«Al centro di Roma regna un materialismo vistoso e vergognoso. Le donne si esibiscono in pellicce straordinarie venute da chissà dove, tiran fuori calze di ooni colore, scarponcini imbottiti, guantoni e cappucci fantasia. I negozi le tentano come ogni specie di cose desiderabili quanto inutili che pare incredibile possono fiorire ora. Una rosa costa 150 lire! Cioccolatini a 1800 lire il kilogrammo. [...] Si cerca di provvedere ai tanti sfollati che ancora campano in mezzo alla città malamente. Raccogliamo roba e denari, anche scatolame dei militari e bestiario americano usato ma lavato. [...] Si sono organizzati spettacoli per bambini presi con camion nelle borgate povere per un natalizio panem e per circenses. [...] Ma tutto ciò che si fa suona fasullo. Occorrerebbe una seria assistenza sociale. Riusciremo mai ad essere un paese civile, come s’intende ora, a generale beneficio?
Le lettere di Nicolò (del 12, 14 e 16 dicembre) descrivono la strenua vita di Londra, non ancora uscita dalla guerra. Tutte le classi sociali egualmente impegnate nello sforzo; o arruolate o in servizi volontari. Nove milioni di donne prestano la loro opera da anni, con disciplina ferrea, con sacrifici e sforzi appena immaginabili. Aboliti lussi, comodi, privilegi. La produzione tutta rivolta al necessario e il tesseramento è rigorosissimo ancora [lo sarà ancora per anni nel dopoguerra!]. Da noi l’anarchia dei singoli porta ai disagi dei molti. E il privilegio di pochi costa a innumerevoli persone».
Elena Carandini Albertini, Passata la stagione ..., Passigli editore. I brani sono tratti dal diario del dicembre 1944.
Il 14 gennaio 1945, scrive Elena: «Roma vivacchia di ogni specie di traffici. Mercato nero ancora prospero nonché quello bianco delle ragazze per i militari stranieri. Alla leva non ci si presenta, molti lavori vengono abbandonati perché non rendono abbastanza. Meglio vivere di espedienti, rivendere scatolette e sigarette, un po’ di tutto. [...] gli aiuti che affluiscono non possono bastare. Dall’Occidente si mandano in Abruzzo coperte, vestiario e molto altro. Ma è l’assistenza nostra che dovrebbe seriamente onestamente funzionare».
26 gennaio: «Giornali pieni degli arzigogolamenti e delle manovre di La Malfa, in polemica con Nenni, benché ansioso di non perdere terreno a sinistra. Quindi solite gomitate per spingere a destra i liberali mentre la destra vera e temibile, reazionaria e ancora fascista, sta già rialzando la testa. Forte proprio di queste discordie democratiche».
18 marzo: «La mia camera è sempre più colma di fiori [dopo il parto], sul mio letto sono candidi bei lini. Dovrei vergognarmene. Siamo degli incoscienti. Non mi raccontava ieri Captain Manley della terribile fame e della miseria in Sicilia? Giunte a tal segno che gli americani si sono persuasi a non buttar più via gli avanzi delle loro mense militari. Ne fanno ora un pastone, nutrientissimo, lavorato con sale e molto aglio. Passano migliaia di persone a prendere tale nutrimento, che solo ai porci si sarebbe dato».
19 marzo: «Pietro Nenni davvero non me lo aspettavo. [...] è un poco impacciato quando entra. Lo invito a sedersi sulla poltrona accanto al mio letto. [...] parla della Francia, che ha molto amato, con lo stesso nostro sconforto. Vi rifioriscono il nazionalismo e la confusione politica, sotto l’egida di De Gaulle, fattosi forte dell’avere gli angloamericani centrato e magnificato in lui la Résistance. [...] ha onestamente aggiunto: “Pensi che al crollo della Francia l’80 per cento dei socialisti francesi ha votato per Pétain!”. Al bivio fra Germania e Inghilterra si optava per la prima, fedeli al mito della forza conclamata.»
Molto interessanti i brani della Carandini che lei ha scelto. Cartoline a colori dal passato, molto dettagliate. Grazie, è sempre un piacere leggerla
RispondiEliminaAh dimenticavo...nel brano del 19 marzo credo si alluda a Pietro Nenni. Altrimenti la coincidenza della quasi omonimia sarebbe clamorosa
RispondiElimina“Pensi che al crollo della Francia l’80 per cento dei socialisti francesi ha votato per Pétain!”
RispondiEliminaNon capisco. Votato?
penso si riferisca alla votazione del 10-7-40 delle camere che diedero la fiducia a Pétain con 569 voti contro 80. è una storia poco nota ciò che avvenne dopo la sconfitta della Francia nel 1940.
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