mercoledì 8 febbraio 2023

Il costo della guerra

 

La guerra è prima di tutto una questione di soldi. Possedere delle forze armate efficienti è estremamente costoso. Un esempio banale: un proiettile d’artiglieria standard costa circa 6.000 euro. I missili, anche se costano molto di più per unità, sarebbero più economici in rapporto alla loro efficacia e precisione.

Poche cifre per misurare il prezzo della guerra in Ucraina: un singolo proiettile Excalibur americano, con guida GPS, costa 110.000 dollari, e un missile antiaereo utilizzato dal sistema di difesa Nasams vale 1 milione di dollari ciascuno. Da parte russa: un missile Iskander costa 3 milioni di dollari e Mosca ne ha già inviati 776 in Ucraina. Quanto al missile da crociera Kalibr, di cui sono già stati lanciati 228 esemplari, valgono 6,5 milioni di dollari ciascuno. In confronto, nel 1918, un proiettile per un cannone da 75 veniva venduto all’equivalente di 11.383 euro di oggi. Dei vari calibri ne furono sparati più di un miliardo.

Chi pagherà i miliardi che verranno inghiottiti ogni giorno, ogni minuto del presente e dei futuri conflitti? Dovremo lavorare ancora di più per aumentare questo dannato PIL, che finanzierà il bilancio militare. Perché chi vince una guerra non è il più coraggioso o il più combattivo, ma quello che rovina il suo nemico costringendolo a spendere ancora più soldi in armi e munizioni. Per vincere una guerra è necessario avere un PIL più alto del nemico.

Questi costi esorbitanti, dovrebbero chiarire perché l’invio di armi italiane in Ucraina è un segreto di Stato. Perché se sapessimo esattamente che cosa e a quali costi, forse questo paese distratto nel suo inutile chiasso qualche domanda comincerebbe a porsela davvero. Ripeto con ottimismo: forse.

Non solo: il prezzo da pagare per una guerra non è solo quello di migliaia di vite, militari e civili, ma anche quello delle risorse e delle intelligenze, sottratte ad altri scopi, per fabbricare armi e macchine per provocare distruzione. Quante ore di lavoro, ma anche materia grigia mobilitata per produrre, alla fine, un mucchio di rottami che andrà a polverizzare un altro mucchio di rottami.

Il PIL ha bisogno di te per la spesa militare. Ogni operaio, artigiano, impiegato è un piccolo soldato di un grande esercito al servizio di una guerra che non si può perdere. Nelle guerre mondiali l’ordine di mobilitazione riguardava uomini di età compresa tra i 18 e i 45 anni e anche più. Nel 2023 l’ordinanza di mobilitazione riguarderà tutti coloro, maschi e femmine, che pagano le tasse, a cominciare dai lavoratori salariati. In modo che possiamo acquistare bellissimi mitragliatori, bellissimi proiettili, bellissimi missili e sederci al tavolo dei vincitori.

2 commenti:

  1. Avremo soldi da inviare in Turchia? Invece alla Siria che fa parte dei cattivi nella calza solo carbone.
    un saluto
    roberto b

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  2. paradossi storici: nel 1935 ci furono chiesti Sacrifici perchè ci erano state imposte le sanzioni; nel 2023 ci chiedono Sacrifici perchè abbiamo imposto le Sanzioni.

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