«… che faremo noi elettori quando le
urne si apriranno e il popolo sovrano (?) dovrà scegliere?».
Scalfari tempo addietro una domanda così non l’avrebbe posta, tantomeno avrebbe apposto
il punto interrogativo richiamandosi al “popolo sovrano”. Gli tocca ammettere che si sta creando un vuoto. Sono questi gli effetti
dell’astensione di massa al voto, un fatto saliente che Scalfari nei suoi
ultimi editoriali immancabilmente e con allarme richiama. Egli sa bene che
perfino nelle dittature un sistema ha bisogno di una qualche forma di
legittimità, figuriamoci dunque in un sistema che, suo malgrado, deve
accreditarsi democratico. E quel punto interrogativo che revoca in dubbio la
sovranità popolare pesa come un macigno. Quel segno d’interpunzione è sintesi eloquente
di una situazione più che non un anno di accorati e monitori editoriali.
*
Sulle reiterate preoccupazioni di Scalfari in merito alla situazione del Pd e
all’inesistenza di una forza politica di “sinistra”, forse vale il caso di
osservare come la sinistra in Italia non abbia saputo conservare
alcunché della sua storia e dell’autonoma definizione dei concetti e dei
simboli (che pur contano qualcosa). La destra ha vinto affermando il superamento di distinzioni come destra e sinistra. Enorme il peso di quella vittoria, il resto è stato conseguenza. Renzi è solo il più tipico prodotto di quella cantina. Scalfari vorrebbe una sinistra liberal-democratica laddove è proprio tale concetto, per molti
motivi, ad essere entrato in crisi quanto il riformismo sociale. E quanto ancora s’è spesa negli anni l’intellighenzia perché la sinistra nella
lettera e nello spirito abbandonasse un certo punto di vista perché doveva
confrontarsi e rabberciarsi con il punto di vista del “mercato”?
Ps:
non ho proprio titolo per lezioni di grammatica italiana, vorrei però
osservare come un indubbio maestro di giornalismo usi impropriamente, nel suo editoriale odierno ma già in altre occasioni, l’avverbio affatto come negazione assoluta invece che in senso affermativo.
Non è infrequente ma, come dice la Treccani, si tratta di «una diversa
percezione del significato, che porta ad assegnare erroneamente ad affatto
il valore negativo di ‘per niente, per nulla’».
SCEGLIERE COSA??
RispondiEliminaMi pare anche questa una bella domanda per Eugenio,che tra l'altro pare proprio che non ne abbia mai azzecata una che e' una ..da Sibilla lo avrebbero gia' licenziato..per fortuna fa solo l'opinionista.
caino
Ps-A sua parziale discolpa si puo' dire che Eugenio non e' mai stato un comunista,ne' un marxista.
RispondiEliminacaino