giovedì 30 ottobre 2025

La sosia

 

La sinistra parlamentare è morta. Gli zombie non vogliono togliersi di torno, cercano carne fresca, sangue nuovo. Come quella volta con l’egolatra di Rignano, stanno preparando la discesa a Roma dell’attuale sindaco di Genova. Pensano di aver trovato la controparte di Meloni. Probabilmente, perché le somiglia molto. Le poesie sono apparentemente diverse e la metrica è la stessa. E sa recitarle con convinzione. Anzi, forse un po’ troppo per apparire credibile agli smaliziati. Che sono sempre di più. Tuttavia, troveranno degli allocchi che ci cascano ancora. Non penso saranno in molti, ma la réclame sa fare certi miracoli. 

Convertito a un realismo manageriale, il PD evita i dibattiti ideologici (le questioni del dominio, per esempio, di un sistema che appare democratico ma in cui il potere risiede nelle mani dei grandi gruppi economici e finanziari), anzi non ne ha proprio idea, impantanato com’è nei suoi battibecchi personali. Per non parlare poi di ciò che ha combinato al governo sui temi del lavoro e le sue tutele. L’unica cosa a cui puntano realmente i suoi dirigenti è l’esercizio del potere.

Qualunque riflessione critica è ritenuta troppo radicale. Il PD non è mai stato un luogo di interpretazione del mondo, se non per semplificazioni e banalità. Non ci si vuole arrendere all’evidenza, ossia al fatto che il compromesso tra democrazia e capitalismo, incarnato nel sistema rappresentativo, non regge più. La logica delle primarie ha completato questa deriva, con i “progetti” calati direttamente dall’alto. Men che meno di un progetto sociale comune basato sulla rivitalizzazione di quelle che oggi sono considerate e disprezzate come mere utopie. E che invece rappresentano il solo potenziale di trasformazione sociale e politica dal quale ripartire

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