Ieri
sera ho ascoltato per qualche minuto, poi ho spento il televisore, un esponente
del Pd (non ne sconosco il nome e del resto non è importante distinguerlo dagli altri)
secondo il quale il lavoro non è un diritto ma deve essere una dura e
quotidiana conquista a denti stretti. Il segretario della Fiom, Landini, dal
canto suo ha dichiarato che non è più di “sinistra”. Parole retrodatate .
Qualunque cosa si possa dire della
meschinità del presente, le parole sono
insufficienti e impotenti. E non c’è nulla che possa suggerirci di andare oltre le
parole. E poi se non altro ci sono ragioni anagrafiche, e di dignità. In generale, la dignità nelle nuove generazioni è in eclissi, sono incapaci anche solo
di esprimersi con parole appropriate alle situazioni. Di fronte al terrorismo
di Stato, tacciono oppure oppongono il solito refrain di luoghi comuni.
Del
resto le parole appropriate non si possono nemmeno pronunciare senza incorrere
in minacce penali, come dimostra la vicenda di Erri De Luca. Il minimo atto di
resistenza concreta, poi, viene perseguito con condanne al carcere pesantissime
e assurde. Si vuol stroncare sul nascere ogni forma di resistenza al terrorismo
di Stato, uno Stato che ha perso ogni legittimità anche sotto il profilo dei
più elementari fondamenti costituzionali. Ecco perché non basta denunciare che
la “sinistra” non esiste più, fatto pacifico da decenni. La dinamica delle cose è più avanti. Molto di più.
Mi piacerebbe poter scrivere il contrario della frase finale di questo post, Olympe...O almeno scrivere qualcosa che vada nella direzione del contrario e faccia intravedere qualche bagliore non dico di ottimismo ma di possibilità di uscita dal tunnel del mortorio sociale... Ma- pur facendo politica attivamente- credo non sia possibile fare questo se si guarda la realtà per quello che è e non per quello che vorremmo fosse.
RispondiEliminaPrendiamo la riforma della scuola: precari messi l'uno contro l'altro che hanno fatto la fila per spendere dai 2/3 mila euro per corsi che davano l'abilitazione sperando di comprarsi l'assunzione. Hanno semplicemente fatto fare cassa allo stato, ingrassato un'industria- quella dei corsi abilitanti, tfa, sis...- e creato gironi danteschi in cui uno crede di avere diritti in più di quell'altro e quindi di potere finire nel calderone renziano dei neo assunti che altro non sono che i rimpiazzi di chi andrà in pensione.
Nel frattempo i docenti di ruolo sono rimasti fermi perché pensavano di essere intoccabili: invece si scopre che possono essere licenziati, mandati a lavorare in un altra sede magari scomoda oppure finire in parcheggio come capiterà agli insegnanti delle materie minori. Chi comanda saranno i presidi e quindi la scuola tornerà agli anni '50. In più ci sono demansionamenti, le cooperative che premono per entrare e ce la faranno vista la sortita di Poletti, capo di Legacoop: in fondo perché assumere i bidelli quando te li può fornire una cooperativa?
Confidustria nella scuola ha già un piede con gli stage gratuiti di formazione, e i periodi di alternanza scuola lavoro. Ce li metterà presto tutti e due.
E i sindacati? la Cgil ha fatto scioperi sostanzialmente inutili, i sindacati di base scioperano in concorrenza tra loro. Basterebbe che provassero a bloccare seriamente scrutini ed esami. Ma mi pare lontano dal succedere....
Che la scuola vada riformata da capo a piedi mi pare indiscutibile, ma il punto è come. La riforma proposta, per come la vedo dal mio distaccato punto di vista, va a toccare aspetti salienti di ciò che andrebbe effettivamente fatto, ma con metodo e merito discutibili. Parliamoci chiaro, per molti, moltissimi, quello dell’insegnamento è un ripiego. E la qualità dell’insegnamento è demandata, di volta in volta, alla buona o cattiva predisposizione del singolo insegnante. In parte ciò è inevitabile e lo sarà sempre, ma ho conosciuto parecchi insegnanti che quando andava bene erano degli incapaci o dei lavativi, e quando andava peggio dei veri e propri spostati con gravi problemi. Sono d’accordo di accordare alcuni maggiori poteri ai dirigenti scolastici, ma come solito tali poteri saranno usati male o abusati in molti casi. Sono i criteri di selezione, in ogni caso, che sono sballati. Da una classe dirigente di merda, da una società nel complesso ad essa equipollente, non ti puoi aspettare un’istruzione d’eccellenza, fatte le solite eccezioni. Tuttavia, ripeto, per come la vedo dal mio limitato pertugio, poiché della scuola ho notizie ultime e dirette risalenti a un decennio fa (e da uno dei migliori licei scientifici nazionali, figuriamoci gli altri). Ma non credo che le cose siano sostanzialmente cambiate da allora, almeno da come la raccontano i miei nipoti (e fatta la tara). Non è con gli scioperi che si può cambiare questo stato di cose. ciao
Eliminahttp://www.libero-pensiero.net/la-sconfinata-ipocrisia-degli-intellettuali-italiani-francia-docet/
RispondiEliminagrazie
EliminaSe non è con gli scioperi che si cambiano le cose, allora diventa inutile lamentarsi che non succede niente e che la sinistra non esiste più....Ma sono punti vista. Sorprendente che non dici nulla su demansionamenti, licenziamenti, entrata nella scuola di confidustria e sortite di Legacoop....
RispondiEliminaquando dico con metodo e merito discutibili, anche a queste cose mi riferisco. lo sciopero nel settore pubblico, anche della scuola dunque, non incide se non è accompagnato da scioperi anche in altri settori. questa la mia esperienza, poi, per carità, ognuno vede le cose dal suo punto di vista e personalmente ho partecipato a più di uno sciopero, con i risultati soliti. sul fatto che vengano privatizzati i servizi, siamo alle solite
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