Non ne sentivamo la mancanza, ma le bombe, gli
attentanti, gli affari torbidi li stavamo aspettando, così come si attende il
transito di un treno a un passaggio a livello chiuso. È il modo in cui le forze
multicolori della conservazione ci ricordano che non potendo più governare sono
ancora loro a regnare. Non ha importanza chi siano gli esecutori contingenti di
tale volontà, specialisti del plastico o sicari da quattro soldi, né quali mezzi
essi utilizzino, sofisticati o rudimentali. E tanto meglio se credono di agire
per i più diversi e improbabili motivi.
Cosa scriveva un procuratore di Palermo meno di tre
anni fa sul Corriere della sera a
proposito di questo stato di cose?
« … un terribile e
irrisolto affare di famiglia, interno a una classe dirigente nazionale tra
le più premoderne, violente e predatrici della storia occidentale, la cui
criminalità si è estrinsecata nel corso dei secoli in tre forme: lo stragismo e l’omicidio politico, la
corruzione sistemica e la mafia. Tre forme criminali che essendo
espressione del potere sono accomunate non a caso da un unico comun
denominatore, che è il crisma stesso del potere: l’eterna impunità garantita ai
mandanti eccellenti di stragi e omicidi politici e ai principali protagonisti
delle vicende corruttive».
Sapete in quale pagina il Corriere ha pubblicato questo intervento il 26 agosto 2009, quando
stavamo al mare e ai monti? In quella degli spettacoli. Giustamente, dato che
Scarpinato esordiva nel suo articolo così:
«Se provate a
chiedere a un fruitore medio di fiction e di film sulla mafia che idea si sia
fatto della stessa, vi sentirete sciorinare i nomi dei soliti noti: Riina,
Provenzano, i casalesi e via elencando. Sentirete evocare frammenti di una
storia di bassa macelleria criminale, intessuta di omicidi, cadaveri sciolti
nell’acido, estorsioni, traffici di stupefacenti, di cui sono esclusivi
protagonisti personaggi di questa risma: gente che viene dalla campagna o dai
quartieri degradati delle città, e che si esprime in un italiano
approssimativo. Una storia di brutti sporchi e cattivi, e sullo sfondo la
complicità di qualche colletto bianco, di qualche pecora nera appartenente al
mondo della gente “normale”. […] Questo, con le dovute varianti, il pastone
culturale ammannito da fiction e film di conserva con la retorica ufficiale
televisiva, e metabolizzato dall’immaginario collettivo. Un pastone che non
fornisce le chiavi per dare risposta ad alcune domande elementari».
Già, delle cose più elementari gli “esperti” che sui media puttaneggiano da mane a sera non dicono mai nulla. Soprattutto
su un fatto molto elementare non
possono dire nulla. Immaginiamoci un telegiornale che apra con tale
affermazione: "il potere non può risolvere nessuno dei cosiddetti problemi
gravissimi dal momento che sarebbe il potere stesso ad essere messo in
questione". È ciò che accade effettivamente nella realtà concreta di tutti i
giorni, ma si tratta di una verità che non si può ufficializzare perché
pericolosa e che implica una conseguenza elementare:
è venuto il momento di risolvere tutti i problemi del nostro tempo direttamente.
"Per il consenso serve la paura. Prima una vittima, poi mano dura"
RispondiElimina(Francesco Cossiga)
The Red
Monti: dopo le banche licenza di rubare anche per le assicurazioni.
RispondiEliminaApprofittando di elezioni, stragi e quant'altro, i giornali pagati da noi, fanno passare sotto silenzio un nuovo colossale furto a beneficio delle assicurazioni: nuova norma che riforma la Protezione Civile abolendo i risarcimenti ai privati che hanno perso la casa. Unica possibilità: stipulare un'assicurazione.
gianni