L’Ambasciatore a Mosca, [Pietro] Quaroni, al Ministro degli Esteri, De Gasperi.
Telespr. 846/374. Mosca, 30 settembre 1945.
Telespresso di V.E. n. 9833/c. del 14 giugno u.s..
[...]
La nostra politica estera ha oggi un compito immediato: quello di liquidare al meno peggio possibile le conseguenze della guerra perduta. Una volta esaurito questo, dobbiamo cercare, evidentemente, di rimettere in piedi l’Italia, sia all’interno che all’estero. Noi, come non lo siamo mai stata per il passato, così, per un avvenire almeno prevedibile, una grande Potenza, nel senso vero della parola, non lo saremo mai: non saremo mai, cioè, in grado di foggiare noi la grande politica: ne deriva che il problema per noi di prima importanza è quello di comprendere la politica degli altri e di valutare esattamente il valore delle forze in presenza per vedere di riuscire, qualora una nuova guerra sia inevitabile, a restarne fuori - dopo che due guerre consecutive ci hanno mostrato cosa significa cacciarsi, non richiesti, nelle lotte altrui – o qualora questo dovesse essere proprio impossibile, per non sbagliarsi – nella valutazione della potenza dei principali contendenti.
L’orizzonte della nostra politica estera è stato sempre provincialmente ristretto.
Abbiamo conosciuto l’Europa e nemmeno quella tutta, perché, per esempio, la Russia è stata sempre per noi terra incognita: ma il resto del mondo, eccetto qualche tentativo nel Vicino Oriente, è sempre stato fuori del nostro angolo visuale. Questo voler fare della politica di grande Potenza mondiale senza conoscere e senza voler conoscere il mondo è stata una delle cause, non ultima, del nostro fatale errore di apprezzamento della situazione nel giugno del 1940, e degli errori anche più grossi che sono stati commessi nella condotta della guerra. Bisogna dire, per la verità, che i tedeschi ne hanno capito anche meno di noi. La politica è, oggi, mondiale assai più che europea: e per una valutazione effettiva delle forze in presenza e dello sviluppo delle grandi linee della politica, Kabul, Bangkok o Bogotà sono altrettanto importanti, come posti di osservazione, quanto Atene o Belgrado. Se noi non ci mettiamo bene in testa questo principio e non modifichiamo in relazione la mentalità del ministero degli Esteri, dei suoi funzionari e di tutta la classe politica italiana, andiamo incontro allegramente a nuovi disastri.
In questo momento la sistemazione dell’Europa è ancora al centro dell’attenzione mondiale. Ma questa acerba lotta di interessi in Europa non deve crearci delle illusioni. È un nuovo periodo della storia di Europa che si apre – intendendo Russia e Gran Bretagna come fuori dell’Europa, il periodo dell’Europa oggetto di politica coloniale.
Coll’occupazione della Cecoslovacchia, Hitler ha fatto una scoperta, per noi tutti, fatale. Ha mostrato che è possibile farsi delle colonie in Europa. Hitler ha fallito nel suo piano di trasformare tutta l’Europa in un impero coloniale germanico, ma i suoi vincitori stanno, in questa come in molte altre cose, copiando la sua politica, ritenendo, con altri sistemi, di poter riuscire là dove lui ha fallito. Ma la sistemazione e la spartizione dell’Europa non è che un preludio per la lotta vera che già si sta ingaggiando nel Vicino Oriente e in Asia. Le poste in gioco sono grandi, si tratta dei Paesi arabi, dell’India, della Cina, con tutto quello che esse rappresentano come riserve di materie prime, masse di popolazioni, possibilità strategiche.
[...]
(Min. Affari Esteri, Documenti Diplomatici Italiani, X Serie, vol. II, doc. 589, p. 790, IPZS, 1992).
Sicura che la data sia 1945?
RispondiEliminaPietro
😁
EliminaQuesta è lungimiranza politica al contrario di tutti i politici attuali che non riescono a vedere più in la del proprio naso. Con l'occasione;gent. sig.ra, vorrei chiederle un commento sul l'invio delle armi, secondo lei va contro la costituzione?
RispondiEliminaUn sincero saluto
roberto b
L'Italia traffica con le armi da sempre, la costituzione è a uso e consumo...
EliminaCome cacchio sei riuscito a trovare questa missiva?
RispondiEliminaComunque, è una missiva lungimirante!
Sfogliando Topolino
EliminaINCREDIBILE.
RispondiEliminaRappresaglia del Partito popolare europeo(PPE) contro Silvio Berlusconi per le sue parole sul Donbass e Zelensky. Una scomunica.
Il capogruppo dei Popolari all'Europarlamento, il bavarese Manfred Weber ha addirittura annullato un evento a Napoli:
“A seguito delle osservazioni di Silvio Berlusconi sull'Ucraina abbiamo deciso di annullare le nostre giornate di studio a Napoli. Il supporto per l'Ucraina non è facoltativo".
La risposta di Berlusconi è stata esemplare:
"Con il mondo sull’orlo di una guerra nucleare, io vengo criticato perché sto chiedendo che insieme ai sostegni per l’Ucraina, da sempre condivisi e votati da Forza Italia, si apra immediatamente un tavolo per arrivare alla pace".
Poi ha aggiunto: "Ritengo che il tema della pace non sia più rinviabile e chiedo che venga messo subito all’ordine del giorno nelle riunioni del PPE".
Amara vertà
RispondiEliminaAmara verità
RispondiEliminacontiamo come il due di coppe quando a briscola comanda bastoni.
RispondiEliminaQuando mai abbiamo avuto statisti degni di tal nome soprattutto in politica estera? Il nostro debito risale all'aiuto disinteressato dei Francesi ai Savoia, che ci è pure costata tutta la Costa Azzurra, ça va sans dire, basterebbe riuscire a fare i nostri interessi, non solo vendendo armi sotto banco.......
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