venerdì 17 giugno 2011

La mala erba



Oggi a Genova si apre la conferenza nazionale del PD sul lavoro. 600 delegati e ospiti illustri molti dei quali il lavoro lo conoscono per sentito dire, come Bonanni e Angeletti, per citare, ma anche Veltroni. Quest’ultimo viene indicato da Sergio Cofferati come il capomastro del “nuovismo”. Interessante è leggerne il giudizio sul manifesto di oggi a pagina 4. Naturalmente si tratta di beghe tra comari, di due approcci diversi alla gestione dello schiavismo salariale, ma tuttavia resta illuminante il giudizio dell’ex sindacalista sul veltronismo.

Cofferati parla dell’erba "cattiva del nuovismo", di come “quello di Veltroni è di natura schiettamente liberaldemocratica e non ha niente a che spartire con qualsivoglia linea riformista”. Insomma quella di Veltroni e altri è solo l’espressione più autentica del liberismo più reazionario, “ideologica” la definisce Cofferati, “come se i diritti fossero preistoria di cui liberarsi”. La “proposta di Veltroni più altri è generica su tutto, mentre è dettagliata sulla legge che dovrebbe regolare la rappresentanza sindacale: ha al centro la cancellazione di tutti i criteri che garantiscono l’esistenza e la prevalenza del contratto nazionale di lavoro, che verrebbe sostituito con accordi aziendali”. Cofferati non vede differenze con “il modello Marchionne”. Non per nulla il grande sponsor mediatico di Veltroni è sia il Corriere sia Eugenio Scalfari.

Sepolto il mito dello stato sociale (licenziamenti collettivi), modificata di fatto la forma-Stato, reso scomponibile il rapporto di lavoro secondo le esigenze del capitale (cococo, part-time, marginali, illegali, occasionali, ecc.), spezzata ogni "rigidità" e creata una vasta riserva di manodopera, raggiunta cioè la disponibilità del lavoratore a collaborare sotto ricatto e a qualsiasi condizione, non resta che sbarazzarsi anche delle residue regolamentazioni e di ogni rappresentanza sindacale. Un processo, del resto, in atto da decenni con la fattiva partecipazione di tutti quei pezzi di merda che nel frattempo hanno sottoscritto accordi in cambio di riconoscimento e finanziamenti statali, carriere politiche e cariche amministrative ben remunerate.

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