Il
bicentenario della nascita di Otto von Bismarck ha prodotto ieri l’occasione
per un'ondata di entusiasmo in Germania, un entusiasmo che va ben oltre il
semplice omaggio a un uomo che ha plasmato tre decenni di politica tedesca nel
XIX secolo. Il "cancelliere di ferro" è raffigurato come un modello
per la Germania di oggi, soprattutto per quanto riguarda la politica estera.
Tanto
per fare un raffronto, il bicentenario della nascita di Camillo Benso in Italia
è passato praticamente sotto silenzio.
Riporto
solo una notizia relativa alle celebrazioni bismarkiane, vale a dire
un’intervista allo Der Spiegel dell’ex
cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder sul tema. Anzitutto bisogna
osservare che Schröder è un grande estimatore di Bismarck, tanto è vero che nel
suo ufficio fa bella mostra un dipinto di Franz von Lenbach che lo ritrae nella
sua imponenza.
“Bismarck
era certamente un divoratore di socialisti, ma d'altra parte ha avuto anche un
ruolo come creatore del sistema di sicurezza sociale, uno dei più importanti
nella storia della Germania", ha detto Schröder. È stato compito dell’intervistatore ricordare a Schröder che
Bismarck introdusse certe misure di sicurezza sociale per "stabilizzare la
monarchia e non, per esempio, per modernizzare la Germania”.
A
mia volta soggiungo che le leggi antisocialiste promosse da Bismarck, hanno
avuto come risultato la condanna a pene detentive per oltre 11.000
socialdemocratici, a migliaia sono stati poi cacciati dalle loro case e le loro
famiglie private dei loro mezzi di sussistenza, soppressa la libertà di
riunione, di associazione, vietata la stampa di giornali
socialdemocratici o anche semplicemente democratici. Per non dire poi del ruolo
che ha avuto Bismarck nell’affermazione del militarismo prussiano.
Da
notare che la borghesia liberale accoltellò la rivoluzione alla schiena per
paura della classe operaia, raggiungendo poi un accordo con la nobiltà. E dal
canto suo anche la piccola borghesia democratica aveva di fatto “più paura del movimento popolare
rispetto a tutte le trame reazionarie di tutti i governi tedeschi messi
insieme", come ebbe ad osservare Friedrich Engels.
Del
resto la piccola borghesia democratica anche oggi fa la stessa politica di
doppiogioco. Per costoro la democrazia borghese costituisce un valore e un
percorso di partecipazione attraverso il quale sostiene di poter condizionare i
processi totalitari del capitalismo. Si tratta ovviamente solo d’illusioni, ma
ciò che conta per queste fasce sociali è ottenere qualcosa in cambio, e una
volta trovata una sistemazione spesso diventano tra i peggiori reazionari. Tutte cose
già viste infinite volte.
Né
va dimenticato che Bismarck fece della Francia il suo "nemico
ereditario" attraverso l’incoronazione provocatoria del Kaiser tedesco nel
palazzo di Versailles. Si rendeva conto che l'impero così costituito era troppo
grande e troppo forte economicamente per svolgere un ruolo subordinato in
Europa, ma che non era abbastanza forte per dominare tutta l'Europa. Cosa che
in seguito fu dimenticata. Oggi ci troviamo in Europa in una situazione analoga,
con la differenza che i paesi europei, eccetto l’Inghilterra, hanno accettato l’egemonia
della Germania pensando, in un primo momento, di potersi giovare della potenza
tedesca nello scontro mondiale.
Quando l'ho visitato alcuni anni fa, il Castello Cavour a Santena (con sepolcro di Benso) era (oggi forse è cambiato in meglio) uno dei non pochi monumenti piemontesi aperti due o tre giorni all'anno. Perché i Comuni si faranno pure infiltrare dalla mafia, ma pagare gente qualificata per aprire i monumenti gli altri giorni, come accade all'estero, mai, figuriamoci. (Palazzo Reale a Torino apre solo il primo piano, quello di rappresentanza. Il resto è chiuso per mancanza di fondi e personale).
RispondiEliminaBenso era un liberale liberista piuttosto spietato. Se fosse vissuto fino alla fine dell'Ottocento, suppongo sarebbe stato tanto tenero verso i socialisti quanto lo fu Bismarck.
sull'atteggiamento dei padroni non ho mai avuto dubbi né fatto concessioni
Elimina