Cosa propone il movimento che fa capo a Beppe Grillo?
Un paese decente, trasparente, pulito, “naturale” e biodegradabile, di buon
senso. In definitiva chiede – come decine di milioni di altri italiani – un
sistema migliore, più giusto, efficiente e moderno. Grillo è per le riforme,
quelle vere, non quelle finte dei partiti.
Grillo sa che i partiti sono morti, non oggi, ma
almeno vent’anni fa. Sono stati mantenuti in vita da Berlusconi e di rincalzo da Bossi,
quindi dai loro numerosi ma finti antagonisti. In questi ultimi decenni la politica si è
espressa pro o contro Berlusconi, ma sotto questa disputa non c’era nulla, solo
spartizione e corruzione, il cosiddetto inciucio. In definitiva Berlusconi
curava gli interessi, ad esempio, di Eni e Finmeccanica, meglio di Prodi.
Quando persino la possibilità di bere è diventata un
affare politico, all’ingrosso non è difficile essere d’accordo con Grillo. Ma è
sui dettagli, molti, che la sua proposta diventa evanescente o perfino reazionaria.
Grillo, consapevole o meno, è complementare a questo sistema, in definitiva lo
vuole mantenere in vita. È per questo che certi ambienti, sottotraccia, vedono
con favore l’operazione Grillo, il quale ha più estimatori, interessati, in
certi ambienti di quanto egli stesso sarebbe disposto a credere.
Facciamo un esempio concreto: i padroni della
società, almeno una parte di essi, vedono di buon occhio le energie
rinnovabili, diventate un business, nuova occasione di profitto. Provi Grillo
invece a cambiare discorso: per produrre posti di lavoro sarebbe sufficiente
ridurre l’orario settimanale di lavoro da 40 a 35 ore. Se Grillo facesse sua
una simile proposta vedrebbe immediatamente una diversa reazione dei media nei
suoi riguardi. I quali, anche i più critici, gli stanno facendo da grancassa (com'egli stesso ammette).
Egli crede in definitiva in questo sistema, nel suo
sviluppo lineare, e che si possano sormontare le contraddizioni dilaceranti con
la “buona politica” e la fedina penale intonsa. Egli ritiene che dominando
questo punto di poter risolvere anche il primo, quello delle contraddizioni,
convinto che, curando i sintomi, di poter guarire la malattia, di poter recuperare l’immagine del potere
che è sfuggita di mano, di sconfiggere la paura e l’incertezza che sono
dappertutto e spesso create ad arte.
La sua illusione, come quella di tanti altri, è che
questo cambiamento possa diventare reale e profondo senza trasformare il
sistema economico attuale dalle fondamenta (il quale, per altri versi e
malgrado Grillo, modifica senza interruzione le proprie condizioni di esistenza,
prova ne sia la “globalizzazione”). Il buon Beppe si renderà presto conto –
forse ne è già cosciente – che queste sue proposte, laddove confliggeranno con
i grandi interessi, saranno presto smontate, rese funzionali e compatibili.
Compresa l’uscita dall’euro (che non è una sua
proposta).
È il
processo stesso delle merci – il mondo in cui regna il lavoro-merce – che
s’incarica di tutto, rinviando la
gestione “democratica” del capitalismo agli specialisti (vediamo con quali
risultati) e, quand’anche fosse necessario, agli attori o ai comici. In
definitiva, chi vota, compreso Grillo, non cambierebbe il mondo nemmeno se
stesse per cadere. L’elettore, alienato e rincretinito, pone fiducia essenzialmente nella conservazione.
«In definitiva, chi vota, compreso Grillo, non cambierebbe il mondo nemmeno se stesse per cadere. L’elettore, alienato e rincretinito, pone fiducia essenzialmente nella conservazione.»
RispondiEliminaSono d'accordo, ma il problema rimane sempre lo stesso. Il non voto riuscirebbe a cambiare il sistema? Anche se solo lo "zero virgola" degli elettori si recasse alle urne, cambierebbe qualcosa? La risposta è no.
Quello che apprezzo del movimento di Grillo è il tentativo di rendere tutti partecipi alla politica. Più partecipazione significa più coscienza. E magari, chissà, un popolo più cosciente riuscirebbe a compiere quella rivoluzione che è nell'aria da tanto tempo, ma di cui nessuno ha mai avuto la voglia.
Olympe, hai letto questo ?? http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-05-10/spoors-anni-tempesta-perfetta-120937.shtml?uuid=AbRuUWaF
RispondiEliminaS&P sembra ottimista sulla capacità di rifinanziare il debito, ma ovviamente sappiamo benissimo a quale prezzo! Io credo che in Italia stiamo giocando a fare gli induisti ( ossessionati dalle caste), rinviando a data da fissare la presa di coscienza sull'avanzata devastante del capitalismo nei confronti delle classi medio basse ( e presto anche medie). Grillo è solo un placebo, un metodo per sviare l'attenzione sempre più.
Ma purtroppo la marea sale, sale, e nemmeno così lentamente!
Conosci la canzone EAA di Edoardo Bennato? Credo sia abbastanza esplicativa.
Saluti.
no, Gorro, lo leggo stasera. grazie
RispondiEliminaGentile Olympe, ricordo uno o più dei suoi post sulla teoria marxiana del capitale costante, variabile ecc...Mi saprebbe dire quali sono e dove sono? Grazie.
RispondiEliminaa giorgio:
RispondiEliminapoer es. questo: http://diciottobrumaio.blogspot.it/2012/01/plusvalore-e-profitto.html
prava anche a digitare: diciottobrumaio caduta tendenziale capitale variabile
ciao
Grillo sarebbe da evitare come la peste solo perché crede che uscire dall'euro sia un vantaggio. Dopotutto sono le stesse cose che vuole Alba Dorata in Grecia, e ha pure il coraggio di scrivere post sul suo blog dove dice "o noi o la barbarie fascista". Che deficiente.
RispondiEliminaFacci capire caro Mauro, la proposta politica di uscire dall'Euro sarebbe una proposta fascista? #veteronazionalismoottocentescobrutto #luogocomunismo
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