Fa bene il presidente Sergio Mattarella a richiamare l’attenzione sul tema della crisi della sanità pubblica, che così ostacola il diritto alla salute costituzionalmente garantito. È tuttavia un richiamo tardivo, e sorvola sul fatto che tale stato di crisi non è casuale. Soprattutto non dice a beneficio di chi va il sostanziale taglio della spesa sanitaria pubblica, e dunque quale sia la strategia che sottende la premeditazione di tali politiche di ridimensionamento della spesa sanitaria pubblica.
Eccepirà il solito cretino televisivo che questo o quel governo ha provveduto a stanziare una certa provvista di quattrini proprio per la sanità pubblica. Quanto a spesa pro-capite l’Italia si assesta al 14° posto in Europa con un gap di 43 miliardi di euro, ultima tra i Paesi del G7. E però i denari per le spese di armamento e per il sostegno della guerra si trovano. E altri ancora nei prossimi anni ne verranno aggiunti.
Eh già, Putin provoca ed è pronto ad assalirci. Lo dimostra il fatto che anche recentemente un caccia russo e un aereo da rifornimento in volo sono entrati nello spazio aereo lituano. Sono penetrati per ben 700 metri – dicono i satelliti – in territorio lituano, anzi in territorio Nato! E, cosa preoccupante, per ben 18 secondi. Non è stato versato nemmeno carburante. La Russia nega ovviamente persino che l’incidente sia avvenuto.
Quando ormai non c’era più nulla da trovare, sono comparsi due Eurofighter spagnoli a pattugliare lo spazio aereo dove non è successo nulla. Speriamo che non si perdano dirigendosi a sud. Ciò è bastato perché il primo ministro lituano Inga Ruginienė dichiarasse al mondo intero: “Questo incidente dimostra ancora una volta che la Russia si sta comportando come uno Stato terrorista e ignora il diritto internazionale e la sicurezza dei paesi vicini”.
È la stessa storia dei celeberrimi droni che un mese or sono hanno sorvolato alcuni aeroporti del nord Europa. Erano senz’altro russi, anche se non vi è prova alcuna. Nessuno s’è azzardato a chiedere lumi al comandante delle “truppe droni” ucraine, Robert Brovdi, il quale, tra l’altro e in spregio al diritto internazionale umanitario che proibisce gli attacchi contro dighe, domenica ha attaccato la diga di Belgorod, in territorio russo.
Insomma, non appena saremo pronti, una bella guerra con la Russia non ce la potrà negare nessuno. Per allora avranno sistemato anche la faccenda del cosiddetto “voto unanime” per approvare le schifezze che la UE ci appioppa. Romano Prodi potrà finalmente mettere l’elmetto con le piume e dare una mano come bersagliere ciclista.
Questo episodio di “invasione” aeronautica è avvenuto poco dopo un vertice UE in cui l’alleanza è venuta ancora una volta meno al suo sacro compito. Infatti, il documento finale adottato sull’Ucraina non menziona più esplicitamente l’uso dei beni russi congelati da convertire in armamenti. Manca anche dal testo il mandato urgente alla Commissione UE di elaborare proposte concrete. Si afferma semplicemente che la Commissione è “invitata” a trovare nuove “opzioni” per il sostegno finanziario all’Ucraina. Intanto con quelle “opzioni” si può continuare a comprare gas e petrolio russi almeno fino al tutto il prossimo anno.
Ciò significa che Putin può continuare (lo fa dal 2022) a finanziare la sua guerra con i soldi dell’Europa fino alla fine del 2026. Il fatto che questo valga anche per l’Ucraina, (l’Italia finanzia a fondo perduto la corrotta cricca di Kiev sottraendo risorse alla nostra spesa pubblica), è tacitamente ignorato. La UE da anni finanzia direttamente o indirettamente due Paesi in guerra tra loro. Anche di questo paradosso Mattarella e altri tacciono. Lo fanno per carità di patria.
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