mercoledì 8 aprile 2015

Paccotto


Ormai viviamo in un’epoca sul punto di assicurarci ogni comodità anche grazie alla potenza sovrana dei nuovi mezzi di comunicazione. Infatti, c’è qualcosa di ammirevole nel far coesistere nella parola “velocità” il bisogno di comunicare rapidamente e di poterlo fare senza sottoporci ad alcun disagio. Non deve sembrare paradossale osservare che una quantità crescente di comfort accede ai nostri bisogni e non viceversa. Dal che i bravi ideologi ricavano il principio che è un simile prurito a creare la domanda. Di qui Massimo Cacciari potrebbe arrivare a dire, nella trasmissione della Gruber, che la proletarizzazione dei consumi contamina tutti con la forza delle cose.

Ma non vorrei avventurarmi in qualcosa di troppo sofisticato e perciò rimetto i piedi per terra sulla mia solida trincea.

Ho acquistato, presso la Libreria Ceccherelli di Bologna, alcuni libri. Il libraio, gentilmente, mi ha comunicato che la spedizione è avvenuta il 3 aprile per la destinazione richiesta. Oggi pomeriggio rilevo che il pacco è finalmente partito da Bologna, dove si trovava fino a ieri. Ora è giunto a Torino, capitale del Regno di Sardegna. Spero che al più tardi domani venga instradato alla posta centrale di Vienna, per il successivo inoltro nella provincia veneta dell’impero. Non prima che vi siano apposte tutte le vidimazioni necessarie e salvo disguidi. Dopo di che, con il mio calesse e tempo permettendo, andrò a ritirare il paccotto.


Ecco spiegato a cosa serve la Lione-Torino-Trieste.



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