Ora che hanno partorito il loro piano, hanno un alibi e dunque tutto dimenticato. Israele afferma di essere disposto a porre fine alla guerra, di essere allineato con l’America e con tutti i paesi arabi. Anche il Papa dice che è un buon piano. Del resto è tutta gente che riconosce solo la giustizia di Dio, non quella degli uomini.
Il New York Times ha promosso il piano in un editoriale come un accordo “promettente” che “contiene i pilastri di un giusto cessate il fuoco, tra cui la fine degli attacchi militari, il ritorno di tutti gli ostaggi e una Gaza libera dall’occupazione israeliana e dal governo di Hamas”. Che cosa si pretende di più?
Il piano è una ridicola frode, e chi sostiene il contrario è in totale malafede. “Israele non occuperà né annetterà Gaza”, si legge. Netanyahu ha pubblicato lunedì un video in ebraico in cui dichiarava che Israele avrebbe continuato a occupare la Striscia di Gaza. Rispondendo alle richieste di ritiro israeliano da Gaza, Netanyahu ha proclamato: “Assolutamente no, non accadrà”.
Hanno prodotto un “piano” che non può essere accettato per le sue vaghezze e ambiguità, oltre al fatto che è intriso di retorica coloniale. Agli israeliani vengono fornite tutte le garanzie, ai palestinesi nessuna. Non è un fatto casuale, ma voluto e studiato a tavolino. Israele non ha mai interrotto le restrizioni alla circolazione, l’accaparramento di terre, l’espansione degli insediamenti, la violenza dei coloni e dei militari e la distruzione delle case.
È un piano congegnato per essere respinto. Ciò fornirà a Netanyahu il pretesto, già annunciato, per completare “il lavoro”. Con l’aiuto di Trump, come dichiarato esplicitamente. E dunque come si può essere così in malafede o così stupidi da non capire che si tratta solo di una truffa?
Tutti riconoscono lo Stato di Palestina mentre viene cancellato. Come non capire (ma certo che lo sanno) che il progetto sionista è ed è sempre stato quello della Grande Israele. Al momento non possono espellerli e ammazzarli tutti, anche attraverso la fame deliberata, ma è solo questione di gradualità. Fin troppo nota è l’evoluzione dell’occupazione ebraica della Palestina. E non si fermeranno alla Palestina.
Nessun commento:
Posta un commento