sabato 5 maggio 2012

Aveva ragione Stalin?



I miei libri sono stati posti sotto sequestro, le librerie sigillate con teli di nylon, le adiacenze sono, come direbbe Popinga, strettamente sorvegliate. In questa stagione di rinfreschi e manutenzioni può capitare di essere "movimentati". Le cose più tristi sono gli scatoloni di cartone sotto i tavoli e il cibo da ospedale (non c'è tempo per frivolezze!). Per il divieto di accesso ai libri ho cercato di protestare, ma gli altri abitanti della casa hanno accolto la cosa con un sorrisino di cinica soddisfazione. Perciò non mi resta che andare a memoria e a zig zag. E mentre cerco rabdomante dove possa essere imboscato Eretici italiani del Cinquecento e come recuperarlo eludendo la cortina di ferro, trovo invece in un cassetto un libretto che ritenevo missing da tempo: Vele e Cannoni, di Carlo Cipolla.

Racconta che a seguito della Battaglia di Wahlstatt (1241) si rischiò di sostituire il latino con il mongolo, e tuttavia al contrario di quanto sostiene Cipolla mi permetto di credere che gli asiatici invasori sarebbero risultati troppo pochi perché si potesse produrre un’occupazione permanente dell’Europa. E soprattutto non avevano altro obiettivo che il saccheggio e si sarebbero trovati a mal partito a discutere di teologia con i canonici delle varie cattedrali. Ad ogni buon conto morì il Khan e il resto del branco ebbe altro da rosicchiare.

Prima di allora l’Europa e soprattutto l’Italia corsero un rischio maggiore con delle invasioni (IX-X sec.) assai più cruente e devastanti di altre, ma oggi avvolte dal quasi totale oblio. Molto del lascito della classicità conservato nei monasteri andò perduto ad opera degli ungari (che adesso si fanno chiamare: magiari). Venezia si salvò per un pelo (d’acqua). Il rischio più alto però l’Europa lo corse dopo la battaglia di Nicopoli (1391), se non fosse che proprio le cosiddette orde di Tamerlano sconfissero Bāyazīd I e, imprigionandolo, ci levarono le chiappe dal fuoco ottomano.

Un paio di secoli di tentativi d’andar per mare a scoprire nuove rotte e commerci, fino a quando Cristoforo e Vasco non presero nuove misure del mondo, ossia fino a quando le Americhe non entrarono nei listini dei tour operator europei e un buon numero di turisti africani non vi presero dimora nei pressi di certe piantagioni. Un’epopea, tra Africa, Asia, America e Oceania, durata 450 anni e costata un tot di centinaia di milioni di morti, ma ne è valsa la pena se pensiamo a un piatto di rigatoni al pomodoro e cocacola a go-go.

Un giorno, se avrò tempo e voglia, racconterò in uno o più post alcuni retroscena della spedizione colombiana, della bolla (delle bolle) Inter cætera (vedi: America pontificia primi saeculi evangelizationis) con la quale Alessandro VI formalizzò la prima grande divisione del globo; quindi del trattato di Tordesillas e della declinazione magnetica che servì a stabilire la raja, e altro gossip che le enciclopedie vecchie e nuove in parte ignorano e in parte raccontano male (assai male). E del resto perché prendersi la briga di contraddire la Treccani o la Rizzoli-Larousse?

Oggi l’Europa si trova in una situazione tutto sommato non dissimile da quella in cui si trovava nel Medioevo e prima ancora nel Tardo Antico. Problemi economici, fiscali, monetari, di denatalità, d’immigrazione, eccetera. E anche allora  i tedeschi rompevano le palle. Vuoi vedere che aveva ragione Stalin?

3 commenti:

  1. "... vi racconterò alcuni retroscena della spedizione colombiana..." Non vorrei che fosse come la promessa, di qualche mese fa, di parlare dell'affare Mattei, rimasta, a tutt'oggi, inesaudita. Ma, per i due fatti e per amore della storia, non dispero.
    Conscrit

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  2. è vero, il 10 ottobre scrivevo: Tra giorni scriverò un post sulla morte di Enrico Mattei;

    il 14 ottobre ho dato inizio a 6 (sei) post sull'argomento:
    http://diciottobrumaio.blogspot.it/2011/10/leminence-grise1_183.html

    sempre per amore della storia e della verità

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  3. Sei(6)post! E sono sempre stati lì. Ed io che li avevo persi. Obbligato.
    C.

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