Ormai
viviamo in un’epoca sul punto di assicurarci ogni comodità anche grazie alla
potenza sovrana dei nuovi mezzi di comunicazione. Infatti, c’è qualcosa di
ammirevole nel far coesistere nella parola “velocità” il bisogno di comunicare
rapidamente e di poterlo fare senza sottoporci ad alcun disagio. Non deve
sembrare paradossale osservare che una quantità crescente di comfort accede ai
nostri bisogni e non viceversa. Dal che i bravi ideologi ricavano il principio
che è un simile prurito a creare la domanda. Di qui Massimo Cacciari potrebbe
arrivare a dire, nella trasmissione della Gruber, che la proletarizzazione dei consumi
contamina tutti con la forza delle cose.
Ma
non vorrei avventurarmi in qualcosa di troppo sofisticato e perciò rimetto i
piedi per terra sulla mia solida trincea.
Ho
acquistato, presso la Libreria Ceccherelli di Bologna, alcuni libri. Il
libraio, gentilmente, mi ha comunicato che la spedizione è avvenuta il 3 aprile
per la destinazione richiesta. Oggi pomeriggio rilevo che il pacco è finalmente partito da Bologna, dove si trovava fino a ieri. Ora è giunto a Torino,
capitale del Regno di Sardegna. Spero che al più tardi domani venga instradato
alla posta centrale di Vienna, per il successivo inoltro nella provincia veneta
dell’impero. Non prima che vi siano apposte tutte le vidimazioni necessarie e salvo
disguidi. Dopo di che, con il mio calesse e tempo permettendo, andrò a ritirare
il paccotto.
Ecco
spiegato a cosa serve la Lione-Torino-Trieste.
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