A leggere l’enciclica papale, pur
con tutti i suoi limiti e contraddizioni, scappa un pensiero: di questi
enunciati non c’è un solo leader politico mondiale che li faccia propri. Del
resto perché questi leader dovrebbero togliere ai Verdi l’esclusiva? Vero è che
papa Bergoglio, per essere coerente, avrebbe dovuto cominciare la sua filippica
da una palese contraddizione, ossia citando e commentando il versetto di Genesi
1:28:
Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra».
Ciò è puntualmente avvenuto.
Fossi Naomi Klein citerei in giudizio Bergoglio per plagio, con la differenza che egli tratta gli stessi temi dal
punto di vista di un umanesimo puro, mentre la Klein sfodera un anticapitalismo
di maniera.
Il punto essenziale della
questione non è nemmeno citato, prova ne sia che – come ho già osservato – in
190 pagine il termine chiave “capitalismo” non c’è. Ed è un fatto
incontestabile però che scopo unico e assoluto del capitale non è produrre
“beni”, ma plusvalore.
Se non si parte da questa radice
del problema l’unico risultato è un approccio morale, un invito a tenere dei
comportamenti individuali e collettivi che però non rispondono a delle semplici
“volontà” ma a delle leggi di processo. In ciò, benedetto iddio, la critica
marxiana resta assolutamente centrale, insuperata e ineludibile.
Questo fa la differenza tra un
marxista e un papa socialisteggiante. E anche Bergoglio dovesse essere inteso
come anticapitalista, bisogna aver chiaro che essere anticapitalisti non
significa ancora un bel nulla. Anticapitalisti sono anche quelli di CasaPound.
In certe circostanze della vita possiamo scoprirci tutti anticapitalisti. Non
basta, evidentemente.
PS: Ora se il Papa vuole essere
coerente per quanto riguarda i consumi, dovrebbe abbandonare la cosiddetta
papa-mobile e tornare alla portantina.
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