Siccome ho la febbre, ho pensato (delirato) cosa potrebbe fare un governo passabilmente riformista (non rivoluzionario, dio ce ne scampi!):
– ritiro delle forze armate da tutti i teatri di conflitto;
– uscita dalla Nato, organizzazione militare che non perde occasione per dimostrare la sua ostilità e aggressività verso terzi; liberazione del territorio italiano dalle relative basi;
– disdetta dei contratti relativi agli armamenti, in particolare quelli relativi all’aeronautica e alla marina; destinazione dei relativi fondi per gli armamenti all’istruzione e all’addestramento di personale da adibire alla tutela, restauro e conservazione del patrimonio artistico e culturale;
– progressivo smantellamento del ministero della difesa (da chi ci dobbiamo difendere, dall’Iran e dalla Svizzera?);
– scioglimento e ricostituzione su nuove basi della protezione civile (recuperando personale e mezzi dalla difesa);
– riconversione dell’industria bellica a usi civili;
– costituzione di un’anagrafe patrimoniale (mobili e immobili) su base circoscrizionale o comunale con libero accesso ai dati;
– nel prontuario farmaceutico nazionale potranno trovare posto solo quelle poche decine (decine) di principi attivi realmente necessari alle cure;
– abolizione del tetto pubblicitario per la Rai;
– limitazione alla proprietà di un singolo soggetto di una sola emittente televisiva, radiofonica o quotidiano nazionale;
– chiusura di numerosi ministeri totalmente inutili e di quasi tutti i sottosegretariati;
– scioglimento del mastodontico apparato quirinalizio e approntamento di un ufficio presidenziale presso una delle due camere;
– tetto massimo delle retribuzioni pubbliche a tre volte il salario di un operaio metalmeccanico di massimo livello (v. tabelle contrattuali);
– legge costituzionale che vieti qualsiasi tipo di contributo diretto o indiretto alle organizzazioni di stampo religioso.
– ritiro delle forze armate da tutti i teatri di conflitto;
– uscita dalla Nato, organizzazione militare che non perde occasione per dimostrare la sua ostilità e aggressività verso terzi; liberazione del territorio italiano dalle relative basi;
– disdetta dei contratti relativi agli armamenti, in particolare quelli relativi all’aeronautica e alla marina; destinazione dei relativi fondi per gli armamenti all’istruzione e all’addestramento di personale da adibire alla tutela, restauro e conservazione del patrimonio artistico e culturale;
– progressivo smantellamento del ministero della difesa (da chi ci dobbiamo difendere, dall’Iran e dalla Svizzera?);
– scioglimento e ricostituzione su nuove basi della protezione civile (recuperando personale e mezzi dalla difesa);
– riconversione dell’industria bellica a usi civili;
– costituzione di un’anagrafe patrimoniale (mobili e immobili) su base circoscrizionale o comunale con libero accesso ai dati;
– nel prontuario farmaceutico nazionale potranno trovare posto solo quelle poche decine (decine) di principi attivi realmente necessari alle cure;
– abolizione del tetto pubblicitario per la Rai;
– limitazione alla proprietà di un singolo soggetto di una sola emittente televisiva, radiofonica o quotidiano nazionale;
– chiusura di numerosi ministeri totalmente inutili e di quasi tutti i sottosegretariati;
– scioglimento del mastodontico apparato quirinalizio e approntamento di un ufficio presidenziale presso una delle due camere;
– tetto massimo delle retribuzioni pubbliche a tre volte il salario di un operaio metalmeccanico di massimo livello (v. tabelle contrattuali);
– legge costituzionale che vieti qualsiasi tipo di contributo diretto o indiretto alle organizzazioni di stampo religioso.
Insomma, un blando programma di riforme da realizzarsi in gran parte entro un mese. Su Marte.
La cosa tragica e ridicola insieme, è che ci vorrebbe veramente meno di un mese per attuare queste "riforme", che poi sono come le cose dovrebbero essere. Senza fottute élite guerrafondanie e schiaviste.
RispondiEliminaMassimo
ma non ti sarai messo in testa di far funzionare seriamente l'italia?????, sappiamo bene che le cose semplici sono le più facili e meno costose,
RispondiEliminama chi ci guadagna non vorrà certamente mollare l'osso e sono molti che ci guadagnano.
con stima
poetinozzo