Il cosiddetto fondo salva stati serve a salvare le banche, il loro zeppo portafoglio in titoli di Stato. Il fondo viene alimentato dagli Stati stessi e quindi aumentando il debito e tagliando la spesa sociale. È un circolo vizioso, un tampone su una falla per tirare a campare. La ricapitalizzazione bancaria da parte dei governi nazionali è solo uno spostamento di denaro dalla tasca destra a quella sinistra.
Qualunque sia la forma finale degli interventi, qualsiasi sia il piano di salvataggio, tali manovre non condurranno ad una ripresa economica, e qusto è il punto fondamentale di tutta questa merda. Piuttosto si aggraveranno ancor più le condizioni economiche generali e più si farà duro l’attacco contro le classi salariate, non solo della Grecia e di altri paesi indebitati (praticamente quasi tutti).
C’è una soluzione? Da un punto di vista blandamente riformista la soluzione non esiste, poiché siamo in presenza, come ormai sanno anche i sassi, di una crisi sistemica. L’unica soluzione vera è una rivoluzione sociale ampia e profonda che rivolti la società sottosopra. Non è all’orizzonte per l’immediato, né in Europa e nemmeno altrove, con buona pace delle anime belle che marciano a New York agitando stracetti a stelle e strisce e si fanno infinocchiare dai soliti guru della cosiddetta “sinistra” e dagli “anarchici” che sorseggiano bloody mary.
Dal punto di vista riformista, dicevo, quindi dal punto di vista dei figli di puttana che tengono bordone al sistema, una cosa ci sarebbe da fare, anche se sarebbe meglio che rinunciassero alle loro scorte armate. Si dovrebbe tassare, seriamente, la ricchezza. I modi li conoscono bene, non serve indicarglieli. Solo che se si azzardano a proporre una cosa del genere sono morti. Loro sono dei semplici gerenti del sistema.
Quanto alla povera Italia, da noi c’è pure l’aggravante di avere uomini politici poveri di motivazioni ideali, carenti di cultura economica (e non solo), privi di un minimo d’autonomia rispetto ai poteri stranieri. Gente politicamente e moralmente corrotta che per esercitare i propri compiti legislativi e amministrativi prende un sacco di denaro, non sempre lecito e comunque frutto di rapine come quella dei rimborsi elettorali, quindi prebende e privilegi infiniti, eccetera.
P.S. : vedi un po' sta truffa qui. Neanche Antonio de Curtis.
P.S. : vedi un po' sta truffa qui. Neanche Antonio de Curtis.
"C’è una soluzione? Da un punto di vista blandamente riformista la soluzione non esiste, poiché siamo in presenza, come ormai sanno anche i sassi, di una crisi sistemica. L’unica soluzione vera è una rivoluzione sociale ampia e profonda che rivolti la società sottosopra".
RispondiEliminaSarò maledettamente franco, lungi da me, di dare adito a sterili polemiche.
Innanzi tutto, faceva prima a dire COMUNISMO.
Sembra che, persino lei, abbia timore nel pronunciare questa parola.
Abolizione della proprietà privata borghese, che si poggia sul lavoro salariato per perpetuare se stessa.
Quindi, in un ottica mondiale, abolizione del moloch mercato, che ci sta portando alla rovina, non solo in termini di ricchezza materiale, ma anche ambientale.
Possiamo parlare liberamente di tutto questo, chiamarlo col suo nome (Comunismo) invece di parlare genericamente di rivoluzione sociale?
Oramai credo che, i rapporti di produzione da me citati, siano diventati vetusti, obsoleti.
E bisognerebbe porre un accento particolare a tali rapporti di produzione (proprietà privata, lavoro salariato,ecc.)
E se lei, afferma che :"siamo in presenza, come ormai sanno anche i sassi, di una crisi sistemica", mi spiega perchè, se ormai lo sanno anche i sassi, non si forma una forza politica (e non solo in Italia) capace di abolire lo stato di cose presente?
Colgo una profonda contraddizione nella sua critica politico/sociale.
Cordiali saluti da Luigi.
Una forza politica il cui programma sia una rivoluzione per il comunismo in Italia non ha la benché minima possibilità di andare oltre lo zero virgola dei voti. Questo dal lato della democrazia elettiva.
RispondiEliminaDal lato delle possibilità di uno sbocco insurrezionale, c'è ancora troppa gente che affolla gli outlet e i centri commerciali, e gli apparati repressivi e di ordine pubblico sono più che sufficienti per stroncare qualsiasi velleità da parte di gruppi più o meno organizzati. Sui blog c'è parecchia gente che strepita e in qualche modo allude a soluzioni violente e cavalca l'idea, ma fare i rivoluzionari davanti a una tastiera, magari dal posto di lavoro da colletto bianco, è facile. La polizia postale sa tutto, legge tutto e lascia scrivere. Meglio sui blog che sui muri con le bombolette spray, come disse un sagace funzionario di polizia.
Le manifestazioni che vediamo oggi, i saccopelisti da happy hour e i marciatori del weekend, sono non solo tollerate ma benedette dal sistema come valvoletta di sfogo per i brufoli dei ragazzetti peace and love e i furori incanutiti dei cinquantenni middle class indignada.
Quindi tolta di mezzo l'idea impossibile di un ottobre allo Smolnyj, l'unica opzione teoricamente praticabile resterebbe quella a cui accenna Olympe, ovvero un riformismo rosso-verde radicale e con le palle. Tasse a sangue per i ricchi, lo smantellamento del predominio della banca e della borsa e il capovolgimento delle politiche sociali ed ambientali finora perseguite. Naturalmente anche questa strada virtuale e virtuosa è però preclusa perché chi ci guadagna dalle cose come stanno non ha alcuna intenzione di cambiare, e il denaro e i fucili stanno dalla sua parte.
ovviamente sono d'accordo (ti chiedo di darti un nick)
RispondiEliminaoltretutto, e qui mi rivolgo invece a Luigi, io non ho paura delle parole e nemmeno dei loro tutori
ho usato l'espressione "rivoluzione sociale" per indicare il movimento e non già il risultato (il comunismo)
del resto il comunismo non è storicamente scontato così come non è storicamente scontato qualsiasi altro approdo
cordiali saluti a voi
Scusate se vado fuori contesto (ma forse neanche troppo visto che parliamo di questo capitalismo dai valori etici capovolti) ma è mancato Denis Ritchie e visto che non ho avuto modo di leggere tutta la retorica che ho trovato invece per la morte del "genio" Jobs, colgo questo piccolo spazio per ricordarlo. Il Sign.Ritchie è stato il creatore di Unix e del linguaggio di programmazione C senza il quale non VERAMENTE non esisterebbero nè Mac, nè Windows, nè Linux. Quindi questo ometto sconosciuto ai più è stato il vero innovatore e non Mr quasi 7 miliardi di dollari accantonati, delle cui gesta eccezionali siamo stati ammorbati per giorni. 2 parole dunque per ricordarci di chi VERAMENTE CI HA CAMBIATO LA VITA e non di chi ha fatto finta di farlo e per questo si è arricchito.
RispondiEliminaSaluti dal mondo alla rovescia.
M.
Il comunismo futuro dovrebbe evitare i clamorosi e tragici errori del passato. Come potrebbe riuscirci? Chi controlla i controllori?
RispondiEliminaE poi non si parla MAI del più grosso dei problemi legato all'espansione capitalista: la sovrappopolazione.
Quanti sono quelli che si illudono che in un mondo sovraffollato e che si sovraffollerà ancora di più, basterà una seria ridistribuzione delle ricchezze?
Quanti sono quelli che collegano gli enormi problemi di occupazione, di dissesto idrogeologico, di speculazione, di immigrazione, di smaltimento rifiuti, con il semplice, semplicissimo fatto (talmente sotto gli occhi di tutti che non lo vediamo) che siamo TROPPI?
non è che ci sono troppe bocche per troppo poco cibo, ma che è troppo per alcune bocche e, conseguentemente, troppo poco per molte altre ...
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