mercoledì 6 luglio 2011

Il comitato d'affari delle banche



Mi fa ancora ridere quella frase scritta, su un altro blog, da un saputello a commento di un mio post che lì veniva cortesemente segnalato. Diceva: «è incontestabile [che] lo Stato ha rinunciato a tassare più adeguatamente i redditi più elevati per ragioni campate per aria». Questa gente argomenta sempre con la stessa "aria" le proprie affermazioni oppure ti tira dietro una manciata di rinvii ai più vari e incredibili links.

Noi vediamo come lo Stato, nella specie il governo attuale (come qualsiasi altro governo), sia l’espressione degli interessi dominanti. Prendiamo l’esempio dell’aumento della tassazione sul portafoglio titoli. Cos’è? Se vuoi comprare, tramite banca, un Bot o Cct oppure un’obbligazione della banca stessa ecc. ecc., devi avere un portafoglio (virtuale) dove depositare tali titoli. Su di esso le tasse governative sono previste in fortissimo aumento. Nel 2013 per chi avrà in portafoglio titoli superiore a 50mila euro la tassa arriva a 380 euro annui. La stessa somma sarà pagata anche da chi possiede in portafoglio 500mila euro o più. Chiaro che il rapporto tra 50mila e 500mila è diverso e quindi si va a colpire pesantemente la fascia dei 50 – 100mila euro che rappresenta la valorizzazione media di un dossier titoli: l’operaio e l’impiegato che ha preso la liquidazione, la giovane coppia che sta costruendo un gruzzoletto per l’acquisto della casa, il piccolo risparmiatore in generale.

Si tratta di una patrimoniale, assicurerà allo Stato circa 8 miliardi di euro tra 2011 e 2014, una tassa che colpirà quindi in modo diverso, non proporzionale, i diversi ceti sociali, facendo il solletico a quelli ricchi e ricchissimi e invece ridurrà a quasi zero i rendimenti sui risparmi del ceto medio.

Questo è un modo eccellente per far uscire dall’investimento in titoli di Stato il piccolo risparmiatore, un modo per favorire … le banche. Perché? Semplice. Questi soldi finiranno nei “conti deposito” delle banche dove la liquidità è remunerata in modo più generoso, oppure nell’acquisto di fondi comuni che non necessitano obbligatoriamente di dossier titoli. In questo modo si passa dal risparmio amministrato (dove le banche guadagnano poco) a quello gestito (grasso che cola per le banche). Le banche ringraziano, vista la fame di liquidità e di profitti.

5 commenti:

  1. Non mi risulta che non occorra un deposito titoli per avere i fondi delle banche, specie dopo la normativa mifid. Non è che la notizia da lei riportata è un pò vecchiotta? Sicuramente invece spostando i soldi su un conto deposito remunerato di quelli che hanno le banche "virtuali" come ad esempio mediolanum il problema non si pone. Strane coincidenze vero?

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  2. non necessariamente occorre avere un deposito titoli, mi dicono gli esperti, ma ovviamente non è questo il punto

    mediolanum? ah, buono a sapersi

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  3. questa mattina la banca mi conferma che per i fondi (solo fondi) non è necessario portafoglio

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  4. grazie dell'informazione, chiedo venia. Per caso si tratta di una piccola banca quella che le ha confermato la non obbligatorietà del deposito titoli (tipo banca di credito cooperativo o banca popolare)? Solo curiosità.

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