venerdì 11 marzo 2022

Una serata davanti alla tv


Dario, il re dei Persiani, pose a confronto Greci e indiani Callati, chiedendo loro a quale prezzo sarebbero disposti a rinunciare ai loro rispettivi costumi funerari (quello di bruciare i cadaveri da parte dei Greci e quello di divorare il corpo dei genitori defunti da parte degli indiani Callati), ricevendone in entrambi i casi una risposta non solo negativa, ma indignata: agli occhi dei Greci è repellente mangiare i cadaveri; ma agli occhi dei Callati è altrettanto obbrobrioso bruciarli.

Gli esportatori di “democrazia” dovrebbero riflettere su ciò che è “migliore” anche per gli altri. Sarebbe il caso di adottare uno strumento cognitivo e strategico che tenga conto delle diversità culturali e sociali, oltre gli interessi specifici delle parti in causa, poiché è troppo facile liquidare tutto con l’“irrazionalità” dell’avversario, senza tentare di comprendere il processo decisionale complessivo che, per esempio, ha portato Putin e la leadership russa a invadere l’Ucraina e, di riflesso, a riaffermare il ruolo della Russia, quindi che la propria storia conta ancora e il proprio sangue non è acqua.

Possiamo attenderci dai media una visione meno prospetticamente schiacciata degli avvenimenti invece dell’incessante bombardamento d’immagini che non spiegano davvero nulla di ciò che sta accadendo? No, non possiamo pretendere in tal senso né tanto né poco. Non solo per un limite evidentemente culturale di chi giostra nella parte (gente che non sa, per dirne una, collocare nel suo periodo storico Dostoevskij), ma soprattutto perché bisogna tener conto del ruolo effettivo dei media, quello di essere veicolo di determinati messaggi d’impronta padronale e ideologica, e, per altro verso, quali strumenti d’interesse meramente commerciale.

Il gioco è facile, dividerci in tifoserie opposte e insabbiare il ragionamento: a favore o contro. Da cui viene capitalismo e anticapitalismo, crescita e decrescita, pro UE e no-euro, pro e no- vaccino, idem per il green pass, per l’Ucraina altrimenti sei pro-Russia, la matriciana con guanciale contro quella fatta con la pancetta, eccetera. Sono saltati fuori persino dei terrapiattisti, così come un tempo erano moda gli spiritisti (persino Engels dovette occuparsi della cosa!). Come può formarsi un giudizio equilibrato dove tutto è ispirato dalla malafede e dall’ignoranza, dall’accumulo di banalità?

La critica è una cosa seria, insegna alle persone a comprendere il mondo in cui vivono. Quel tipo di critica è stata distrutta, se ne rintracciano lacerti sparsi qua e là. Un caso curioso e quasi limite è rappresentato dal prof. Massimo Cacciari, i cui librini pensosi sono editi alternativamente in cuneiforme o in lineare B. In questi giorni ha ripetutamente affermato che in Ucraina vi furono “milioni di morti” causati dall’Armata rossa nella guerra di liberazione dal nazifascismo. Perché? Posso pensare una sola cosa, che la retorica dei “milioni di morti” serva a Cacciari per riaccreditarsi presso l’establishment televisivo dopo la nota contrapposizione in tema di green pass, e dunque per continuare a esercitare il ruolo di bastian contrario tanto caro all’audience televisiva. E se dunque lui non è uno dei peggiori, come valutare gli altri?

La zona più radioattiva del disastro culturale resta appunto quella televisiva, nonostante l’impegno dei social al sorpasso. La tv, senza distinzioni di rete, è segnata da una degradazione accelerata della valorizzazione intellettuale e artistica (si potrebbe fare un lunghissimo elenco), e le opzioni offerte dal telecomando (doppio o anche triplo) difficilmente salvano una serata davanti alla tv.

Quasi a nessuno sembra far specie l’avanguardia della presenza permanente. I ballerini sono sempre gli stessi, intercambiabili in quadriglie e sestile tra un giro di valzer e l’altro. Le solite maschere che non hanno mai pensato a niente, prototipi di valenti imbecilli ben pagati. Tutto ciò senza che vi sia alcun sintomo diffuso di rigetto, e ciò non fa che inspessire il malessere dell’intelligenza, di quello che ne resta in questo Paese. Non è dunque un caso che la crisi del sistema avvenga più per disgusto che per lotte politiche o sociali. 

7 commenti:

  1. Grazie.
    Non trovo parole per esprimere diversamente la mia intima approvazione di quanto esponi in questo e in (quasi 😊) tutti i tuoi post.

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    1. Questo tipo di commenti sono come un bicchiere di vino: fanno buon sangue. Prosit

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  2. Mi associo a quanto scritto da Mario.
    Data la mia scarsa cultura e conoscenza storica spesso mi trovo in difficoltà a comprendere in pieno le tue osservazioni ma continuo a leggerti con tanto piacere e ad imparare. Della TV salvo solo Crozza.
    Grazie olympe e ti prego scrivi più che puoi.

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  3. Mi associo al brindisi con oiacere

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  4. https://officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/i-social-nella-guerra-di-informazione-da-il-manifesto/

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  5. E comunque secondo Sua Economitá l'Italia ha avuto una performance economica incredibile quest'anno.

    Ora, considerando il suo QI sopra la media, nonché la preparazione economica altrettanto auperiore alla media, chissà cosa avrà pensato mentre diceva una fregnaccia del genere? Chissà con che senso di arrogante superiorità e disgusto si immaginerà l'italiano medio che si beve le sue minchiate (ops, sarà che non mi sovvengono sinonimi più appropriati) come fossero l'angelus la mattina di Natale....

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