C’è chi è convinto, naturalmente in base ad
argomentazioni che ritiene incontrovertibili, che scrivere e pubblicare un
giornale costituisca un’attività economica come le altre, soggetta alle stesse
regole di mercato. Con questi ayatollah del mercato è inutile replicare. Per
gente come questa anche un pronto soccorso dovrebbe avere la partita doppia. La
riproduzione dei rapporti sociali operanti si basa su un solo principio: il
profitto. La stessa cosa avviene in un ospedale quando si valuta se sia conveniente
sottoporre un anziano (un’anima comune, ovviamente) a un determinato
trattamento sanitario oppure no. I medici non lo dicono, ma questo è un tipo di
valutazione di routine che ha come base, in non pochi casi, una considerazione
di tipo economico. È questa la dialettica sociale corrente, il suo carattere
ideologico e necessariamente di classe nella formazione sociale capitalistica,
ritenuta peraltro la più avanzata.
È nel pieno di questa schizofrenia collettiva che
tutto diventa normalmente schizofrenico. Un lager manicomio dove ognuno è
imprigionato secondo schemi determinati e precisi di regole e divieti, dove il
malessere sociale viene somatizzato secondo specificità di classe e la paura
serve a intimidire e a rafforzare i meccanismi di controllo. Può succedere così
che un’agenzia statale pignori l’abitazione per un debito fiscale a chi è
creditore da anni dello Stato insolvente. Sempre meglio, si dirà, che essere
condannati e giustiziati per un caso di omonimia com’è successo negli Usa. Chi
può dire in questi e moltissimi altri casi che cos’è stata la propria vita?
Fino ad arrivare al punto che un’intera nazione è
condannata al ludibrio internazionale e alla miseria per non aver onorato il
proprio debito dopo che su di esso sono stati applicati interessi di vero e
proprio strozzinaggio. L’interesse di pochi, di pochissimi, domina il mondo e
trova nell’ideologia del dominio e della crisi, nelle sue diverse varianti e
non ultima quella del determinismo biologico razzista (i greci sono un popolo
di fannulloni), masse enormi di sostenitori convinti. Del resto l’enorme
estensione della comunicazione mediatica è divenuta, come scriveva McLuhan,
“talmente penetrante nelle sue conseguenze personali, politiche, economiche,
estetiche, psicologiche, morali, etiche e sociali, da non lasciare alcuna parte
intatta, vergine, immutata”. E tutto ciò basta perché anche il più limpido dei
ragionamenti possa, all’occasione, trovare unanime disapprovazione. E ciò vale
anche per l’opposto, cioè il suffragio mediatico per le tesi più demenziali.
Il progresso ha regresso da subito, la sensibilità delle persone, ha sciolto la iena,il capitalismo, che mangia tutto quello che trova nel cammino , bambini giovani adulti anziani, non ha problemi di carattere umano.
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