Politici,
economisti, sociologi, psicologi, filosofi, sindacalisti, specialisti di
opinione pubblica, e tutti gli altri imbecilli che puttaneggiano con il potere,
evocano continuamente i “problemi gravissimi” guardandosi bene, tuttavia, dal nominarli col loro vero nome. Ogni volta
che i padroni dell’alienazione chiedono di annusare un nuovo fenomeno con cui
si manifesta la stessa crisi, loro
che adorano le definizioni e le etichette, sfuggono dal nominare i problemi con
il loro nome ben consapevoli che la loro “scienza” non può risolverli ma che
non vogliono che alcun altro pronunci diagnosi e cure diverse.
Essi
sanno bene che la nostra innominabile società di classe, che era già in passato
essenzialmente inabile a risolvere le proprie contraddizioni, ora è diventata
visibilmente un anacronismo e che per sopravvivere sta trascinando l’umanità
intera in nuove e sempre più ampie tragedie. Del resto, il mestiere di questi
delinquenti della politica e della comunicazione ufficiale, consiste ormai nel
mostrarsi necessari ai loro datori di lavoro. Ciò che dovrebbe sorprendere, a
fronte di ripetuti fallimenti e analisi sbagliate, è il credito che simili
specialisti continuano a riscuotere, se non fosse per il desolante quadro di
decomposizione in cui versa la coscienza pubblica.
Vogliono
bombardare i “barconi”. Come solito si punta all’effetto più che alla sostanza,
alla febbre e non alla causa, confidando in una suppostina miracolosa e ancor
più a guadagnare tempo. Speriamo non bombardino i “barconi” con la stessa
precisione con la quale si è sparato ai pescatori indiani. In tal caso la colpa
sarà dei piloti, mostrando una volta di più l’incapacità e la viltà di cui sono
capaci delle classi dirigenti che si trovano a non funzionare più nel momento
stesso in cui la loro funzione è messa universalmente in discussione.
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Stesso
discorso vale per la Grecia. Non c’è più un euro per pagare stipendi e
pensioni, ma non sono mancati 450 milioni di rimborsi al Fmi. Sono dunque
questi i marxisti che hanno preso il potere attraverso le urne. Basta dire che
Marx aveva la barba lunga per essere annoverati tra i rivoluzionari. E sempre
gli esperti di opinioni ci dicono che guai a mancare i rimborsi, il rischio
concreto è di essere ricacciati all’età della dracma o della lira. Vero. Prima
i rimborsi e poi potete andare anche in malora.
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Qui
da noi le cose sono simili se non uguali. Fanno strame della costituzione ma
per quanto riguarda il resto c’è solo da sperare che una lieve ripresa
economica europea faccia muovere anche da noi qualche decimale. Intanto si
guadagna tempo in un gioco che può durare a lungo ma che non può andare
all’infinito. Le diatribe sull’assegno ai disoccupati non dicono l’unica verità
che andrebbe detta: il nostro capitalismo è al fallimento, ha gettato via un
paio di generazioni dimostrando un’imprudenza e un’imprevidenza delle quali non
ha ancora misurato tutte le conseguenze.
È
vero che la questione supera tanto le nostre ex frontiere quanto i grossolani
errori dei nostri politicanti ed economisti (vi ricordate cosa scrivevo di
Monti nel novembre 2011 quando sembrava il nuovo Mosè?). Ed è proprio per
questo che tutti i cosiddetti “problemi gravissimi del nostro tempo” derivano
solo da un fatto molto semplice: che è venuto il momento di risolverli in prima
persona. Ad ogni modo, senza allargare troppo il discorso, siccome in questo
paese non manca l’intelligenza e forse nemmeno il coraggio, c’è allora da
chiedersi come mai questa intelligenza e questo coraggio appaiano così poco, e
ci venga detto che se loro sono inetti è colpa nostra e che se l’Italia va in
rovina non è colpa loro?
http://www.pinonicotri.it/2015/04/la-cina-si-fa-avanti-anche-nelle-istituzioni-monetarie-internazionali/
RispondiEliminaperfetto,io su altro Blog,stranamente ho fatto un versione poetica in altro stile in risposta a due economisti..