Ieri a proposito del famigerato Mox (miscela di uranio e plutonio) di Fukushima scrivevo: meglio non chiedere. Oggi arriva la notizia di tracce di plutonio rilevate “fuori dall'impianto di Fukushima”. Tracce? Nel caso del plutonio bastano dei grammi per provocare stragi. Intanto la Tepco (che oggi ha subito un tracollo in borsa) ha rilevato nel sito del reattore 1 fino a 4.000 millisievert (400 rem) nella zona sud-est dell'edificio. Queste dosi se assorbite sono letali. Secondo Tomio Kawata, ricercatore presso l'ente nazionale per la gestione delle scorie nucleari (Numo), un’area di 600 km quadrati, principalmente a nordovest dell'impianto, ha probabilmente assorbito più di 1,48 milioni di becquerel per metro quadrato di cesio radioattivo (30 anni il tempo di dimezzamento, cioè un miliardo di secondi, quindi milioni di miliardi di atomi per mq.), soglia che durante l'emergenza di Cernobyl fece scattare l'evacuazione obbligatoria permanente. Non spaventiamoci per questi numeri, ne ingurgitiamo e respiriamo parecchi ogni giorno senza trovarli scritti in etichetta. Ma per precauzione evitiamo le ciliegie della zona. Almeno fino al raggiungimento del quorum.
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