Non c’è forse paese al mondo come l’Italia in la cui storia recente sia avviluppata in una così fitta trama di misteri politici e sociali sommamente criminali. Un paese dove siede in parlamento vita natural durante un eminente uomo politico del quale una sentenza, passata in giudicato, ci dice, nero su bianco, che ebbe contiguità con la mafia e che anzi fu a conoscenza di un omicidio eccellente ma non mosse un dito. Un paese che ha tutt’ora un presidente del consiglio che per anni ha ospitato presso la propria abitazione un mafioso pluriomicida poi condannato all’ergastolo. Un paese dove una società per partecipare ad un bando pubblico deve certificare di non far parte di un’associazione criminale. Un paese divorato da una tenia, ossia da “una classe dirigente nazionale tra le più premoderne, violente e predatrici della storia occidentale, la cui criminalità si è estrinsecata nel corso dei secoli in tre forme: lo stragismo e l’omicidio politico, la corruzione sistemica e la mafia”.
Emblematica sotto ogni riguardo fu la vicenda di Salvatore Giuliano, al quale è attribuita la responsabilità di aver assaltato 34 caserme e ucciso almeno 80 (secondo altre fonti: 100) carabinieri, sette dei quali furono dilaniati in un attentato nell’agosto del 1949 e un’altra ventina rimasero gravemente feriti e mutilati. Il precedente 2 luglio era toccato a 5 poliziotti di rimanere uccisi. In totale 411 omicidi accertati. Gli atti che lo riguardano saranno resi disponibili solo nel 2016, ma si può star certi che non chiariranno nulla dei suoi intrecci numerosi con la politica.
Dopo oltre 60anni la sua morte è ancora un enigma di cui si sta indagando, ma tranquilli: "La procura si sta muovendo nella direzione giusta, nonostante il tempo trascorso finalmente ne sapremo di più su un giallo che è all'origine della storia della nostra Repubblica. L'esame del Dna ci dirà chi è sepolto in quella tomba". Intanto il fascicolo aperto subito dopo l'omicidio, avvenuto il 5 luglio del 1950, è sparito e non si trova quindi l'incartamento per esaminare il referto firmato dal medico legale dopo il decesso. Ed è di pochi giorni fa la notizia che finalmente non ne sapremo di più perché i consulenti hanno già detto che il dna estratto dagli abiti esaminati non è sufficiente per arrivare a una conclusione certa sull'identità del cadavere. Si pensa intanto di riesumare i cadaveri dei genitori di Salvatore.
Vero, tragicamente vero, Olympe.
RispondiEliminaMa permetti ad un vecchio anarchico sognatore di esporre il suo pensiero.
Quella che Tu,amabilmente, chiami tenia, in realtà è un cancro.
Buona serata Olympe.