Sovente, quando s'approcciano
delle biografie, capita d’imbattersi in frasi di questo tipo:
“Nato/a da una famiglia alto
borghese, crebbe in un ambiente d’alta cultura, in una casa frequentata da …..”.
E qui comincia la teoria di nomi
aulici frequentatori di palazzi in cui nacquero e crebbero molti dei
protagonisti dello scibile, dell’arte, della politica, dell’economia, polemisti
e giornalisti, burosauri e prelati. Lo sappiamo bene, è sempre lo stesso intreccio di vite, di nomi
e carriere.
C’è da chiedersi se questi
protagonisti chiarissimi e illustrissimi, passando da una maison ad un’altra,
da un boudoir a un cenacolo, trovavano poi il tempo e la voglia per occuparsi delle loro attività
erudite e delle loro professioni d’ingegno.
Ad ogni modo, resta il blasone, il
marchio distintivo che accomuna, quello di essere nati e cresciuti in ambienti
alto-borghesi, di aver frequentato la medesima società, parlato la stessa
lingua che interpreta e giudica il mondo con istinto sicuro e da ampie e
luminose balconate.
Ecco, quando ci chiedono cosa
intendiamo per classe borghese e per ideologia di riferimento, possiamo fare
esempi di questo tipo, precisando tuttavia che oggi la qualità della razza è
assai scaduta nella misura in cui s’è impoverita l’arte della conversazione e i
suoi temi. Per tacere del resto.
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