lunedì 9 luglio 2012

Genealogie


Mi chiedo se si stiano approssimando le condizioni straordinarie nelle quali la sola pietà consentita sarà quella di essere spietati con i responsabili della catastrofe. Se così fosse, resterà poi da vedere se nella rete cadranno solo pescetti e qualche improvvido tonno nostromo dato in pasto alla plebe perché si abbandoni senza ritegno ai riti della mattanza. Il rischio più forte è che poi tutto ritorni sostanzialmente come prima perché in giro ci sono idee “rivoluzionarie” troppo semplici e quindi destinate a fallire non solo per la forza delle classi proprietarie ma per la debolezza della proposta. Si è visto giusto un secolo fa con Zapata, tanto per dire di uno che non si faceva certo intimidire. Pensa con tipi come Grillo o gli indignati alla Saviano. Un momento signori, prima di tagliarvi la testa devo fare un bagnetto refrigerante a Porto Cervo! Oggi poi lo sviluppo mediatico e il suo controllo hanno raggiunto tale livello che è possibile falsificare sia la produzione e sia la percezione delle cose a tal punto che la borghesia può avere paura soltanto di se stessa.

Eppure qualche dubbio serpeggia se una lucida canaglia come Zbigniew Brzezinski scriveva già qualche tempo fa: «Il nostro secolo non è più una semplice epoca rivoluzionaria; noi entriamo in una nuova fase di metamorfosi della storia umana. Il mondo si trova sulla soglia di una trasformazione più drammatica per conseguenze storiche e umane da quella generata dalla rivoluzione francese e da quella bolscevica […] Comunque oggi possa essere scioccante nel 2000 sarà riconosciuto che Robespierre e Lenin furono dei riformatori moderati (America in the Technotronic Age, ora nel volume: Between Two Ages: America's Role in the Technetronic Era)».

Nelle epoche più remote il rischio individuale per chi deteneva il potere era più alto. Nel 1789 fu la stessa aristocrazia a innescare il movimento credendo di mettere in difficoltà la monarchia e sicura di poter poi controllare il botto. Come già ebbi a osservare ci furono petizioni di cittadini inviate alle pubbliche autorità perché le ghigliottine fossero trasferite dalle piazze ad altri luoghi. Il motivo delle doglianze non era di ordine umanitario come potremmo immaginare noi mammolette d’oggi, ma di ordine economico. L’odore del sangue non aveva impregnato solo le piazze, ma anche i muri delle abitazioni, facendone scadere il valore immobiliare.

E tuttavia pare che durante la rivoluzione meno del venti per cento delle teste ghigliottinate fossero aristocratiche. Inoltre ciò che sappiamo del modo di vivere dei nobili spossessati allora dimostra che ad essi non mancarono agiatezze anche dopo. Allo stesso modo, dagli atti notarili, sembra non sia una favola quella che vuole i contadini repubblicani restituire spontaneamente certe proprietà da essi acquistate all’asta e senza pretendere compensi. In tal modo gli scampati alla mannaia, deposta la parrucca, ripresero a giocare a whist nei loro salotti con le nature vive di Chardin alle pareti.

Sono cose che Olympe potrebbe confermarci in prima persona se non fosse per un certo mal di capo sopraggiunto nel brumaio del 1793. Paradossalmente suo figlio Pierre de Gouges, già ufficiale della guardia reale alla corte di Luigi XVI e poi, durante il Consolato, confermato nel grado di generale di brigata, fu inviato a comandare la guarnigione della Guyana nel 1802, proprio nel momento in cui il governatore Victor Hugues ripristinava la schiavitù contro la quale sua madre Olympe si era tanto spesa. La sorte volle che egli morisse il 17 piovoso dello stesso anno di malaria a Macouria (oggi: Macouria-Tonate, Cayenna).

Pierre fu sposato con Maria Hyacinthe Mabille, con la quale ebbe alcuni figli, tra i quali due figlie, Charlotte e Anne-Hyacinthe-Geneviève. Rimasta vedova, Maria Hyacinthe si risposò con un certo signor Audibert, originario di Marsiglia, ispettore generale delle foreste. Poi quando nel 1809 la Guyana fu invasa dai portoghesi, Maria fuggì con le figlie verso la Francia, ma la nave sulla quale viaggiavano fu catturata quando entrò nel porto della Guadalupa, sconoscendo che era in mano inglese. Maria Hyacinthe morì sulla nave.

Il destino volle che a Guadalupa fosse sbarcato il capitano inglese William Wood, nato a Hasting. Sembra che conobbe Anne-Hyacinthe-Geneviève ad un ballo. Si sposarono e il capitano continuò la sua carriera militare e combatté a Waterloo. Si ritirò dall'esercito nel 1824. Alcuni anni dopo, egli e sua moglie e cinque figli emigrarono in Terra di Van Diemen (Tasmania) incentivati dall'offerta di terreno ai pensionati militari. La famiglia arrivò a Hobart Town il 25 ottobre 1829 a bordo del brigantino Mary Anne.

All’ex capitano venne data una concessione di 2.000 ettari a Bank Snakes, ora Powranna, e chiamò la sua proprietà Hawkridge, come la casa della sua originaria famiglia, nei pressi di Tiverton in Devon. Il loro figlio maggiore, Louis de Gouges Wood, divenne pittore e disegnatore di una certa fama. Un suo acquerello è esposto al Queen Victoria Museum di Launceston.

In un articolo del Sydney Morning Herald, del 16 luglio 1934, si afferma che i veri personaggi raccontati nel romanzo Pageant (1933), ambientato in Tasmania e che ha come protagonista Captain Comyn, siano ispirati alle vicende del capitano William Wood e di sua moglie. L’autrice del romanzo è GB Lancaster (1873-1945), pseudonimo di Edith Joan Lyttelton (da non confondere con l’omonima Edith Lyttelton, nata Balfour, autrice di un solo romanzo), la quale scrisse più di una dozzina di romanzi e circa 250 racconti, per lo più racconti di romanticismo e avventura ambientati nella remota Nuova Zelanda, Australia e Canada. Era l'autrice più letta d'oltremare della Nuova Zelanda nella prima metà del XX secolo, raggiungendo milioni di lettori. Ha primeggiato le classifiche di vendita negli Stati Uniti per sei mesi nel 1933 ed è stata insignita della medaglia d'oro per la letteratura australiana nello stesso anno. Non se la ricorda più nessuno e non mi risulta tradotta in italiano.

Effettivamente, Edith Joan Lyttelton, nata nel 1873, figlia di Emily Alice Wood (1848-1924) e nipote del capitano Wood, coniugata con Westcote McNab Lyttelton, è perciò discendente in linea diretta di Olympe de Gouges. La proprietà dei Wood fu modello per Hall Cent Pageant, descritta nel romanzo. L’abitazione originale costruita dal capitano fu distrutta da un incendio e anche una seconda costruzione subì la stessa sorte. Oggi al suo posto c'è un moderno bungalow chiamato Hawkridge.

Charlotte Aubry Olympe de Gouges, nata a Parigi il 5 maggio 1796, sposò nel 1812 John Selden Garnett (1789-1840) un ricco avvocato e membro del congresso degli Stati Uniti (1817-1827). Ebbero due figli: Robert Selden Garnett (generale confederato ucciso nel 1861 nella guerra civile) e Luis Anicharsis Garnett, alto funzionario governativo per gli affari finanziari che rappresentò la California nel 1898 alla conferenza monetaria di Indianapolis, morì nel 1901). Charlotte Aubry Olympe de Gouges era morta nel 1856. I discendenti comuni di Olympe de Gouges vivono negli Usa, Australia e chissà dove ancora.

1 commento:

  1. Brzezinsky pompava sul fondamentalismo e preparava la pista di lancio a droni echelon & Co,per non dire del PNAC;insomma quelli che fanno apparire all'orizzonte un quarto reich Dickiano,Gibsoniano(Forse più lucido) o Goulartiano(Splendidamente trash,hai letto "Cosa succede se compri Maria Montez a papà"?).
    Ghigliottine?Mosconi!Questi si farebbero fare di tutto pur di farsi fregare!
    Se si rivoltasse tutto il pianeta,l'Italia badogliana,anche lei:ultima,ma mai doma;però ultima.
    franz

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