mercoledì 19 ottobre 2011

Libia, il massacro della popolazione continua nel silenzio dei media


Qual è la situazione in Libia a distanza di otto mesi? Non ne parla più quasi nessuno. Intanto la città di Sirte viene distrutta dai cosiddetti ribelli e dai raid della Nato. “Block by block” dice la BBC. Sono impedite le forniture di cibo, medicine e altri generi di necessità. Non una voce si alza in occidente per denunciare quanto avvien ai danni della popolazione civile, la stessa che secondo la risoluzione Onu doveva essere protetta e garantita. Anzi, si registra da parte dei ribelli ogni sorta di saccheggio e di asportazione dei beni dei residenti.

Le atrocità commesse in Libia e quelle in corso a Sirte derivano direttamente dalla natura neo-coloniale dell’intervento stesso. Tutti i responsabili della guerra libica devrebbero essere accusati di crimini di guerra, a cominciare da Obama, Cameron e Sarkozy. Essi hanno fomentato e sostenuto una guerra di aggressione al pari di quelle scatenate dai gerarchi nazisti. La causa, lo sanno tutti, è il petrolio e il gas libici.

Quello stesso petrolio che Eugenio Scalfari, sì sempre lui, in un editoriale del 27 febbraio scorso definiva testualmente così:

«quello libico è uno dei peggiori per qualità».

Qui sotto le tabelle che dimostrano proprio l’opposto della tesi scalfariana. La prima dimostra che oltre il novanta per cento del petrolio libico è “light & sweet”, petrolio di alta qualità a basso tenore di zolfo, quindi petrolio di prima fascia.

[cliccare sul'immagine per ingrandire]

La seconda tabella dimostra che la Libia è il primo paese africano per riserve di petrolio e l’ottavo del pianeta, il che la dice lunga su questo conflitto.

Fonte: World Oil and Gas Review - 2010

1 commento:

  1. In USA si lasciò che accadesse ciò che poteva essere evitato (torri gemelle) per mettere le mani "legalmente" in Afghanistan (ricordiamoci di Pearl Harbour...). Potevamo noi europei essere da meno e rimanere senza un "goccio"?

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