Malgrado tutte le nostre analisi,
i nostri ragionamenti, il sistema continua per la sua strada. Una vera e
diffusa opposizione sociale, in Italia e in Europa, non si vede e le ragioni
sono arcinote se finanche Grillo, per certi aspetti, ha saputo coglierle, farle
sue per un breve momento, e dissiparle nell’illusione di poter fare la
rivoluzione dal parlamento (italiano o europeo poco importa). Grillo confidava,
da anni, nel botto del debito pubblico, nell’insostenibilità del sistema
pensionistico e della spesa. Le contraddizioni del sistema le coglie alla
superficie, ma non per questo sono meno vere e non è detto che, nel tempo,
Grillo possa gridare al mondo: “Avete visto, avevo ragione io!”. Per quali
ragioni profonde possa aver ragione Grillo, non lo sa nemmeno lui poiché la sua
analisi si ferma a Casaleggio (sai che roba!).
Bisogna partire dai numeri e dai
fatti: l’export tiene, l’import flette sul calo dei consumi interni, gli
interessi sul debito sono crollati per l’intervento da un lato della Bce e dall’altro
per l’esaurirsi dei motivi politici che avevano alzato lo spread. E se l’euro
non consente svalutazioni monetarie si agisce sui salari, come avviene da molti
anni, ed è per questo motivo – e perché con la crisi si va modificando la
struttura produttiva – che alcuni settori produttivi registrano una lieve
ripresa. La gente si vuol tenere stretto quello che ha, per quanto sia
instabile e provvisorio, come mostrano gli accordi alla Elettrolux. Vince la
paura sulla voglia di cambiamento. Non è solo il caso italiano. In Francia gli
statali vengono bastonati e tuttavia gli scioperi sono un fiasco, in Spagna e
Portogallo (non parliamo poi della Grecia) è stata fatta carne di porco dei
contratti di lavoro, peggio, se possibile, che da noi.
Restano i dati Istat sulla
disoccupazione, sui milioni di poveri e l’emigrazione italiana all’estero. Come
si spiega dunque, da un lato il successo del Partito di Renzi e dell’altro il
tracollo di Hollande? Che chi va a votare – sono sempre meno – non ha più alcun
riferimento, alcuna certezza, alcun collegamento, ossia vota turandosi il naso
e incrociando le dita, spera in meglio e tira a campare. In Francia tornerà a
governare la destra e in Italia succederà lo stesso non appena si ricompatterà
il suo fronte su una nuova leadership carismatica. Il prossimo scossone
finanziario, forse già in autunno, ci porterà qualcosa di nuovo: saranno solo
paure?
In modo molto prosaico io credo che finchè ci saranno le pensioni dei genitori/nonni a fare da ammortizzatore sociale in Italia non succederà nulla.
RispondiEliminaDopo il baratro?
Un caro saluto.
Roberto
Questo vale soprattutto per il sud dove ,da tempo, molte famiglie reggono sulla pensione dei nonni. Dopo, il baratro, ci sarà nei conti correnti degli italiani. Nonostante tutto la guerra civile non la vuole nessuno.
EliminaSono d'accordo sul fatto che in questo momento vinca la paura e la gente si tiene stretto quello che ha.. Però credo che al centro delle prossime mosse del governo ci saranno le privatizzazioni e l'attacco ai servizi pubblici locali. E' una torta che fa gola a tanti: intanto si sta muovendo la cassa depositi presiti col fondo sviluppo italia per creare una holding che riunisca le principali società multiservizi ex municipalizzate come Hera, Acea, Iren... E' la strategia che si temeva prima e subito il referendum sulla privatizzazione dell'acqua e inciderà ancora sulla tariffe e sulle tasche dei cittadini e svuoterà quel poco potere che hanno le amministrazioni locali. Per il resto le speculazioni vanno e vengono, il deserto industriale resta, l'occupazione sarà sempre più precaria.
RispondiEliminaE in più tra un anno cominceremo a fare i conti col fiscal compact....Non credo siano solo paure: il sistema- che ha trovato in Renzi un suo equilibrio- continua a camminare sulle macerie che crea.