domenica 28 giugno 2015

Che pur contano qualcosa


«… che faremo noi elettori quando le urne si apriranno e il popolo sovrano (?) dovrà scegliere?».

Scalfari tempo addietro una domanda così non l’avrebbe posta, tantomeno avrebbe apposto il punto interrogativo richiamandosi al “popolo sovrano”. Gli tocca ammettere che si sta creando un vuoto. Sono questi gli effetti dell’astensione di massa al voto, un fatto saliente che Scalfari nei suoi ultimi editoriali immancabilmente e con allarme richiama. Egli sa bene che perfino nelle dittature un sistema ha bisogno di una qualche forma di legittimità, figuriamoci dunque in un sistema che, suo malgrado, deve accreditarsi democratico. E quel punto interrogativo che revoca in dubbio la sovranità popolare pesa come un macigno. Quel segno d’interpunzione è sintesi eloquente di una situazione più che non un anno di accorati e monitori editoriali.

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Sulle reiterate preoccupazioni di Scalfari in merito alla situazione del Pd e all’inesistenza di una forza politica di “sinistra”, forse vale il caso di osservare come la sinistra in Italia non abbia saputo conservare alcunché della sua storia e dell’autonoma definizione dei concetti e dei simboli (che pur contano qualcosa). La destra ha vinto affermando il superamento di distinzioni come destra e sinistra. Enorme il peso di quella vittoria, il resto è stato conseguenza. Renzi è solo il più tipico prodotto di quella cantina. Scalfari vorrebbe una sinistra liberal-democratica laddove è proprio tale concetto, per molti motivi, ad essere entrato in crisi quanto il riformismo sociale. E quanto ancora s’è spesa negli anni l’intellighenzia perché la sinistra nella lettera e nello spirito abbandonasse un certo punto di vista perché doveva confrontarsi e rabberciarsi con il punto di vista del “mercato”?


Ps: non ho proprio titolo per lezioni di grammatica italiana, vorrei però osservare come un indubbio maestro di giornalismo usi impropriamente, nel suo editoriale odierno ma già in altre occasioni, l’avverbio affatto come negazione assoluta invece che in senso affermativo. Non è infrequente ma, come dice la Treccani, si tratta di «una diversa percezione del significato, che porta ad assegnare erroneamente ad affatto il valore negativo di ‘per niente, per nulla’».

2 commenti:

  1. SCEGLIERE COSA??
    Mi pare anche questa una bella domanda per Eugenio,che tra l'altro pare proprio che non ne abbia mai azzecata una che e' una ..da Sibilla lo avrebbero gia' licenziato..per fortuna fa solo l'opinionista.
    caino

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  2. Ps-A sua parziale discolpa si puo' dire che Eugenio non e' mai stato un comunista,ne' un marxista.
    caino

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