giovedì 2 aprile 2015

Anniversari reazionari


Il bicentenario della nascita di Otto von Bismarck ha prodotto ieri l’occasione per un'ondata di entusiasmo in Germania, un entusiasmo che va ben oltre il semplice omaggio a un uomo che ha plasmato tre decenni di politica tedesca nel XIX secolo. Il "cancelliere di ferro" è raffigurato come un modello per la Germania di oggi, soprattutto per quanto riguarda la politica estera.

Tanto per fare un raffronto, il bicentenario della nascita di Camillo Benso in Italia è passato praticamente sotto silenzio.

Riporto solo una notizia relativa alle celebrazioni bismarkiane, vale a dire un’intervista allo Der Spiegel dell’ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder sul tema. Anzitutto bisogna osservare che Schröder è un grande estimatore di Bismarck, tanto è vero che nel suo ufficio fa bella mostra un dipinto di Franz von Lenbach che lo ritrae nella sua imponenza.



“Bismarck era certamente un divoratore di socialisti, ma d'altra parte ha avuto anche un ruolo come creatore del sistema di sicurezza sociale, uno dei più importanti nella storia della Germania", ha detto Schröder.  È stato compito dell’intervistatore ricordare a Schröder che Bismarck introdusse certe misure di sicurezza sociale per "stabilizzare la monarchia e non, per esempio, per modernizzare la Germania”.


A mia volta soggiungo che le leggi antisocialiste promosse da Bismarck, hanno avuto come risultato la condanna a pene detentive per oltre 11.000 socialdemocratici, a migliaia sono stati poi cacciati dalle loro case e le loro famiglie private dei loro mezzi di sussistenza, soppressa la libertà di riunione, di associazione, vietata la stampa di giornali socialdemocratici o anche semplicemente democratici. Per non dire poi del ruolo che ha avuto Bismarck nell’affermazione del militarismo prussiano.

Da notare che la borghesia liberale accoltellò la rivoluzione alla schiena per paura della classe operaia, raggiungendo poi un accordo con la nobiltà. E dal canto suo anche la piccola borghesia democratica aveva di fatto  “più paura del movimento popolare rispetto a tutte le trame reazionarie di tutti i governi tedeschi messi insieme", come ebbe ad osservare Friedrich Engels.

Del resto la piccola borghesia democratica anche oggi fa la stessa politica di doppiogioco. Per costoro la democrazia borghese costituisce un valore e un percorso di partecipazione attraverso il quale sostiene di poter condizionare i processi totalitari del capitalismo. Si tratta ovviamente solo d’illusioni, ma ciò che conta per queste fasce sociali è ottenere qualcosa in cambio, e una volta trovata una sistemazione spesso diventano tra i peggiori reazionari. Tutte cose già viste infinite volte.

Né va dimenticato che Bismarck fece della Francia il suo "nemico ereditario" attraverso l’incoronazione provocatoria del Kaiser tedesco nel palazzo di Versailles. Si rendeva conto che l'impero così costituito era troppo grande e troppo forte economicamente per svolgere un ruolo subordinato in Europa, ma che non era abbastanza forte per dominare tutta l'Europa. Cosa che in seguito fu dimenticata. Oggi ci troviamo in Europa in una situazione analoga, con la differenza che i paesi europei, eccetto l’Inghilterra, hanno accettato l’egemonia della Germania pensando, in un primo momento, di potersi giovare della potenza tedesca nello scontro mondiale.


2 commenti:

  1. Quando l'ho visitato alcuni anni fa, il Castello Cavour a Santena (con sepolcro di Benso) era (oggi forse è cambiato in meglio) uno dei non pochi monumenti piemontesi aperti due o tre giorni all'anno. Perché i Comuni si faranno pure infiltrare dalla mafia, ma pagare gente qualificata per aprire i monumenti gli altri giorni, come accade all'estero, mai, figuriamoci. (Palazzo Reale a Torino apre solo il primo piano, quello di rappresentanza. Il resto è chiuso per mancanza di fondi e personale).

    Benso era un liberale liberista piuttosto spietato. Se fosse vissuto fino alla fine dell'Ottocento, suppongo sarebbe stato tanto tenero verso i socialisti quanto lo fu Bismarck.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sull'atteggiamento dei padroni non ho mai avuto dubbi né fatto concessioni

      Elimina