giovedì 16 giugno 2011

Facce toste e allocchi


Ho sbagliato i tempi, l’ammetto. Troppo ottimismo nel mio vaticinio, ho trascurato il fatto che abbiamo a che fare con dei farabutti. Due giorni fa avevo scritto che da qui all’autunno l’età pensionabile delle donne (n.b.: quelle che si fanno il mazzo tanto in fabbrica) sarebbe stata portata a 65 anni.  E invece Lor Signori non stavano più nelle mutande: la proposta è già nero su bianco. La Lega ha detto che è contraria: attenzione, non ha detto questa porcheria non passa, ha solo espresso la sua contrarietà. 100% che si fa.

«… aumento graduale dell'età pensionabile delle donne a 65 anni anche nel settore privato. La previdenza entra, con queste due ipotesi, nel menù dei tecnici della Ragioneria e del ministero del Lavoro che stanno preparando le misure per la maxi-manovra da 40 miliardi che servirà, in base ai patti europei, a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. La manovra dovrebbe essere esaminata dal Consiglio dei ministri del 23 giugno insieme alla delega light sulla riforma fiscale (con le tre aliquote e le cinque imposte) preparata dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti».

E poi un bell’aumento dei contributi a carico dei lavoratori precari (i co. co. pro). In Costa Smeralda si è levato un boato di protesta. Si temono disordini ad Antigua.

Cosa ci si poteva aspettare che facessero? Taglio delle province, riduzione dei parlamentari e delle relative prebende, equiparazione dell’appannaggio del presidente della repubblica a quello medio delle monarchie (monarchie!) europee, stop alle spese pazzesche per l’acquisto di satelliti spia e cacciabombardieri, un contrasto serio all'evasione con configurazione di reato penale, norme antielusione fiscale, pubblicazione in rete delle dichiarazioni dei redditi, recepimento integrale della direttiva europea Bolkestein per le concessioni demaniali (l’Italia è sotto procedura d’infrazione Ue per la mancata applicazione della direttiva Bolkestein, che prevede l’obbligo di aste pubbliche per assegnare le concessioni demaniali ­– così come succede in tutta Europa – e non automaticamente con un diritto pluridecennale come previsto finora dalla norma italiana), eccetera eccetera. Nooo! Le pensioni, quelle delle donne, saranno le lavoratrici a far fronte ancora una volta al bisogno della “nazione”. E se quelle delle donne finiscono a 65 anni, è chiaro che a breve le pensioni dei maschi schizzeranno verso quota 70!!!!

Serve aver fatto quali studi per rubare in questo modo i soldi dalle nostre tasche? Nemmeno la destrezza dei veri mariuoli. Qui basta la faccia tosta. Qui è saltata qualunque fraintesa dialettica politica della mediazione, è il capitale che tramite i suoi servi comanda e dispone, è la violenza dispiegata senza la minima opposizione che non sia il trastullo televisivo, dei persuasori che fingono di litigare, il chiacchiericcio in rete sul bunga bunga e le comparsate di Brunetta e soci. Ma crescete un po’, allocchi.




2 commenti:

  1. La pensione a 65 anni per le donne nel privato era stata anticipata, poco tempo fa, dallo stesso innalzamento nel settore pubblico. A dimostrazione che le legnate sul pubblico, tanto applaudite dagli italiani beoti e aizzati dai demagoghi, servono anche ad aprire la strada ad analoghe legnate sul privato.

    Per le lavoratrici del pubblico, però, nessuna nemmeno flebile "contrarietà" da parte di nessuno. Se la sono presa in quel posto e portata a casa, senza che nemmeno dalle parti del cosiddetto sindacato (ad eccezione dell'ininfluente USB) si sia levato un sospiro. Tutto regolare, tutto santificato, tutto glorificato dalla campagna di odio in atto da anni contro il settore pubblico.

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  2. sono d'accordo, quanto sostieni è a me BEN NOTO

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