lunedì 30 luglio 2012

Ecco gli exit poll delle prossime elezioni



Leggo che il Partito democratico, ossia la cricca che lo dirige, sarebbe contrario alle cosiddette preferenze nell’eventuale nuova legge elettorale. Non entro nel merito perché la cosa non m’interessa, né mi turbano, per contro, certi slanci morali, avendo chiaro da decenni che la democrazia in Italia è un affare di camorra e di mafia, di robusti affari e grandi interessi, in cui il parlamento è la sede legale dove avviene la gestione e spartizione dei posti e del bottino. Di questo dibattito sulla nuova legge elettorale, trovo però su internet alcuni curiosi e genuini commenti. Ne riporto uno testuale e preso dal blog di Gilioli:

io sono meridionale, ho votato fino allo scorso anno in Campania, ti assicuro che preferenze o meno il voto di scambio c’era e c’è. La differenza consiste nella gestione del voto di scambio: con le preferenze, ogni candidato ha un suo pacchetto di voti, a suo nome, che si porta con sé nel tempo, lo seguono, anche se cambia partito; senza preferenze, il candidato possessore di pacchetto porta il suo pacchetto in dote al tale partito X e chiede agli elettori di votare la lista, non il suo nome. Esempi:

      nel 2008, nel mio collegio, campania 2, con il Porcellum in atto, Veltroni segretario non volle candidare nel Pd il vecchio De Mita; lui – armi, bagagli e pacchetto – andò all’Udc e candidò il nipote; il nipote risultò primo dei non eletti alla Camera, col pacchetto di voti dello zio. pacchetto ingente, che funzionò l’anno dopo quando lo zio si candidò alle Europee (con preferenza);
      sempre nel 2008, tale democristiano siciliano di vecchia guardia, passato al Pd – Cardinale fa di cognome – non si candidò, ma Veltroni mise nelle liste sua figlia (la figlia di Cardinale); il pacchetto di voti del padre passò integro alla lista Pd e difatti la figlia venne eletta;
      come si fa a far eleggere i cooptati, col Porcellum (segretari, portaborse, assistenti, fidanzate, figli)? li si piazza nelle liste dei collegi sicuri, dove i maggiorenti locali hanno pacchetti così ingenti che bastano a eleggere se stessi e altri, perché i voti alla lista sono così tanti che gli eletti scorrono fino a posizioni basse della lista;
      come si fa, invece, a far eleggere i cooptati, con le preferenze? si fa col sistema numerico che si vede nel film “il Portaborse”: tu, elettore mio, di me capoccia locale, voti me, che sulla lista sono il numero 1 e i numeri 5 e 12 (cooptati miei, della corrente mia). In questo modo, ogni Ape Regina locale si trascina con sé un paio di api operaie. Peraltro, si riesce – come spiegato nel film – al millesimo a controllare se la tale famiglia Tizia-Caia ha dato i voti precisi, secondo tripletta indicata.

Cosa significa? Che se io, capoccia locale, ti indico come votare in cambio di qualcosa, ti spiego se devi votare me, il mio nome, o il nome del partito.

Fatta la legge, trovato l’inganno: il guaio vero delle preferenze (e motivo per il quale Bersani non le vuole, a mio parere) è che viene meno la sudditanza fra colui che ha redatto le liste (”io sono il capo, io ti ho messo in lista in posizione alta e tu sei stato eletto”) e colui che viene eletto (”devo obbedire al capo perché mi ha consentito l’elezione”). Con le preferenze, l’eletto dice al capo: “faccio come mi pare, sono voti miei”.
Esempio: guarda tutta la diatriba fra i bersaniani e Adinolfi; cosa dicono i bersaniani ad Adinolfi? “Tu stai in parlamento coi voti del pd, non tuoi, perciò non puoi criticare il pd, devi obbedire”.
E questo è il nodo cruciale: un parlamento di soldatini obbedienti VS un parlamento di capetti locali.

PS: il manifesto riprodotto si può trovare cliccando QUI.

5 commenti:

  1. Già, già! ma come se ne esce?

    E poi scusi, ma se lei dice: a che serve votare? a noi, di queste analisi, che ce ne frega?

    M

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  2. Già,già,

    troppa fatica usare la testa.

    A noi interessa qualcuno che ci dia la pappa pronta.

    E, mi raccomando, che sia qualcosa di semplice.

    Ciao, gianni

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    1. Che vuoi dire gianni?
      Se faccio notare qualche contraddizione e tu usi i sistemi che usano tutti gli altri, ossia derisione ironia, infarciti con aria di sufficienza e quant'altro, senza prendere seriamente in considerazione la/e critica/che,...allora sei tu, che sei un sempliciotto che si crede migliore di altri.
      Questo commento di Olympe, è una RIDONDANZA , seppur scritto bene. Nel frattempo gianni, siamo alla canna del gas, e ripeterci tra di noi che questi del PD sono delle merde al servizio del Capitale, non ci salverà, è chiaro?

      M

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  3. Olympe, le segnalo un articolo di Luigi Zingales, noto economista liberista, apparso ieri sull'espresso: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/amo-il-mercato-ma-non-cosi/2187796

    Che ne pensa di questi irriducibili fautori del libero mercato? Le cito un passaggio: "Il mercato, con le regole giuste, funziona. Ma chi ha l'interesse che le regole siano giuste? Non le grandi banche, che guadagnano dalle inefficienze, né i regolatori, che hanno preferito ignorare il problema. Senza un sano controllo democratico il capitalismo diventa corrotto. Questa corruzione non si risolve sopprimendo il mercato, ma rendendo il mercato più trasparente, più competitivo, più... vero mercato"

    Saluti

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    1. grazie della segnalazione. mi pare di aver risposto altre volte cmq ritornerò sul tema

      ciao

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