sin dalla nascita, viene metaforicamente incaprettato secondo lo stile mafioso. In tal modo con ogni movimento o tentativo di liberarti ti ammazzi da solo. L'unico intervento liberatorio, in questo caso, può venire dall'esterno. Arriva qualcuno che ti taglia le corde e ti libera. Quel qualcuno, penso, è la tecnologia. Solo la ricchezza e l'abbondanza di energia e di risorse (unitamente ad una super drastica riduzione di umani sul pianeta) potrà rappresentare una svolta nel rapporto padrone-schiavo che fino ad oggi ha scandito la storia (cronologia di avvenimenti tra sudditi e tiranni).
    Ciao cara
    Continuerò dopo (spero)
    Ciao

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    1. a prendere quelle cose un po' seriamente l'unica domanda sensata da rivolgere a renzi era:
      ma lei, senza aver mai fatto un lavoro, come ha fatto ad arrivare lassù? al che ti avrebbe risposto che lui è stato uno stakanovista
      ciao

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    2. Al tempo di Spartaco c'erano milioni di schiavi in Italia. Eppure il suo esercito arrivò forse non più che ai 50.000 - 60.000 uomini, non pochi dei quali oltretutto non erano nemmeno schiavi: contadini poveri, proletariato di villaggio, perfino alcuni liberi di discreta condizione sociale ed economica. Nelle città e in larga parte delle campagne gli schiavi non mossero un dito. E non era solo la paura della rappresaglia. C'era sempre la speranza di diventare liberti, "lavorando sodo" e facendo tutto come voleva il padrone. La carota della "mobilità sociale", la farsa della meritocrazia, il mantra dell'"ammazzati di lavoro che poi emergi e arrivi in alto". Sembra oggi.

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    3. non ricordo più quale autore classico descrisse la disperazione nella quale piombavano gli schiavi manomessi nel tardo antico, poiché in tal modo essi venivano a perdere la loro sicurezza alimentare e un tetto

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  3. "Ma non eravamo tutti comunisti? Ma non era una bella idea il comunismo? Una bella idea che è stata applicata male.

    Invece il capitalismo non è applicato male! Il capitalismo è questo!

    Il capitalismo sfonda e ammazza milioni di persone. Il capitalismo entra nei paesi e li disintegra, e poi si sposta in un altro e disintegra anche quello.
    Il capitalismo non prevede la democrazia. Infatti funziona solo in Cina."

    Beppe Grillo ripete questi concetti in ogni comizio.
    Se non metti la testa sotto la sabbia, sempre a quel bivio ti trovi.


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  4. Penso anch'io di non avere torto nel cercare prospettive nuove di ricomposizione e di non avere torto a continuare a lavorare attivamente per cercare insieme ad altri alternative sociali all'esistente.

    Constato quotidianamente le difficoltà, l'immobilismo, i piccoli passi che sono talmente piccoli che sembra di stare sempre fermi.

    Ma credo che ci sia una percezione in giro che non faccia sembrare credibile nemmeno la propaganda quotidiana della classe dominante. La percezione che sento è "questo sistema ci ha fottuti. Non abbiamo più un lavoro stabile, moriremo precari, finti imprenditori, finte partite i.v.a. e senza pensione.." In questo la propaganda neoliberista borghese ha sempre più bisogno di effetti speciali e di specchietti per le allodole- vedi gli 80 euro- che però vengono accolti con scetticismo. Per fortuna, penso io magari illudendomi.

    Certo, siamo specialisti nello sprecare occasioni. Nel rifugiarci- non io, ma non vuol dire nulla- nella ricerca del prossimo salvatore della patria.

    Il vero disastro è la mancanza di formazione politica di questi anni. Il culto dell'immagine a danno della sostanza, del lavoro quotidiano. Il non capire che molte volte si è anche noi parte dello "spettacolo" e dei rapporti sociali che questo produce.

    Ma dopo anni di manifestazioni/evento che dovevano creare un movimento e una coscienza di classe che non c'era e non si è creata forse qualche passo nella direzione giusta c'è. Reti sociali, lavoro e presenza sul territorio, ad esempio. In molti luoghi spazi per lavorare ci sono. E' poco ma non si può pensare di snobbarlo questo lavoro.
    E- a proposito di "idee che non cadono dal cielo"- ho spesso la sensazione che siamo seduti su una miniera d'oro e non ce ne accorgiamo....

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    1. infatti, seduti su una miniera d'oro, è appunto questo l'invito a rispolverare

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  5. La tecnologia sarà strabiliante nei prossimi decenni. Altro che scrivere questo commento col tablet mentre sono in treno che torno a casa seduto tra genny a carogna e Giorgio 'o Gnorri che, guardandomi mente scrivo, stanno sicuramente pensando di fotterselo ritenendo che sia un costosissimo iPhone.
    Bioingegneria e nanotecnologie, oltre a tutti gli altri settori, rivoluzioneranno davvero la qualità della vita e la terra potrà, potenzialmente, diventare un Paradiso. Siamo macchine apparentemente super complesse (e quindi, si ritiene, create da un dio) ma che invece sono solo all'inizio della loro "evoluzione" (?). Come l'uomo all'età del ferro. Nuove o modificate forme di microrganismi ripuliranno mari e Monti (l'anima de li mortacci sua) e ci sarà energia pulita ed abbondante. Inoltre sono stufo di leggere dalla mattina alla sera con occhi stanchi e vita sedentaria. Voglio tutto e subito. Non un libro al giorno ma tutti i libri in un secondo. Voglio essere sempre collegato con tutto mentre nuoto o corro sui prati. E mettetemelo pure sto cazzo di chip sottocutaneo! Pensa ai bambini bilingue che parlano e pensano in tante lingue diverse già a pochi anni di vita senza dover fare da grandi improbabili corsi serali al british institute. Il cervello è potente come una Ferrari che però avanza come una lumaca. Saranno, grazie alla tecnologia, probabilmente proprio la ricchezza e l'abbondanza il segreto per vivere in pace e consentirci finalmente di dedicarci all'arte e/o al dolce far niente. Il lavoro dovranno farlo solo le macchine e non più umanoidi schiavi. Si lo so che sembra fantascienza con tutte le discussioni sugli 80 euro di Renzi e l'expo di milano e bergoglio e previti e dell'utri e genny a carogna. Ma sono convinto che andrà così. In questi anni stiamo semplicemente assistendo alla fine di un mondo basato sul capitalismo e sulla schiavitù. Finché esisterà il lavoro ci sarà un padrone ed uno schiavo. Il lavoro - essendo fatica, sacrificio, sforzo - presuppone che ci sia uno più forte che costringe l'altro più debole a faticare per lui. Ai padroni hanno fatto comodo sette/otto miliardi di schiavi pronti a fare di tutto in cambio di un tozzo di pane. Ora non sanno che farsene. Il grosso è materiale di risulta, sfrido da gettare in discarica. E lo saremo sempre di più (inutili).
    Continuo dopo (se posso)
    ciao cara

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  6. Aggiunta (modesta). Alle classi subalterne manca (molto) un partito e/o movimento che contribuisca fortemente al recupero della coscienza di classe. Per guardare solo a livello europeo, i cosiddetti movimenti anti-sistema sono tutti consustanziali al sistema stesso, in quanto qualora essi "vincessero" alle urne e "prendessero" il potere, cambierebbero solo quelle cose affinché nulla cambi.
    C'è da essere sfiduciati e pessimisti e anch'io lo sono; tuttavia, rimettere in circolo Marx, come fai tu, è cosa che politicamente e intellettualmente preziosa, è un "offrire" coscienza/conoscenza - e tanto basta per resistere.

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  7. Il termine generico di Tecnologia è omnicomprensivo : il suo utilizzo a scopo liberatorio ,come il progresso, rimane strettamente legato a ciò che diceva un lettore : al suo buon uso. Che l'uomo riesca ad orientarne sempre usi e fini, e nel contempo a limitarne la crescita fuori scala questo è un bel problema. Oltre alle guerre come salute del mondo, qualcuno ci è riuscito a ridurre tecnologicamente i consimili ma la cosa non è piaciuta più di tanto.

    Per raggiungere a piccoli passi l'obiettivo, ritengo che la visione di programmi tv adulti o neonati tipo Anno Zero non consentano ai giovani nè tanto meno ai vecchi di formare o trasformare la propria coscienza personale, considerando oggi tali masochismi una componente essenziale del nostro habitat mediatico.
    Tra l'altro mi sembra difficile comprendere come possano costituire un confronto minimamente utile, quando se ne sanno in partenza gli epiloghi
    (nel caso ospite Renzi o altri : si continua a seguire il programma ? Cosa ci potrà dire di nuovo oltre ai non se ne può più 80€, quando sai che te li riprende con Tarsu, tickets e compagnia bella ?)

    Un uso positivo della tv potrebbe essere la visione coatta nei paesi del 'terzo mondo' come alternativa ad altre consuetudini notturne.

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  8. L'utilizzo permanente di ifone, ipad, tablet,e altrettanti marchingegni in tram, treno, ospedali e in ogni altro luogo possibile è imbarazzante. In treno nonostante le avvertenze, abbiamo l'opportunità di fare esperienza di ogni tipo di suoneria, ma soprattutto di partecipare tutti ai cazzi di tutti (questa sì una vera conquista di compassione sociale). In tram 8 su 10 persone sono immersi nell'habitat informatico e si va dal giochino pirla alla conversazione che dipinge sul viso una vasta gamma di espressioni ebeti.
    Uso indiscriminato della tecnologia.

    Comunque non è detto che tutti accettino di essere bonariamente gettati in discarica. Per una buona percentuale siamo consapevolmente partecipi. Ognuno infine è responsabile del proprio destino.

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    1. Il tablet (e/o ipod) si usa prevalentemente per leggere scrivere e navigare su internet e quindi l'unica suoneria possibile è quella della sveglia la mattina per ricordare allo schiavo di andare dal padrone; suoneria che puoi ovviamente escludere se ti piace sentire il tradizionale campanello della tradizionale sveglia con il suo tic tac sul comodino (mia madre ha ancora quella con il gallo che becca il granone ad ogni secondo); il cellulare (o iphone o smartphone) è invece dotato di più o meno perverse suonerie dovendo servire, tra l'altro, a telefonare. Il buon uso di ogni cosa è sempre dettato dal buon senso che, a sua volta, dovrebbe essere guidato dall'educazione che a sua volta è imparentata con l’etica che a sua volta è figlia della coscienza che a sua volta si forma e si sedimenta con l’intelligenza che, unitamente all’esperienza ed alla sensibilità, determina la “saggezza” che con l’intelligenza non ha, a sua volta, più nulla a che fare.
      Non siamo responsabili del nostro destino (se non in infinitesima parte) così come non siamo responsabili della nostra nascita (voluta da altri senza chiedere alcun permesso) e della nostra morte (che arriva ineluttabile senza chiedere alcun permesso).
      Buon fine settimana
      Ciao

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  9. Come ovaiole, all'accendersi della luce nel pollaio, cominciamo a beccare anche senza essere affamati: ancora, ancora, di più, di più. BISOGNA sempre creare nuovi BISOGNI. Esempio pratico: stiamo lottando nel quartiere contro un'antenna MOSTRO di 36 mt.che si vorrebbe installare senza rispettare la regolamentazione esistente. Qal'è lo scopo del GRASPO a cui attaccare le antenne ?
    L’obiettivo pratico: entro il 2020 dovremo riuscire a scaricare un intero film da 800MB in un secondo o poco più. Oggi per un’operazione del genere con il 4G in teoria ne servono circa 40 di secondi (nella pratica ben di più). Questo passo avanti cambierà decisamente le nostre abitudini in mobilità, potrebbe fare esplodere l’intrattenimento 4k, così come mutare i flussi di lavoro, rivoluzionare il cloud computing e provocare trasformazioni nei comportamenti social ora non prevedibili.

    Con la crescita esponenziale del traffico dati (dai 1200 petabyte del 2012 ai previsti 14000 petabyte del 2018) e le conseguenti esigenze di banda più veloce, il 5G è un po’ una strada obbligata non solo per l’evoluzione dei servizi Web based, ma per la sopravvivenza stessa del web. Se ora nel pianeta esistono circa 2 miliardi di smartphone, si prevede che nel 2019 la quota salirà a 5,6 miliardi (secondo una indagine di Ericsson), con 9,1 miliardi di abbonamenti (nel 2018). Aggiungiamoci un altro miliardo fra PC e tablet (per non parlare delle auto connesse, dei frigo, dell’Internet delle Cose), ed è chiaro quanto il mondo abbia fame di banda.
    Beccare, beccare, beccare,.....

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