venerdì 28 ottobre 2011

Il trionfo del tradeoff



Sapete cos’è “il trionfo del tradeoff” ? E contribuire al triage? Va meglio con il moral hazard, vero? Ma ora subiamo come tutta risposta l’impatto negativo di una balance sheet recession e di un deleveraging. Vi risparmio gli easing tutti frutti e robaccia del genere, entrata nel gergo di ogni sierotelevisivo che si rispetti. Rilassatevi, oggi è rally time. Parola di Phastidio, un sito che le cose le canta inglisc.

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Torniamo tra i comuni mortali, nel girone di quelli che alle quattro di stamattina, a Roma, dormivano in sacco a pelo davanti a un megastore di elettronica, pronti a varcarne la soglia non appena apre i battenti. Anzi, per l’affetto hanno rotto le vetrine. Non importa se avessero bisogno di delle merci, venivano a metà prezzo! A Napoli, invece, situazione più tranquilla, salvo la solita ressa per via dei biglietti della partita di calcio con relative cariche di polizia, ma in dosi omeopatiche. Fino a quando questa schizofrenia e continuo turbamento, questo pensiero abbagliato e reso stolto, graviterà intorno a noi, nessun discorso di cambiamento autentico sarà possibile.  

Intanto qualcuno ha pensato bene, data la distrazione degli acquirenti e il maltempo (com’è noto responsabile di morti e tragedie, un peccato non poterlo citare in tribunale), di cucinare le norme sui licenziamenti alla piastra. Che con tutta evidenza hanno a che fare con il debito pubblico e il famigerato spread, come ormai assicura anche la nonnina del piano di sotto scambiando pissi-pissi borsistiche con il fruttivendolo. Quindi si mette mano anche alle pensioni, e questo succede una volta l’anno e se ne parla almeno una volta a settimana, soprattutto di domenica, pena il crollo dell’euro e con esso di tutti i filistei. Magari.

«Si tratta di riforme coraggiose e occorrerà tutelare le fasce più deboli che saranno toccate da queste misure», sostiene il nuovo capo della Bce. Eh già, fare i coraggiosi col culo degli altri è uno sport che ci fa vincere sempre qualche medaglia. La letterina presentata da Berlusconi e firmata semplicemente “Silvio”, è stata accolta con favore. Che cazzo dovevano dire, se no? Ora è stato ordinato di togliercelo dai coglioni al più presto, non essendo più in grado di garantire il successo della sceneggiata. Ma c’è chi non ci sta ad andare a elezioni, per una questione di responsabilità (stipendio e vitalizio). Vedremo.

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Sono stati tre i grandi eventi del Novecento che hanno segnato la storia anzitutto dell’Europa. Il primo è costato almeno 13milioni di morti (672mila italiani) e 30milioni di feriti. Il secondo almeno 50milioni di morti, quasi la metà dell’Urss. Il terzo evento, meno cruento ma non meno decisivo, si è chiuso un ventennio or sono e s'è aperta una fase nuova, apparentemente, i cui esiti non sono ancora noti ed è difficile fare previsioni, ma non promette bene. Le élite dominanti dell'Unione europea stanno difendendo i loro interessi nazionali in modo sempre più aggressivo e la guerra valutaria e mediatica tra Usa e GB da un lato e UE dall’altro, è a un passo da una crisi di nervi. Per non parlare del resto.

3 commenti:

  1. Terza guerra mondiale per uscire dalla crisi? Avanzo un'ipotesi: USA, GB, Cina da una parte ed Europa, Russia, Giappone dall'altra. India, Brasile, Svizzera neutrali. Italia secondo convenienze(sbagliate)dell'ultima ora. Cosa non si farebbe per il bene dell'economia!

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  2. Gentile Olympe de Gouges. Confido, e credo di non essere il solo, di rileggere quanto prima le sue schiette considerazioni sulla pesante condizione economica e sociale che tutto pervade. Cordiali saluti.

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  3. terza guerra mondiale dei ricconi, un bel fallout nucleare. Cosa ci guadagnerebbero i padroni della finanza? Dopo controllerebbero un mondo in macerie.

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